CHI DELLA FOLLA, INVECE,

CHI DELLA FOLLA, INVECE,
UN LIBRO ANCORA DA SCRIVERE: UPTON SINCLAIR

giovedì 14 giugno 2018

QUINTO POTERE (55)






































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Il giudizio di sé (nel bilancio della vita) (56)














Un tempo, sino alla fine degli anni Settanta, e prima dell’avvento della grande “Terza Rivoluzione” (mediatica-informatizzata-globalmente-industrializzata) con i nuovi relativi approcci verso un futuro ben previsto sin dall’alveare di Mandeville al 1984 di Orwell, e poi ancora, i giusti ‘presentimenti’ di Dick; potevamo contare, se pur in un mondo globalmente già più contestato, una certa vivibilità con tutto ciò che ancora rimaneva del variegato mondo ‘naturale’, e per ‘naturale’ intendesi tutto quei rapporti sociali ove il fato ed il sentimento ancora  governati non tanto da una ferrea legge del calcolo, ma al contrario da una ‘casualità’ che via via è stata estirpata (rimembrando il Sessantotto il quale ha generato i controversi anni Settanta per poi approdare al nuovo non ancora del tutto ‘digitalizzato’ avvento degli anni Ottanta…, poi la grande svolta, la grande attesa conquista e rivoluzione che ne deriva…).

Sì! Riconosciamo o meglio riconosco nei ‘media’ della nuova generazione un vero approccio con una certa realtà della comunicazione così come si è soliti concepire l’odierna vita, ma il Filosofo nel ‘Pensiero Liquido’ esplicitato (di cui la recente scomparsa… del filosofo non certo dell’oggetto da lui rilevato e rivelato il quale tra l’altro gode di ottima salute nei suoi quanto altrui micro-componenti…) ravvisa un serio e più patologico comportamento derivato; il che ne consegue una attività sociale delegata ai nuovi media i quali null’altro che un incalcolabile strumento di Potere per fini non certi giustificati tantomeno graditi rispetto chi ha delegato ed affidato il ‘tutto’ di cui la Finestra del mondo alla Parabola del nuovo secolo innestato.




Il comportamento sociale che ne consegue dalla ‘muta-comunicazione-espressa’ che ne deriva dal piccolo telefono fino alla Finestra del nuovo mondo, comporta una inaspettata globale ascesa della violenza frutto della graduale perdita di quei valori - che se pur esaltati in nome e per conto del libero arbitrio globalmente digitalizzato -, in verità e per il vero, un più serio isolamento derivato e raccolto qual vero frutto saziare - nella globalità omaggiata e unitamente condivisa - alieno Sé nell’iper-egocentrismo innestato - perdendo graduale terreno su quel senso spirituale sino a qualche decennio orsono ancora presente e non del tutto rimosso… Con il calcolo preventivato del ‘fato’, con il calcolo preventivato di ogni realtà trascesa e mutata tanto da farci ragionare senza nessuna pretesa politica il saggio comportamento non meno del pensiero della lucida previsione del Guénon, più volte e non a caso citato, e come dicevo, dal Filosofo quanto dal sottoscritto (senza tal pretesa, visto che anch’io umile autodidatta in codesta presa di coscienza) ugualmente evidenziato, una patologica estranea aliena (occidentale & mondiale) crisi comportamentale che da tutto ciò ne deriva.




Sicché esplicitando un autore come Swedenborg da me più volte letto e studiato, posso indicare - qual simmetrica presa di coscienza nel moderno trasposta barattata per ‘altro’ (giacché è sempre indicato ‘pazzo’ qual agnello sacrificato) circa ugual complementare ‘nuova illuminazione’ in riferimento ad un libro (poi un ottimo film derivato), di cui l’improvvisa folgore della nuova Visione scaturita e maturata ha ispirato quella stessa coscienza rimossa in quanto verità circa l’invisibile realtà della vita.

