CHI DELLA FOLLA, INVECE,

CHI DELLA FOLLA, INVECE,
UN LIBRO ANCORA DA SCRIVERE: UPTON SINCLAIR

domenica 23 giugno 2013

MADDALENA LA FALSA STREGA















Prosegue in:

Maddalena la falsa strega (2)











Un'altra visione, ben diversa e soprattutto più densa di conseguenze
per la storia della stregoneria moderna, fu prospettata dal folclorista
statunitense Charles Godfrey Leland (1824-1903).
Per quest'uomo ricco e coltissimo, nato e cresciuto in una città raffi-
nata come Philadelphia, l'approccio con la magia popolare italiana fu
come la scoperta di un mondo perduto.




Leland raccolse una grande quantità di testimonianze della Toscana
e dell'Appennino tosco-romagnolo, le fece tradurre dal dialetto all'-
italiano, le volse in inglese, le riordinò e compose tre opere.
Nella prima, 'Etruscan Roman Remains in Popular Tradition', stam-
pata nel 1892, affermava:




C'è nel Nord Italia una zona montagnosa conosciuta come la
Romagna Toscana, i cui abitanti parlano una forma grezza
di dialetto bolognese....
Per intenderci, la regione di cui parlo si può descrivere co-
me quella tra Forlì e Ravenna. Tra questa gente la streghe-
ria o stregoneria - o, come ho udito chiamarla, 'la vecchia
religione' - esiste ad un grado tale che molti italiani ne ri-
marrebbero stupiti. 
Questa stregheria, o vecchia religione, è qualcosa di più 
della magia e qualcosa di meno di una fede. Consiste nelle 
rimanenze di una mitologia di spiriti, i principali dei quali 
conservano i nomi e gli attributi degli antichi etruschi....





Il folclorista nel corso della sua ricerca, fu iniziato al culto strego-
nico della 'Romagna-Toscana' da una donna, conosciuta a Firenze
nel 1886, che si guadagnava da vivere facendo la cartomante e la
chiromante e che egli indicò sempre con lo pseudonimo di Madda-
lena.




Sulla base di una lettera, scritta e firmata dalla donna con una gra-
fia molto incerta, c'è chi ipotizza che il suo cognome fosse Talenti,
altri pensano che fosse Taluti o Taiuti.
Comunque sia, la fonte primaria delle informazioni di Leland fu....
Maddalena, che occasionalmente gli fece conoscere altre streghe,
tra le quali una certa Marietta.
A un certo punto Leland si insospettì, tanto che in una lettera del
23 giugno 1889 e una del 28 dello stesso mese, scrisse che Madda-
lena e Marietta avrebbero potuto essersi inventate dei versi magi-
ci facendoli passare come qualcosa di antico (in realtà sappiamo di
certo che erano due cirlatane...).




Forse espose a Maddalena i suoi dubbi e ottenne ampie rassicura-
zioni, dato che in una successiva lettera, scritta nel gennaio del 1891,
annotava:

Maddalena fu regolarmente addestrata (.....) come una strega.
Ha detto l'altro giorno che non si può mai arrivare alla fine di
questa stregheria, o stregoneria. 
La sua memoria sembra essere inesauribile (tanto è vero che 
non riusciamo a comprendere l'origine o il pozzo della sua...
scienza segreta.....).
Fa parte della formazione di una strega imparare incantesimi
senza fine, e questi sono sicuro che sono di origine estrusca...
Maddalena mi ha scritto lei stessa circa 200 brevi messaggi
di questo folklore, incantesimi e storie.....(compresi scanna-
menti e vari altri accidenti....).




Certo, una prima perplessità viene dal fatto che le formule magiche
riportate in entrambe le opere di Leland (Etruscan Roman Remains,
e Legends of Florance) non hanno alcuna corrispondenza con le tra-
dizioni raccolte nella stessa epoca, e nessuna attinenza storica circa
i consueti argomenti riguardanti il paganesimo, neppure alcuna corri-
spondenza con il folclore locale.
Ma è soprattutto la struttura delle brevi formule a lasciare perplessi:
sono troppo ripetitive e simili l'una all'altra per poter provenire da
aree culturali tanto diverse come le campagne toscane e le colline
romagnole...... 
(Prosegue...)  













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