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Il Sentiero (10)
Circa l'Identità della Natura (36/1)
Prosegue con...
'Lui' che parla (12)
Circa l'Identità della Natura (36/1)
Prosegue con...
'Lui' che parla (12)
Lui: Strano che così poche persone (prendano cognizione di ciò che pur
ammirando da lontano - vive cresce parla e regola il nostro quanto l’altrui
quieto o disastroso vivere) vengano nei boschi a vedere come il pino vive e
cresce sempre più in alto, sollevando le sue braccia sempreverdi alla luce – a
vedere la sua perfetta riuscita; i più invece si accontentano di guardarlo
sotto forma delle tante ampie tavole portate al mercato, e considerano quello
il suo vero destino…
L’Io: Così superato il difficile ‘passo’ dopo
il ‘giardino’ (o bosco…) ammirato dallo stesso finestrino (il nobile della
carrozza alla presentazione di pria, primo ed invisibile confine della nuova
edizione per questa inedita via…, mi porge il libro forse solo per tacitare
l’antica paura, forse solo per esorcizzare i comuni mali con cui dividiamo la
comune speranza), sono entrato in un diverso panorama ‘nella e dalla’
Metafisica narrato: ‘Invisibile Sentiero’ poco ammirato, se non nella
disciplina figlia d’un ortodossa parola parente di una persecuzione altrettanto
antica nemica di ogni retta verità evoluta, all’hardware o softaware di quanto
detto e fors’anche osservato.
L’albero
mio altrettanto antico, parla e svela la Rima quale verità per indicare la
strada maestra di cui guardiano…, giammai nemico di quanto goduto alla
‘parabola’ della visibile via, materia evoluta croce a segnare la direzione mai
smarrita…
Quindi
condividiamo comune Memoria per rimembrare il dialogo interrotto oppure
braccato, forse tacitato o solo inquisito, scriviamo del nostro comune panorama
ammirato… perché ho percorso i sentieri di una Storia antica, sono andato ad
ammirare o forse solo salutare il vecchio Saggio… divenuto faggio secolare, per
l’appunto, con il quale condivido nobile Viaggio…
Lui: Ma il pino (quanto il Faggio) non è legname
più di quanto lo sia l’uomo, ed essere trasformato in assi e case non è il suo
impiego autentico e più elevato, non più di quanto lo sia per l’uomo essere
abbattuto e trasformato in letame. C’è una legge più alta che riguarda il
nostro rapporto con i pini (quanto i faggi) quanto quello con gli uomini. Un
pino abbattuto, un pino morto, non è un pino più di quanto le spoglie di un defunto
siano un uomo. Si può dire che colui che ha scoperto solo alcuni dei pregi
dell’osso di balena e dell’olio di balena abbia scoperto il vero scopo della
balena?
L’Io: Albero secolare… si è ornato di
pietre ricche più dell’oro in questa Primavera che riluce quale imparagonabile
e segreta pittura. L’oro lo ammiro in questo ‘nobile’ cammino, la sua
gradazione mi da vigore, nelle sfumature della luce assume e splende come
pietra preziosa… Brilla come un diamante ed ogni viandante (oggi come allora la
loro vista splende alla luce di ogni foglia la quale narra Memoria e regala
bellezza taciuta o forse la verità di un diverso Tempo ammirata ed ora rinata
alla vita per chi il dono antico della vista…) con sé il suo Spirito di natura
balbetta parola di Dio ed al sole di una nuova venuta non sa di preciso se oro
diamante o zaffiro riluce l’antica via… da secoli percorsa. …
Bellezza
che trasuda nuova venuta dopo un Inverno rigido appeso al sudario di un Dio
lungo l’eterno calvario della Parola costretta entro una tomba, quale il ‘Primo
o Secondo’, in questa sua mite compostezza non l’ha confessato, giammai per
mancanza di incertezza, ma forse per qualche peccato consumato nella terrena
certezza di una passata vita nominata Eresia all’ombra di ogni visibile via…
Ed il
pensiero mio dall’oro creato nel Secondo narrato così matura: “quale il Girone
della vita nella costante certezza dell’eterna venuta? Chi distribuisce il
Sentiero di ogni Anima raccolta in questa resurrezione divina?”.
Lui: Questi sono utilizzi meschini e accidentali;
proprio come se una razza più forte ci uccidesse allo scopo di fare bottoni e
pifferi con le nostra ossa; perché ogni cosa può servire uno scopo più vile
oltre che uno più elevato…
L’Io: Durante codesta via ove l’Anima
spesso sembra rapita, l’oro che vedo illumina la ricchezza sconfitta dal ‘pil’
della vita, la materia da basso suda diversa paura conia diversa moneta,
attende l’oro della vita al banco dei pegni ove destina la misera tua dottrina.
Pesano e misurano al ‘soft’ e ‘hardwar’e la ‘parabola’ di Dio al mercato della
borsa. Qualcuno certo della propria parola alla medesima ‘parabola’ condivisa
promette perdono terreno per ogni peccato consumato. In questa incertezza,
giacché un secolare avo si è pronunciato, contemplo la domanda per ogni Anima
di nuovo ammirata. Mentre adagio anche io nel mezzo della vita ritrovata,
domando a Dio chi ‘legifera’ il verbo dello Spirito perito alitare parola quale
elemento nella sintesi di una invisibile fotografia?
Se
l’Albero narra la vita trascorsa, un lupo caccia vicino alla fonte della
Madonna, quella consumata nella precedente vita, fu una colpa anche quella,
un’altra Eresia incontrata e taciuta. Un’eresia punita nella discesa senza
Parola, con solo l’istinto della bestia, oppure secolare foglia muta alla vista
per chi non sa udire la simmetria nominata vita.