Per Swedenborg il tutto nacque in un caffè, in un bar, nel moderno nostro teatro similar concetto in una ‘diretta televisiva’ ove il personaggio futuro veggente in difetto di indice di gradimento reclamare la momentanea ‘caduta di ragione’ apostrofando i suoi ascoltatori (lettori per lo Swedemborg anche lui illuminato in medesima ‘caduta’…):




Signore e signori, vorrei a questo punto annunciare che io sarò costretto ad abbandonare questo programma fra due settimane, perché ho un basso indice. Dato che questa era l’unica cosa che mi dava soddisfazione nella vita, ho deciso di suicidarmi: mi farò saltare le cervella durante questo programma, fra una settimana. Quindi, martedì prossimo mettetevi in ascolto. Le pubbliche relazioni avranno una settimana per promuovere lo spettacolo. L’indice d’ascolto dovrebbe salire alle stelle: cinquanta punti, almeno. (Howard) [in diretta televisiva]

Ed ancora…

Ieri notte sono stato svegliato da un sonno inquieto poco dopo le due del mattino da una voce stridula, sibilante, senza volto. Non riuscivo a individuarla sulle prime, la stanza era molto buia. Allora dissi: ‘Mi spiace, dovrai un po’ alzare la voce’. [...] Il suo tono si alzò un po’: ‘Io voglio che tu dica la verità alla gente. Il che non può essere facile, perché normalmente non la vuole sapere’. E io dissi: ‘Stai scherzando? Che diavolo ne so io della verità?!’. Ma la voce mi disse: ‘Non preoccuparti della verità, io ti metterò le parole in bocca’. E io dissi: ‘Cos'è questo, il roveto ardente? Io mica sono Mosè!’ E la voce rispose: ‘Io non sono Dio! Che cosa c’entra questo?’. E la voce andò avanti: ‘Non credere che io ti parli di verità eterna o verità definitiva o verità assoluta, ti parlo di verità umane, transitorie, temporanee. Non mi aspetto che voi siate capaci di verità – ma per la miseria! – se non altro avrete l’istinto di conservazione!’. E io dissi: ‘Perché io?’. E la voce disse: ‘Perché parli alla televisione, sciocco! Tu hai quaranta milioni di americani che ti ascoltano e dopo stasera potresti averne cinquanta milioni! Per la miseria, non ti chiedo di attraversare la nazione con il saio e le ceneri a predicare l'Apocalisse, tu sei alla TV amico!’. Così ci ho pensato su un momento e poi ho detto: ‘D’accordo’. (Howard) [in diretta televisiva] ”…



Infatti per entrambe i due personaggi ora trattati, l’indice di lettura per il primo - e di ascolto per il secondo,  lievitano ad una percentuale inattesa fino alla parabolica universalità del nuovo cielo dello Spirito acclamato (ed a capitoli ed a puntate diluito) da ugual ‘furore’ successivamente rimosso (per l’anima di un diverso commercio ed al contrario virtualmente innestato) per medesimo ‘indice’ di cui ben altra ‘materia’ governare la nuova quanto antica dottrina il regno terreno della vita così come quello dell’odierna esistenza… E lo scontro che ne deriva degli accademici dell’universale ‘doppia-coscienza’ Unitaria & Comunitaria - divisi ma uniti opposti ma convergenti  (sette o otto che siano rispetto a milioni da cui l’Anima-Mundi negata non meno della terrena e cosmica coscienza ben controllata) - frutto di un Dialogo memorabile per la teatralità quivi rappresentata così come l’intero antico dramma della vita…




  Lei ha osato interferire con le primordiali forze della Natura, signor Beale, e io non lo ammetto, è chiaro?! 

