CHI DELLA FOLLA, INVECE,

CHI DELLA FOLLA, INVECE,
30 MAGGIO 1924

giovedì 12 marzo 2015

L' UOMO PELOSO





































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l'uomo peloso (2)

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Alcatraz Island (6)














Di nuovo tornò la primavera e, al termine di tanto vagabondare,
essi trovarono, non la Capanna Sperduta, ma un giacimento di
superficie, in una larga vallata dove l'oro luccicava sul fondo del
setaccio come biondo burro.
Ogni giorno di lavoro fruttava loro migliaia di dollari in polvere
pura e pepite, e i tre uomini (di provincia) lavoravano tutti i
giorno. L'oro veniva messo in sacchetti di pelle d'alce da 50
libbre l'uno, e ammucchiato come legna, fuori dalla baracca di
tronchi d'abete.




Gli uomini faticavano come titani, mentre i giorni passavano via
in fretta come un sogno, a mano a mano che accumulavano il lo-
ro tesoro.
Per i cani non v'era niente da fare, tranne trasportare di tanto in
tanto la selvaggina che Thornton uccideva; così, Buck passava
lunghe ore meditando accanto al fuoco.
La visione di quell'uomo peloso con le gambe corte, gli tornava
nella mente con maggiore frequenza, ora che non aveva quasi
nulla da fare; e, spesso, sbattendo gli occhi accanto al fuoco,
Buck vagava con lui in quell'altro mondo di cui aveva memoria.




Il tratto fondamentale di quest'altro mondo pareva essere la
paura. Quando osservava l'uomo peloso dormire accanto al
fuoco, con la testa tra le ginocchia e le mani sopra la testa,
Buck vedeva che il suo sonno era inquieto: aveva continui
sussulti, e di continuo si svegliava, scrutando nel buio con
spavento, gettando altra legna sul fuoco. O, se accadeva
che camminassero in riva al mare, dove l'uomo peloso rac-
coglieva molluschi che mangiava appena raccolti, sempre
quell'uomo volgeva gli occhi dappertutto in cerca di peri-
coli nascosti, con le gambe pronte a una fuga precipitosa,
al loro apparire.




Attraverso la foresta, scivolavano senza alcun rumore, Buck
alle calcagna dell'uomo peloso, tesi e vigili entrambi, con o-
recchie tese e irrequiete, e narici palpitanti, giacché l'uomo
aveva un udito e odorato acuti quanto quelli di Buck.
L'uomo peloso riusciva a saltare sugli alberi, assieme, talvol-
ta alla sua donna pelosa, e lassù, procedeva veloce come sul
terreno, dondolandosi con le braccia da un ramo all'altro.....
con degli strani 'utensili' sulle mani; gli alberi distanti ad una
dozzina di piedi, lasciandosi andare e aggrappandosi, senza
mai cadere né perdere la presa.




In effetti, pareva altrettanto a suo agio sui rami che al
suolo.
Sicuramente pensò Buck è proprio quello il suo ambiente
naturale; e Buck ricordava notti di veglia trascorse tra gli
alberi, su cui era appollaiato l'uomo peloso, strettamente
aggrappato ai rami, sempre con il suo utensile da caccia.
E, molto simile alle visioni dell'uomo peloso, era il richia-
mo che echeggiava ancora nella profondità più recondita
della foresta.
Ciò, lo riempiva d'una grande inquietudine, e di strani de-
sideri. Gli faceva provare una vaga, languida contentezza,
ed egli s'accorgeva di avere smanie selvagge e stati d'agi-
tazione, senza sapere perché.




Certe volte inseguiva quel richiamo dentro la foresta, cer-
candolo come se fosse una cosa tangibile, abbaiando som-
messamente, oppure con tono di sfida, secondo il suo sta-
to d'animo.
Ficcava il naso nel freddo muschio del legno, o nel terric-
cio dove crescevano alte erbe, e sbuffava di gioia ai gras-
si odori della terra; oppure si acquattava, per ore e ore,
come se stesse nascosto, dietro tronchi crollati pieni di
funghi, con occhi e orecchie spalancati, a cogliere tutto
ciò che si muoveva e risuonava attorno a lui.
Giacendo a quel modo, forse egli sperava di sorprende-
re quel richiamo che non riusciva a capire. Ma non sape-
va perché facesse tutte queste cose; era costretto a far-
le, e non rifletteva sulle proprie azioni.




Venne colto, nel cuore della notte, da impulsi irresistibili.
Talvolto l'uomo peloso, con il suo utensile, si accorgeva
di ciò.
Era crucciato nell'accampamento, sonnecchiando pigra-
mente nel calore del giorno, quando d'improvviso la sua
testa si alzava, e le orecchie si drizzavano in attento a-
scolto; e allora balzava in piedi, e si precipitava via, e
avanti dritto per ore, attraverso le navate della foresta
e spazi aperti costellati di ...fiori....

(Prosegue....)














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