CHI DELLA FOLLA, INVECE,

CHI DELLA FOLLA, INVECE,
30 MAGGIO 1924

martedì 13 marzo 2012

INTRODUZIONE



Fonti:


http://dialoghiconpietroautier.myblog.it/archive/2012/03/13/il-discorso-di-antiochia.html








Dopo 1230 post, in altro blog, ho verificato l'impossibilità


effettiva del libero arbitrio e con esso delle capacità da parte


della cultura indipendente di potersi esprimere al di fuori


dei canali della 'casta' del potere politico-mafioso, e dei


meriti cui troppo spesso taluni vorrebbero attribuirsi per 


capacità non consone alla propria natura culturale.


In Italia, ancora oggi, a distanza di duemila anni tutto ciò


non appartiene alla storia passata, ma è ragione di indubbia


malafede storica, che impone una sorta di pizzo culturale


nell'ambito di quella stessa cultura che si svela per quello 


che in realtà è: intollerante, settaria, falsa, limitata, ed as-


soggettata al potere politico-mafioso. 


Se poi la vera cultura è al di fuori dalla ricca biblioteca di  


un Senato e con un esso un Parlamento governato da quello 


stesso potere con le relative caste, non faticherete ad accorgervi


della dislessia di chi privilegia interessi settari ed economici rispet-


to a chi vorrebbe adoperare i presenti mezzi di comunicazione per 


fini ed intenti consoni ad una probabile evoluzione socio-cultu-


rale cui taluni hanno destinato la nuova rivoluzione informatica.


Fintanto che la mia eresia secolare si deve confrontare con i 


valori di una nazione che non ha mai superato questi limiti e con 


essi, una costruzione storica falsata e limitante per tutti i soggetti 


cui debbono sottostare a questa triste realtà, non potremmo 


attenderci un reale progresso di pensiero, economico, sociale

ed evoluzionistico in qualsiasi ambito in cui questa mentalità 


ottusa e gretta tenderà per sua natura a manifestare i suoi ben 


noti vincoli.


Questa è l'introduzione di un eretico perseguitato dai limiti so-


ciali di una cultura che pur avendo radici secolari non è mai


riuscita ad andare oltre i suoi stessi intenti, e promuovendo in 


essa dubbi personaggi accompagnati a dubbi artifizi che con


la cultura non hanno nulla a che vedere. 


Il mio difetto è stato quello di consegnare a questa stessa cultura 


oltre che i miei scritti (tutti meno il mio ultimo lavoro in Rima),


anche preziose pagine scelte di letteratura attinte dalla mia


vasta biblioteca; biblioteca autonoma, senza nessun intento


di lucro eccetto che il sapere fine a se stesso.


Grave ed imperdonabile errore per quegli stessi mimi, buffoni,


politicanti di mestiere e con essi tutti coloro che infestano umi-


li e autonomi ricercatori o scrittori, che oggi come ieri hanno 


la sfortuna di abitare quella stessa cultura 'antiochiea' patria 


del sollazzo facile, specchio di un 'essere' ed 'apparire' nel contesto


di una costruzione storica con molte lacune e troppi vincoli legati


a motivi estranei agli stessi valori morali che vorrebbe promuo-


vere in seno ad una società detta civile e democratica.....




Da:


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