Lei crede di aver fermato solo una trattativa di affari e invece non è così. Gli arabi hanno portato miliardi di dollari fuori da questo paese e ora ce li devono riportare. È il flusso e riflusso, l’alta e bassa marea, il giusto equilibrio ecologico. Lei è un vecchio che pensa in termini di ‘nazioni’ e di ‘popoli’… Non vi sono nazioni, non vi sono popoli; non vi sono russi, non vi sono arabi; non vi sono Terzi Mondi, non c’è nessun Ovest. Esiste soltanto un Unico, un Solo Sistema di Sistemi: uno, vasto e immane, interdipendente, intrecciato, multivariato, multinazionale, dominio dei dollari: petroldollari, elettrodollari, multidollari, reichmark, sterline, rubli, franchi e shekels! È il Sistema Internazionale Valutario che determina la totalità della vita su questo pianeta. Questo è l’ordine naturale delle cose, oggi. 

Questa è l’atomica e sub–atomica e galattica struttura delle cose oggigiorno. E lei ha interferito con le primordiali forze della Natura!

E lei dovrà espiare. Capisce quello che le dico signor Beale? 

Lei si mette sul suo piccolo teleschermo da 21 pollici e sbraita parlando d’‘America’ e di ‘democrazia’… 

Non esiste l’America, non esiste la democrazia! 

Esistono solo IBM, ITT, AT&T, Dupont, DOW, Union Carbide e Texo. Sono queste le nazioni del mondo, oggi. Di cosa crede che parlino i russi ai loro consigli di Stato? Di Carlo Marx? Tirano fuori diagrammi di programmazione lineare, le teorie di decisione statistica, le probabili soluzioni, e computano i probabili prezzi e costi delle loro transazioni e dei loro investimenti: proprio come noi. Non viviamo più in un mondo di nazioni e di ideologie, signor Beale: il mondo è un insieme di corporazioni, inesorabilmente regolato dalle immutabili, spietate leggi del business. Il mondo è un business, signor Beale: lo è stato fin da quando l’uomo è uscito dal magma. E i nostri figli vivranno, signor Beale, per vedere quel mondo perfetto, in cui non ci saranno né guerra né fame né oppressione né brutalità: una vasta ed ecumenica società finanziaria per la quale tutti gli uomini lavoreranno per creare un profitto comune, nella quale tutti avranno una partecipazione azionaria, e ogni necessità sarà soddisfatta, ogni angoscia tranquillizzata, ogni noia superata.



Talvolta l’arte della vita si esprime ed esprimeva al meglio per una reale presa di coscienza, facendo risaltare così come ciò da cui deriva nell’antica maschera del teatro la primordiale forma del dramma (nel mito rappresentato) di cui la Filosofia, simmetrica realtà alla globale coscienza nel grande moderno schermo trasposta e rappresentata, se pur in questi ultimi anni - anzi da più di un ventennio - ho abdicato cotal parola recitata giacché i teatranti e gli attori veri personaggi del teatro di questa dubbia sceneggiatura al palco mal interpretata in moderna forma mediatica trasposta al soldo di ben altra dottrina celata nell’alveare della vita rappresentata…

L’epilogo per il Filosofo rettore del Tempio rappresentato è pur sempre saggia dottrina… nel finale del breve dialogo….   

Come tu e tutto quello dell'istituzione della televisione (e dei nuovi media) toccate viene distrutto. Tu sei la televisione (con tutti i media) incarnata, Diana (mia dèa): indifferente alla sofferenza, insensibile alla gioia, tutta la vita si riduce a un cumulo informe di banalità. Guerre, morti, delitti, sono uguali per voi come bottiglie di birra, e il quotidiano svolgimento della vita è solo un’orribile commedia. Tu frantumi anche le sensazioni di tempo e spazio in frazioni di secondo e lunghezza di segmenti. Sei la pazzia, Diana. Pazzia furiosa e tutto quello che tocchi muore con te. Ma non io. Non finché potrò provare piacere, sofferenza e amore. [la bacia] Ed ecco il lieto fine: marito ribelle si ravvede e torna dalla moglie con la quale ha stabilito un lungo e duraturo amore. Donna giovane e senza amore abbandonata alla sua antica solitudine. La musica aumenta trionfalmente. Pubblicità finale. Ed ecco alcune scene del film della prossima settimana.

(Prosegue)










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