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La criosfera (compresi neve, ghiacciai, permafrost, lago e fiume di
ghiaccio) è un elemento integrale delle regioni di alta montagna, che ospitano
circa il 10% della popolazione mondiale. Molto diffuso i cambiamenti della criosfera
influenzano i sistemi fisici, biologici e umani nelle montagne e le pianure
circostanti, con impatti evidenti anche nell’oceano. Sulla base del 5° rapporto di valutazione dell’IPCC
questo capitolo valuta nuove prove su recenti osservazioni e proiezioni
dati in riferimento ai cambiamenti nella criosfera con conseguenti impatti
associati a rischi e misure di adattamento relative ai sistemi naturali e
umani.
Le osservazioni mostrano un generale declino della neve a bassa quota
nei ghiacciai e permafrost a causa dei
recenti cambiamenti climatici di questi ultimi decenni. La durata della
copertura nevosa è diminuita in quasi tutte le regioni, soprattutto a quote più
basse, in media di 5 giorni per decade, con un probabile intervallo compreso
tra 0 e 10 giorni per decade.
Neve a bassa quotala profondità e l’estensione sono diminuite,
sebbene la variazione di anno in anno sia alta. Cambio di massa dei ghiacciai
in tutte le regioni montane (escluso l’Artico canadese e russo, Svalbard, Groenlandia
e Antartide) era molto probabile -490 ± 100 kg m –2 anni –1 (-123 ± 24 Gt anno
–1 ) nel 2006–2015. I bilanci di massa medi regionali sono stati probabilmente
i più negativi (meno di -850 kg m –2 anni –1 ) nelle Ande meridionali, nel
Caucaso e nelle Alpi/Pirenei europei, e il meno negativo nelle alte montagne dell’Asia(-150
± 110 kg m –2 anni –1 ), ma le variazioni all’interno delle regioni sono notevoli.
Tra 3,6 e 5,2 milioni di km sono oggetto di permafrost nelle undici regioni di
alta montagna trattate in questo capitolo corrispondente al 27–29% dell’area
permafrost globale.
Le misurazioni sparse e distribuite in modo non uniforme mostrano un
aumento nella temperatura del permafrost, ad esempio, entro 0,19ºC ± 0,05ºC in
media per circa 28 località in Europa, Alpi, Scandinavia, Canada e Asia negli
ultimi dieci anni. Altre osservazioni rivelano una diminuzione dello spessore
del permafrost e una perdita di ghiaccio nel terreno.
Il declino del ghiacciaio, della neve e del permafrost ha alterato
frequenza, entità e posizione della maggior parte dei rischi naturali
correlati. I pericoli sono aumentati a causa dell’aumento della popolazione e
del turismo socioeconomico. Ritiro del ghiacciaio e il disgelo del permafrost
hanno ridotto la stabilità dei pendii e l’integrità dell’infrastruttura
dell’ecosistema.
In alcune regioni sono aumentate le valanghe che coinvolgono neve fresca
e le inondazioni pioggia-neve sono diminuite a basse altitudini in primavera e
aumentate ad alte quote in inverno. Il numero e l’estensione degli incendi sono
aumentati negli Stati Uniti occidentali in parte a causa della fusione di neve
precoce. I cambiamenti nella neve e nei ghiacciai hanno cambiato la quantità e stagionalità
del deflusso nel fiume dominato dalla neve alimentata dai bacini dei ghiacciai con
impatti locali sulle risorse idriche anche per uso agricolo.
Flusso invernale idrico è aumentato negli ultimi decenni a causa di
maggiori instabili precipitazioni associate ad eventi estremi, in calo, invece pioggia
stagionale. In alcuni fiumi alimentati da ghiacciai, estivi e annuali il
deflusso è aumentato a causa della fusione del ghiacciaio intensificata, ma è
diminuito dove il ghiacciaio si scioglie, e l’acqua si è ridotta man mano che l’area
del ghiacciaio si restringe.
Diminuzioni sono state osservate soprattutto nelle regioni dominate
da piccoli ghiacciai, come le Alpi europee. I Ghiacciai risentono dei
cambiamenti nella ritirata e nella copertura nevosa che hanno contribuito a
riduzioni localizzate nelle rese agricole in alcune regioni di alta montagna,
tra cui l’Hindu Kush in Himalaya e le Ande tropicali.
La
composizione e l’abbondanza delle specie sono notevolmente cambiate negli
ecosistemi di alta montagna negli ultimi decenni, in
parte a causa di cambiamenti nella criosfera. Habitat per lo stabile
insediamento di specie sono stati modificati da una ridotta copertura nevosa, a
causa del ritiro dei ghiacciai con lo scongelamento del permafrost.
