CHI DELLA FOLLA, INVECE,

CHI DELLA FOLLA, INVECE,
UN LIBRO ANCORA DA SCRIVERE: UPTON SINCLAIR

giovedì 31 maggio 2018

CHI IL VERO ERETICO QUI TACCIO E NON DICO! (il ragione del 'libero' mercato) (41)








































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L' 'Enigma' della traduzione (40)

Prosegue in:















Preghiera nel Bosco (42)









                                    Con licenza e dedica al Maestro

                                     e compianto generale in campo

                                           Giulio Cesare Croce

  







…Di fare un sirventese su questo suono che mi piace non voglio più tardare né fare lungo indugio e so senza dubbio ne avrò malevolenza, perché compongo un sirventese sui falsi ignoranti di Roma, che è a capo della decadenza per cui ogni bene decade.







Ed io a lui….


Per ugual Passo esiliato…

Giacché il Tempo contato mai mutato, e così convenire assieme alla vera essenza e Spirito della sana Eresia è forse l’unica strada maestra segreta Preghiera circa un Dio discusso e mal interpretato: Anima-Mundi che accompagna il malfermo cammino  di questo invisibile e ciclico Creato rinato.

E se qualcosa ci divide, sappi mio Trovatore trovato, che a prescindere - e per coloro che componi e scrivi nel soave piacere e diletto del tuo famoso Verso - rimembrare sempre la ‘materia’ qual principe principiare nel soave diletto e talento (raccomandato) il piacere condiviso nella corte con cui allieti favori ricambiati e ben nutriti. Ogni corte di questa Terra negli interessi che governano pecunia e materia soprattutto se questa indistintamente corrotta. L’Anima non meno dello Spirito si cela in colui invisibile ed esiliato nell’Opera - la vera Opera - pregata e composto specchio del Primo Dio.




Ed allora a te voglio dedicare questa breve strofa, giacché il tuo Spirito accompagnato dal Verso non meno del mio ti ha nominato e non in vano ispirare medesimo risentimento per ciò che tutt’attorno ci governa e regna in questa Terra!

Condivido il tuo Frammento strato in cui dalla Terra ogni frutto deriva, comporre la geologia – materiale crosta - da cui visibile venuta, ma essendo Spiriti Eterni (ma forse non eletti e neppure se per questo ben graditi) possiamo convenire a miglior Olimpo e dedicare codesto Dialogo a coloro a cui non certo conviene Superiore Ingegno (per ogni Dio taciuto nel favore di altro) fors’anche Invisibile Intelletto!




Non risparmio, mio amico, offesa qual Fiore e Frutto di questa ed altrui visibile Regno che ora andremo a cantare non meno nell’apostrofare nella loro materiale inconsistenza.

Pur qualcosa ci unisce e divide.

Come ogni Elemento convenire al vero Tempo da cui l’Universo.

Nostro vero Regno…




Ti domando, se pur uditi connessi ed anche un poco avviliti: Qual è il vero Eretico Ragione ragionando orfano del ricco reclamato Tempo braccare Rima e Verso?

Qual è la vera Eresia mentre ognun indistintamente gli occhi ove un Tempo sperare miglior cielo là ove ora regna il profilo d’un grafico incompreso figlio del comune cammino signora Mammona, dettare sorte per ogni Elemento così malnutrito!

Qual è? Domando a voi Nobili Signori, in codesta valle ove riparato le condizioni dell’Homo Creato e da cui ogni materiale intento… nato?




Qualcosa pur mutato se il ‘grafico’ sovrapposto ai bei lineamenti di queste montagne incidere il Passo e l’umore per ogni cosa che dovrebbe prosperare e crescere così com’era il vecchio Sentiero con il mulo transitato per questa e altre vette della Terra (non ancora Teschio) nella dura fatica nominata vita.

Però in cuor mio sapevo - se pur dalla fatica umiliato con stabile pulsare - vero Tempo del tutto affaticato e creato, che ogni cosa cresceva nei tempi delle dovute stagioni così come Suo Elemento qual seme e frutto che ora implora più saggia ed eretica preghiera.




Frate Foco scaldava e profumava il Sentiero, duro d’Inverno lieto a Primavera, e se pur muto nel recitare la dovuta preghiera sapevo il Dio Pagano e poi Umiliato ascoltarmi in quel saldo battito: udivo ugual Geni di resina tutta accompagnare ogni mia strofa dedicata da chi il ‘vero amico’ d’ogni Dio, accompagnare il senso segreto della Vita… e poi ascoltarla suonare nell’invisibile concerto d’un Teatro ove più nessuno si inchina e prega!

