Noi con
la concezione di questa Filosofia (escatologia) possiamo comprendere che la Storia tutta intera ad essere ‘vista in
‘Hurqalya’ (la storia immaginale)….
Perciò
gli accadimenti di questa storia sono molto di più di ciò che noi stessi chiamiamo
‘fatti’, sono visioni.
Per contro, tutto
ciò che noi chiamiamo ‘storia’ e a cui diamo importanza come ‘storico’,
tutto questo non è ‘visto in Hurqalya’ non è accadimento in Terra di Hurqalya,
e di conseguenza è sprovvisto di interesse religioso e di significato
spirituale: è storia metaforica, non storia vera.
Il
passato non è dietro di noi, ma sotto i nostri piedi…
…E’ con
un particolare impressionante che il Genesi mazdeo ci descrive la formazione
delle montagne: sotto l’assalto delle potenze demoniache di Ahriman, la Terra
fu presa da un tremito, fu percorsa d’orrore e di rivolta.
Come per
opporre loro un baluardo, la Terra drizzò le sue montagne…
“Ieri pomeriggio, la morte redentrice ha accolto mio padre in un altro
regno. Mi chiedo se ora guarda le altezze brillanti e luminose, le glorie di
Dio, a cui egli ha sempre costruito così sicuro?”.
Ha scritto la figlia di Compton Marion il 23 marzo 1921al Dr. Karl
Blodig, il fedele compagno amico di lunga data e arrampicata del defunto.
E.T. Compton come pittore e grafico ha creato i 2.000 disegni e
dipinti e come alpinista fu in grado di trasportare più di 300 grandi
salite.
Compton è nato in un sobborgo di Londra, il figlio di un funzionario di
assicurazione, da giovane ha frequentato diverse scuole d’arte inglese e
ha creato i primi studi della natura, dove ha trovato motivazioni adeguate,
soprattutto nelle zone inglesi dei laghi dove la sua famiglia trascorreva l’estate
per molti anni.
Nel 1867 si trasferisce a Darmstadt.
Nel 1872 la giovane pittore sposò la Münchnerin Gusti di Romako e ha
intrapreso con lei un viaggio di due anni che ha condotto la giovane coppia nel
Tirolo Carinzia e Italia.
E.T. Compton ha effettuato viaggi in Nord Africa, Spagna, Corsica e la Scandinavia, ma la più grande impressione su di lui l’ebbe con l’enorme scenario alpino, nell’Oberland bernese, dopo di che si dedicò solo alla pittura di montagna. Inizialmente l’inglese ha sviluppato una presentazione sempre più realistica, dopo, dipinse dipinti ad olio e acquerelli, ma anche disegni a china realizzati e vista topografico accurate sulle montagne.
Lavora con scene estremamente vivide le quali sono spesso di grande
valore documentario che ci permettono una vista impressionante di queste gradi
vette della Terra per non parlare del suo lavoro come illustratore per varie
pubblicazioni e riviste alpine…
E’ perciò che noi possiamo tralasciare ogni discussione di topografia positiva, per considerare solo l’Immagine, la Forma immaginale, quale organo di percezione, e quale è percepita da una psico-geografia, da una geografia immaginale.
Ora, sono
questi i quattro gradi del Cielo mazdeo (con i quali scaliamo la vetta…).
L’Alborz
è dunque di fatto la ‘montagna cosmica’, eretta dal supremo sforzo della Terra
per non essere separata dal Cielo.
Essa è
‘la montagna risplendente… dove non ci sono né notte né tenebre, né malattie
dalle mille morti, né infezione creata dai demoni malvagi, là ove non regna e
prospera il male’.
Durante la prima guerra mondiale Compton ha raggiunto un invito da
parte dell’esercito austriaco a dipingere quadri del fronte montagna. Ma l’Alto
Comando della Baviera ha proibito tale accordo quindi il pittore è stato
espulso dalla Associazione degli Artisti di Monaco perché inglese.
Con il suo lavoro E.T. Compton ha influenzato le opere di Ernst
Heinrich Square, Karl Arnold, e non ultimo quello di suo figlio Edward Harrison
Compton (1881-1960).
Non ci
meraviglieremo dunque più di trovare al principio dell’inno a Zamyat il
richiamo delle montagne, e non vi vedremo un semplice ‘catalogo orografico di
ogni contenuto religioso’: è la Terra che l’Immaginazione attiva mazdea ha
trasmutato in simbolo e centro dell’Anima, e che è integrata agli accadimenti
spirituali di cui l’Anima stessa è la scena. Quindi la ‘geografia immaginale’ è
il luogo degli accadimenti dell’Anima, privati di questa essi non hanno più un
luogo; ‘non hanno più luogo’.
Tuttavia, il geniale pittore di montagna era anche un ottimo
scalatore. Tra i suoi numerosi tour in Alpi orientali e occidentali non ci
sono meno di 27 nuove rotte e prime ascensioni.
Dopo Purtscheller Compton prende tutti eccellenti arrampicatori con i
quali camminare, ‘le sue abilità lucide alpinistiche su roccia e ghiaccio, la
sua perseveranza quasi ammirevole, la sua inesauribile pazienza nel sopportare
le difficoltà, davvero geniale talent scout, tutti sono ammirati dalla sua sublime serenità e la sua serenità
è olimpica ed indistruttibile’, così qualcuno… parla di lui…
…Possiamo
allora affermare che Imago Terrae significa, insieme all’organo stesso della
percezione, ciò che viene percepito circa gli aspetti e le figure della Terra,
non più semplicemente attraverso i sensi né come dati empirici sensibili, ma
attraverso la Forma immaginale, l’Immagine-archetipo, l’Immagine a priori
dell’Anima stessa.
La Terra
è allora una visione, e la geografia una geografia visionaria, una ‘geografia
immaginale’. Perciò è questa Immagine sua e la sua propria Immagine che l’Anima
ritrova ed incontra. Immagine proiettata da essa è al contempo quella che la
illumina e quella che le riflette le figure a sua immagine, figure di cui a sua
volta è essa stessa l’Immagine, vale a dire gli Angeli femminili della Terra
che sono ad Immagine dell’Anima.
Ecco
perché la fenomenologia mazdea della Terra è propriamente un’angelogia (opposta
e contraria all’odierna demonologia del progresso…).
(H.
Corbin, Corpo spirituale e Terra celeste)
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