Riduzioni del ghiacciaio e copertura nevosa hanno modificato direttamente
la struttura sociale ed economica di intere comunità montane a causa della
conseguente variazioni di risorse idriche. La copertura nevosa ha ridotta
negativamente influenzando l’idoneità riproduttiva di alcuni ecosistemi dipendenti
dalla neve come specie vegetali e animali, tra cui predatore e preda in
reciproca relazione e dipendenza. Migrazione verso alte altitudini di talune
specie, principalmente a causa del riscaldamento, e in misura minore, a causa
di cambiamenti legati alla criosfera; e viceversa, a valle per necessità legate
alle sopravvivenza durante il periodo invernale, alterando valori e rapporti
preesistenti, in maniera evidente in questi decenni.
Per chi fosse
interessato ai dati aggiornati trova ampia disponibilità presso tutti i più accreditati
non meno che ignorati organi governativi di stato (& privati) dal Nord al
Sud di questo martoriato pianeta.
Non penso di
dovermi dilungare più a lungo, ignorando ogni vasto e più attuale ‘pandemico’
problema e riflettendo di conseguenza, con maggior tempo e rigore con-cause
regolatrici di economici flussi precipitare, quindi mortificare corpo Anima e
Spirito in ugual abisso depressivo. Semmai con l’ausilio di ugual Ragione (e chi al meglio la governa
specchio ed…) riflettere meditare approfondire, e non certo, come in uso al
politico (non ancora al proprio turno reclamare solito ed insolito potere che
logora più della febbre per chi non l’avesse ancora… giacché proprio di Logica
Intelletto e dovuta Intelligenza difetta per ogni più vasta comprensione che
non sia economico balsamo miracoloso da spacciare in formula qual unguento al
popolo, dacché a lui riconducibili pesti morti e drammi distribuiti e mal
prevenuti per ogni guerra compiuta o da compiersi ancora, non meno di proclami
ciarlati legati e/o progressivi in uso alla futura ‘corte’ reclamare potere con
correnti accordi disaccordi intrighi ed infamie, giacché il ‘non averlo’ logora
ancor di più la poltrona più della peste spacciata con cura…); bensì rivolgendomi
all’uomo di Scienza sia essa teologica che matematica derivata (come direbbe il
buon Giamblico), giacché la vera saggezza seminata nel saper governare non solo
la Terra, cresce e prospera dalla innata, non tanto inopportuna predisposizione
ecologica, ma nella dovuta comprensione universale del reciproco rapporto fra Terra
e pianta d’ogni pianeta, studiata meditata appresa all’ombra dell’eterno breve
respiro… così come fu’ all’inizio d’ogni Scrittura.
Se volessimo
ragionare procedendo per comparti stagni (per isolati campi con amazzoni boschi bruciati infranti viaggi a
catena in cima alla Terra sperando più veloce Via) ci troveremmo imbarcati e
successivamente affogati in pantani e letami, non meno che moderni sommergibili, ma di certo non su una
nave, sia questa una Boreal o una Fram facenti parte della nostra ed altrui Storia, la quale non possiamo e
dobbiamo ignorare…
…Ed ove tutti,
nessuno escluso, viaggiamo e non solo navighiamo con i moderni Elementi in uso
(mi dicono
irrimediabilmente inquinati anche quelli), grazie all’ausilio dei semplici antichi Principi, eternamente
‘connessi’ ed in eterna armonia, almeno così èra…
Sulla base di
questi attendibili studi (riportati quantunque ignorati), dicevo, regna altresì una elevata certezza e non solo matematica,
nel fatto rilevato se pur il rilevarlo (ripeto a me stesso… ‘meco’ medesimo in amletico dramma all’atto Primo
neppure recitato, per i successivi Atti e Scene in attesa d’esser interpretati nel
Grande Finale… Attendiamo! Riserverà grande sorpresa al Teatro dell’eterno
dramma divenuto scommessa, esulando da ogni più certo ed accreditato calcolo
che non sia moneta interpretata e sottratta se pur difesa; ignorata nel
profondo ruolo se pur magistralmente interpretata da ognun bramata con vasta
elevata dotta argomentazione d’opportuna economica Scienza al Sipario d’ogni
teatro, nella confusione e contesa della Scena finale che ne ‘deriva’, non del
tutto compresa se pur applaudita come ben interpretata dalla spiaggia fin alla
più elevata Cima, per ciò che distingue e fonda calco e forma, conio ed araldo
d’ogni più elevata Terra… degna d’una moneta… rappresentare l’Atto Finale della
Scena al Golgota con cui scritta ‘ogni ed altrui’ Via… Forse le monete come le
Vie eterne… nella contesa per Colui che perì in nome e al soldo della stessa...) può apportare più danno
che beneficio così come Cristo e Criosfera, i quali termini se pur differiscono
ci suggeriscono una più probabile lingua comune come Creato e Creatore ed i
quali intendono la Natura e ciò che da
lei, al meglio o al peggio, evoluto o involuto nel graduale abisso ben
documentato quantunque ignorato, donando al popolo affamato e deluso la vecchia
formula del ‘capro-espiatorio’ (e non solo del noto Girard), e non certo più nobile elevata Verità: la mela meglio non consumarla
neppure se cotta al forno come ogni anziano perito in ugual non gradita
prematura evaporata cottura…
Ritornando al
motivo della presente valutazione dell’ambiente montano, mi giungono alla mente
più profonde considerazioni da quella Terra che un Tempo apparteneva di comune
concerto allo Spirito, ed ove nell’odierno il Virus della politica associato ad
una errata interpretazione della materia, ha rimosso, come e peggio di un
fattore pandemico, ogni più antica dismessa spirituale conoscenza.