Ora, al contrario, di quella musica tutti tacciono ammutoliti dal ‘Pil’ del libero mercato riunito nutriti (non ancora del tutto - in verità e per il vero… - digeriti) – ove anch’io come il Tempo andato mi dirigo – non potendo più codesta preghiera e Parola che ne deriva; giacché altra ‘materia’ alberga alta imprecare ed urlare in loro vece, ed io con il mio povero mulo respiravo un diverso profumo.




Ora scorgo Anime impietrite correre e precipitare verso l’abisso d’un potere oscuro, mentre Sora Aqua come sempre accompagna il mio come l’altrui affogato cammino: che sia Lupo o Fiume antico, qui taccio e più non dico, giacché ugual feudatario assiso al trono reclamare vasto Regno e Paradiso per ogni Terra ammirata di cui più alto dio e sovrano.

Sora Aqua vien giù a bombarda che tutti li Frati da Grumero a Bergamo allaga e annega, sarà per via di quell’Anima inquieta di Frate Cecco che maledisse lo padre suo? Non so! Però convengo che anche se iti al sole d’un diverso universo e impero qualcuno affoga e malmena in questa sua preghiera!

Taccio e lo ascolto giacché ancor non in fragranza di reato nella ‘confessione’ di quanto transitato…


         

Proseguo, se pur cogito et penso che dipende anche dal pié veloce in cui ognun indistintamente comandato, mentre al di là del Confine – visibile cortina d’un tempo passato – tutto rallentato come se poco avessero compreso di questa ed ogni preghiera, circa noi esuli e Stranieri d’ogni ricca corte di questa oscura Terra…

Corrono la ‘maratona’ alla ricerca di Frate Sole, Lui che una sera fu ito con Sora Luna per il miele che strani pargoli mette al monno: lo videro desinare e giammai disdegnare strane ballate con la dama del Franco regno. Certo è che ora tutti in quest’ultima cena (giù al villaggio) reclamare e scorgere uno strano Sole nato splendere per l’intero Impero non del tutto ancor coniato, giacché la Lira lamenta diverso componimento…!




Tutti indistintamente esiliati alla ricerca del Foco antico alto risplendere e rischiarare uno strano sorriso, senza per il vero aver ancor capito che le Stagioni son per sempre mutate, correre al recinto della vera e sola ‘pecunia’ in ogni Tempo dimorare e fondar l’alma non meno dell’abito con cui vestito lo  Spirito!

Ora appesi ad ugual profilo con la paura della bisaccia divorare quanto gelosamente e per sempre custodito qual vero Tesoro e ricchezza fondamento d’ogni principio, ben stretta, cogitare in questa la vera certezza, e quella se la ride e divora in ugual certezza di bramosia che in ognun alberga (& prega)…




Piano con quella e questa sola ricchezza che il Tempo conteneva il poco del mio ed altrui giorno per ogni Elemento pregato, mi avvio - oggi come ieri - all’umile lavoro, che fosse miniera o pascolo dell’Anima taciuta, silenzioso d’alto profilo osservavo al crocevia d’un crocefisso meditar di loro, mentre tutto sopra e sotto questo strano cielo al roverso del fermo battito corre e gira formare la giostra nominata vita.

Provo solo una grande nostalgia per quel battuto (dicon ferro) zoccolo e scarpa del mi povero somaro (non ancor cavallo se pur parenti – giacché io parlo del mio mulo - non certo d’inferior ingegno spacciato per altro avvistato e alla stampa coniato per ogni messaggero correre allo scambio del cavalier sudato), con il quale converso accompagnato da un lupo…




Un Lupo e due Signori - ricchi e ben vestiti (in quest’Eretico Viaggio) - domandar Taverna per la notte, rimembrare le bellezze d’un antico Regno perso, ed io, che Nessuno sono ed ero, indicai il Sentiero smarrito di questo difficile Passo che vuol dire Speranza ed un poco di coraggio per tornare quel che eravamo anche se una Fiera protesta giù non lontano dal villaggio impreca e reclama giusto motto giusto commercio per ogni futuro castello in nome di ugual Fede nello Spirito perso, giacché chi Infinto a somiglianza dell’Eterno ogni mercato fugge dal proprio Sentiero…

E sperare in questo Verso e Frammento perso che il l’andato Tempo muti e torni a risplendere il saggio cammino componimento d’una comune e rimpianta Stagione della Vita che dicono persa e smarrita, e certo non più bufera d’antica ed inferior discordia nominata da ognun Guerra!




Quella, da Nessuno che sono, proviene dal cielo come dall’Universo intero per aver profanato ogni Elemento e non certo l’antico patto con cui si soleva scrivere ed incidere il vero motto dello Spirito da più alto ingegno dettato, ed anche se loro protestano, mi suggerisce chi ora taciuto da diverso cielo, la Verità tutta racchiusa in questo breve Segreto o fors’anche Frammento… 

(Nessuno accompagnato dalle belle Foto di Florent Courty)



















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