CHI DELLA FOLLA, INVECE,

CHI DELLA FOLLA, INVECE,
30 MAGGIO 1924

giovedì 2 ottobre 2014

LA GENESI (10)
















































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Ogni giorno al calar del sole il fratello che soprintendeva alla coltivazione
passava in rassegna i negri come un sargente maggiore fa con la sua com-
pagnia prima di dare l'ordine di rompere le righe, in branco li spingeva vo-
lenti o nolenti, uomini e bambini, senza domande proteste o rivalse in quel-
l'aborto di edificio a stento uscito dall'embrione, come se persino il vecchio
Carothers McCaslin si fosse fermato sgomento di fronte alla prova tangibi-
le della sconfinata fantasia della sua vanità.
Snocciolava a memoria l'appello e li aggruppava dentro e con un chiodo bat-
tuto a mano lungo come un coltello da pellami e appositamente appeso a
uno stipite della porta con una corta correggia di pelle di daino inchiodava
la porta di quella casa a cui mancavano metà delle finestre e che sul retro
non aveva neppure una porta, sui cardini, così che allora e per i successi-
vi cinquant'anni, quando il ragazzo era ormai grande abbastanza da ascolta-
re e ricordarsela, correva nel paese una specie di leggenda: la campagna
tutta la notte pullulava di schiavi dei McCaslin che si aggiravano furtivi te-
nendosi alla larga dalle strade illuminate dalla luna e dalle pattuglie dei sor-
veglianti a cavallo e andavano a visitare le altre piantagioni, e c'era un ta-
cito patto d'onore tra i due bianchi e le due dozzine di neri in ossequio al
quale, dopo che al calar del sole il bianco li aveva contati e aveva piantato
sulla porta principale il chiodo fatto in casa, nessuno dei due bianchi avreb-
be fatto il giro per andare a guardare la porta sul retro, sempre che tutti i
negri fossero dietro quella principale al sorgere del sole quando il fratello
che aveva piantato il chiodo sarebbe tornato a spiantarlo, i gemelli, indistin-
guibili persino nella calligrafia, a meno di non accostare due campioni per
il confronto, e persino se le due grafie apparivano sulla stessa pagina sem-
bravano entrambe opera di uno stesso ragazzino di dieci anni perfettamen-
te normale persino nell'ortografia, tranne che non c'erano progressi di orto-
grafia mentre uno dopo l'altro gli schiavi che Carothers McCaslin aveva
ereditato e comprato.............

(Faulkner, Go Down, Moses; L'orso)
















  

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