…Se pur il
Principio riconosciamo Unico appartenente a quel Dio per sempre dimenticato a
causa del Teatro, soldo della moneta ben interpretata ma di certo poco
compresa.
Così in ricordo
di ciò che rimane della Terra volgo e pongo gli occhi in alto e non
contraddicendo il mio Spirito lo elevo con i potenti strumenti da cui il Primo
piede sulla Luna (ma ora ben fermo sulla Terra), questa volta non approdiamo
(con la Nasa) sul craterico suolo della nostro satellite, semmai grazie (alla
stessa Agenzia che costantemente se pur ignorata monitora la Terra dando ottimi
risultati altrettanto ignorati), rimembriamo in senso semplice le alte vette
dismesse regno di Dèi quanto un Dio troppo spesso dimenticato…
Quindi per
riprendere là ove mi sono interrotto guardiamo le Montagne non solo come cose
Vive, Viventi, ma anche come irrinunciabili risorse e non solo di Bellezza e
benessere ispirare l’Anima Mundi persa.
Preghiamole e
veneriamole come Dèi!
Sì! Come Dèi, e cerchiamo
di amarle non meno di rispettarle, i dati ci confermano che non solo ghiacciai
periranno per più rapide rotte e mète commerciali, ma anche le vaste
stratigrafiche Evoluzioni indispensabili al corretto svolgimento della Vita e
con essa… ogni… ricchezza alla deriva…
Dalai Lama
Esseri senzienti, umani e no.
Riassumo a beneficio del Dalai Lama il dibattito filosofico che si è
aperto con l’entrata nell’Antropocene. All’epoca in cui fu costruito il
Magdalen College, che fa da cornice alla nostra intervista, il rinascimento
poneva l’umanità al centro del progetto di Dio. Università come Oxford vennero
erette per onorare il pensiero umano trionfante e la trasmissione delle sue opere
più alte. Ma l’era dell’umanità va di pari passo con una nuova messa in
discussione della gerarchia delle specie viventi. Inumano, transumano, post-umano…
tutte parole che hanno fatto la loro comparsa via via che la scienza continuava
a lavorare al superamento della nostra condizione. Mentre fino al secolo scorso
il primato degli esseri umani in seno alla natura non veniva contestato, oggi
gli stessi confini della coscienza sono divenuti fluidi.
Pongo queste domande al Dalai Lama:
‘Dove tracciare la linea di demarcazione tra umano, animale e
vegetale? Tra coscienza e natura?’.
‘Pensare senza
cervello è la prerogativa delle piante’, così recita per esempio l’aforisma che
ho tratto dalla lettura delle opere di Francis Hallé, un celebre botanico francese
che ha descritto una natura vergine in cui l’intelligenza delle piante non
sbaglia mai, pur senza passare da un organo specificamente dedicato
all’elaborazione delle informazioni.
Aggiungo che in
Occidente, per sincerarsi della nostra umanità, i filosofi illuministi avevano
escluso i non umani dalla società, disciplinata da accordi e contratti: ‘Eredi
di questo sistema di pensiero, abbiamo definito tutto ciò che non è noi in
termini negativi, come il non umano, che comprende la Biosfera, sia animale sia
vegetale. Ma queste certezze stanno vacillando. Oggi molti antropologi
sottolineano l’urgenza di rinnovare la nostra comprensione delle interazioni
tra umani e non umani e, nel contesto della crisi ambientale, l’opinione
pubblica sembra ricettiva alle loro argomentazioni.
Diverse forme di
vita non sono percepibili dai sensi, ma se ne può sentire la presenza, come
riferiscono buddhisti e cristiani parlando di angeli, la cui natura e il cui
contatto rimangono però misteriosi. Parecchi anni or sono, con Francisco Varela
ci siamo posti il problema di come definire il concetto di essere senziente. E,
al termine di una lunga conversazione, abbiamo convenuto che l’espressione si
riferisce a qualsiasi organismo vivente che abbia la capacità di muoversi in autonomia
da un punto A ad un punto B. Si tratta di un movimento deliberato, non indotto
da un fattore come l’attrazione magnetica, ma legato a una motivazione. Se c’è
motivazione, c’è desiderio, e quindi emozione e dunque consapevolezza…
Consapevolezza
di qualcosa di vivo…
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