CHI DELLA FOLLA, INVECE,

CHI DELLA FOLLA, INVECE,
30 MAGGIO 1924

mercoledì 14 agosto 2013

LA NOTTE VAGABONDA (45)















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I ciarlatani (44)

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Fate la carità...voi ricchi (signori)... (46)











Le taverne diventano le succursali dei conventi e delle sacrestie,
facevano i loro affari frati perdonatori e giocatori, curati e ciarla-
tani, truffatori e calunniatori, tutti poi alla fine della vertigine col-
lettiva recitanti insieme la 'Litanie des bons compagnos'; qui vi
giocano i denari carpiti con l'inganno, qui vi si perdonano o.....
creano e barattano santi per diavoli e diavoli per santi.....
I Diavoli in Paradiso, i Santi Eretici all'Inferno....




A tutto questo bisogna aggiungere il flagello della simonia delle
confessioni e delle assoluzioni impartite a pagamento (enormis-
simo guadagno), di cui è ragguardevole esempio quel Cavaliere
delli nostri giorni....
E la notte resuscita i suoi agguati, i suoi odii, i suoi inganni, non-
ché le sue paure; veniva analizzata e pesata con occhio rispetto-
so e inquieto dalla 'giurisprudenza notturna' nel 'Tractatus de
nocturno tempore': la notte dei secoli passati, quando la notte
era ed è veramente notte (notte della coscienza e della ragione),
e strade campagne e città erano (e sono) percorse da una impal-
pabile e indefinita vita dalle forme incerte e sfuggenti, da ombre
inquiete e vaganti, da nottole e nani svolazzanti, addotrinate alla
scuola di Mercurio Dionisio e Venere: scesi sulla terra come i falsi
mendicanti che raschiavano dalle membra le ulcere simulate, smon-
tano gli arti ortopedici dagli schermi fluorescenti.......e vomitano
il loro inganno, il loro ciarlare, la nuova cirlataneria, comandata
dal burattinaio di turno assiso al  Carnevale di mezzo Agosto in
compagnia delle danze dell'eterna sua festa....




Il centro della notte più opaca e oscura di come in realtà vor-
rebbe apparire al mattino seguente, dove i ciarlatani delle fie-
re dalla carta stampata raccontano e narrano una nuova ciar-
lataneria...
Il centro della notte che seppelisce il mondo assopito in rispet-
toso e dignitoso silenzio profondo, fiancheggia la loro spaval-
deria, la loro arroganza, il loro saccheggiamento....
Metamorfosi non inaspettata, in un secolo (passato ma ancora
attuale) in cui, si diceva, 'va il mondo in maschera'; 'il mondo
è bello, perché tutto consiste in appariscenza', e 'il farsi gabbo
e giullare e ciarlatano del mondo è considerato un ottimo pas-
satempo, nonché gioviale, perché aiuta a digerire le flemme
ed a diminuir la bile...'.




L'ipocrisia perciò prende verticosamente i suoi mille volti e
mille voci, la simulazione s'acquatta in ogni angolo: 'Pericoli
da per tutto', sospira il padre minimo o il nuovo gesuita, 'ogni
passo di questa misera vita ha sotto un trabochello', ovunque
truffieri, trappolisti, rigattieri di menzogne.....
Il maestro della 'industriosa furfanteria' nasconde la sua indo-
le imperversata sotto la vernice di una untuosa bacchettoneria.




Ed infine, come un tempo, i ciarlatani intrattengono il popolino
dal telecomando facile per il godimento del signore della ricca
fiera ed i suoi associati di piazza del mercato con giocolieri, pre-
stigiatori, illusionisti: stupiscono così il popolo con lo strano gio-
co dei 'bianti ombranti', nel chiaroscuro della (nuova) lanterna
magica (dove tutti, nessuno escluso, si è attori...); e lo infarci-
scono con burattini e pupazzi: 'Alcuni usano i fantocci, cioè le
figure dette burattini, e con fantoccerie trattengono nelle piaz-
ze plebei spettatori.
Alcuni si servono delle figure dette pupazzi... alcuni li chiama
bianti ombranti, e le figure loro sono di cartone e le mostrano
dietro una tela illuminata onde nel di fuori non si vede se non
l'ombra di quelle figurine'.




L'altro modo fa che le figurine siano vocali e abbiano le paro-
le proporzionate a' gesti e affetti... e da questo modo prendo
io l'occasione di chiamare codesti attori 'commedianti pupaz-
zati'...
I ciarlatani in questione, nel telematico spettacolo di piazza,
raccontano storie e cantano frottole, propongono agli spetta-
tori commedie e farse e fra un gioco e l'altro vendono le boc-
cette dei 'secreti' dalle decantate, miracolose virtù: i boss(oli).
Ogni sera intrattengono la brigata... dalle ventidue fino alle
ventiquattro ore al giorno (se sveliamo il tornaconto di questa
allegra commedia vi stupireste di quanto idioti siamo noi che
gli prestiamo appena un po' di ingegno.., Trecentomila cocuz-
ze d'oro in un sol anno di lavoro, questa la differenza fra il
nostro e il loro dire nella fiera democrazia venduta alla ventu-
ra dal ciarlatano della nostra futura sventura....).




E non vi stupite se da un angolo della piazza 'esclamar Buratti-
no, che par che il boia gli dia la corda, col sacco indosso da
facchino, col berrettino in testa che par un mariolino.... dall'al-
tro cantone alzarsi la voce saccente del dottor graziano con la
pronuncia bolognese, col parlare da melenso, con la narrazio-
ne da borbotta, col sfoderar fuor di proposito i privilegi del suo
dottorato... col farsi protomedico senza scienza né tomo antico
... e poi sbucar fuori dai portici il Toscano et ecco in un tratto si
dà principio con lingua fiorentinesca a qualche popolata ridicolo-
sa oppure ulcerosa di nuova o vecchia banca antica...; e poi il
Milanese con la beretta di velluto che parla col metallurgico per-
ché qualche cantiere per lui conserva manco gli bastasse uno
scantinato con piano elevato per li figli suoi di nuova scienza in
questa strana alleanza che a noi ricorda una loggia strana, rac-
comandano la ragion di stato..., ed a noi ci vien voglia di alzare
il dito medio così da poterlo mettere là dove meglio lo sentono
non prima però di aver infilato il guanto per non sporcarsi di ric-
ca merda dell'oro loro, così ben spacciata .... dal fiero........
ciarlatano..........
(Prosegue....)
(Piero Camporesi & Pietro Autier incontrano i vagabondi...)













             

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