Lui: Ogni creatura è migliore da viva che da morta,
uomini e alci e alberi di pino, e colui che lo comprende appieno preferirà
conservarne la Vita che distruggerla.
L’Io: Per ugual Sentiero raccolgo il Pensiero
braccato, diverrà ululato nella visibile e terrena certezza, e come l’antico Filosofo
combattuto da codesta Eresia al Tour della vita…, riscrivo la Vita!
Chi?
…Presiede
il tribunale del Giudizio Terreno e traccia strada maestra?
Onda
e ragione di particella per codesto cunicolo ammirato?
Chi?
…Indica
la giusta strada affinché la saggezza non venga smarrita?
Mi
par cosa senza via d’uscita, giacché il Dio che alberga in me, Primo di codesta
vita mi indica una diversa disciplina. Per ogni offesa arrecata al verbo divino
dal Secondo creato, amministrare ogni terreno peccato, così parmi il perdono
predicato da quel Cristo un oltraggio per il Dio tanto ‘citato’ nel momento che
la lancia spaccò costato gambe e parola, di chi perito al Teschio della terrena
venuta…
La
simmetria del Dio prima di Dio di codesta ‘Via’ mi par cosa accertata,
l’Eretico mostra il Sentiero, alto controlla la strada, dimora vicino ad una
fonte dedicata alla Madonna partorita, nella precedente vita fu Cibale
sacrificata. Così con il lupo in attesa d’udire parola del vecchio Faggio
nominato nobile saggio (con me al finestrino assiso e condiviso…), prendo a
rimuginare Divino ed Eretico pensiero. Che il ‘Tour-operator’ non me voglia
giacché (io) anche editore di siffatta Dottrina alla borsa e stamperia della
‘carta’ ove qualcuno pensa smarrita corteccia della retta via…
Lui: E’, in verità e per il vero, allora, il
boscaiolo con la sua ridicola ‘mimetica’ ad essere amico e amante del pino così
come suo fratello faggio, a stargli più vicino di chiunque e a comprendere
meglio la sia Natura? E il conciatore così come il cacciatore del Lupo e la
strana Eresia (dell’Io), o chi ne ha ricavato la trementina o la pelle, ad
entrare nelle fiabe dei posteri come colui che alla fine venne tramutato in
pino faggio o lupo?
L’Io: …Non tutto è visibile nel cielo di
questa via. Questa la Poesia che precede la Fisica nel difficile passo percorso
per approdare alla Metafisica d’un Universo ove tutto compiuto. Non tutto visibile
in codesto Creato, e nella frattura della Simmetria nasce la Vita, ma ciò che
vi era nell’apparente negazione di questa presiedere la (tua) vista. Così il
lupo cacciato e braccato ride di gusto alla piccolezza della vita, lui che gode
della miglior vista, alto nel monte domina ogni sentiero ben tracciato, è
vicino alla Madonna pregata, fonte antica dove sgorga acqua dove ogni gregge si
disseta, compresa la vacca ben nutrita che sfamerà la vita. Lui, che in
un’altra vita parlò di una strana Eresia ora è più contento di prima, perché
gode della vita come nessuno l’ha mai conosciuta, bracca ogni retta parola
nella Simmetria ove costretto, nascerà a nuova vita diverrà poeta della Rima
nella Natura compiuta… Lui, che ha conosciuto ogni segreto disquisito e cacciato
in odor di peccato e senza terra dimora nel terreno creato. Lui, che ha
conosciuto l’intollerante Pensiero cacciare ogni presunto peccato svelato
giammai consumato e in Eretica offesa dal creato pregato.
Lui: No! No! E’ il Poeta con la sua invisibile
Metafisica! E’ il Poeta colui che fa del Pino così del Lupo l’uso più sincero,
che non lo accarezza o tortura con un’ascia né lo perseguita con una sega, che
sa se il suo cuore è falso senza inciderlo né torturarlo, che non ha comprato
la licenza di abbattimento o di caccia dall’amministrazione comunale cittadina.
L’Io: E mentre raccolgo la segreta confessione
nella Simmetria Sentiero di vita, ugual cacciatore bracca la Rima e nel salone
ove l’Universo si è rivelato, selva del peccato braccato, ordina che venga
proibita la linfa elemento e principio della Vita purgata da questa Eresia.
Parrà cosa incredibile, il salone chiuso ad ogni segreto svelato e respirato
nel bosco narrato, lui, custode ed araldo d’ogni trofeo cacciato e ben
conservato e dalla Storia custodito e… numerato!
Lui: Tutti i pini e non solo rabbrividiscono ed
emettono un sospiro quando quell’uomo con la sua ridicola mimetica mette piede
nella Selva! No! È il Poeta che li ama come la propria ombra nell’aria e li
lascia in piedi con il loro antichi Infiniti Pensieri…
L’Io: Cieco alla vista e alla Parola giacché
non ancora nata nella nobile dimora! Quanti simboli hai tu che governi retta
parola? Quanti araldi a guardia della tua ‘parabola’ ora che il sogno della
verità hai chiuso e sprangato alla vita?! Quale stupore governa l’ora tua
mentre il miniato libro accende la materia della nuova venuta, sublime opera
governare ‘retta’ disciplina in assenza della Parola…? …Riprendo il Viaggio
così come in principio narrato…
E Lui a Me: Sono stato in
segheria, ed in falegnameria, e in conceria così come nella piccola loro
cittadina sempre la stessa, poi alla fabbrica di ‘nerofumo’, ma quando da
lontano ho visto le cime di quei Frammenti alte ondeggiare e riflettere la luce
al di sopra del resto della Selva, mi sono reso conto che non è quello citato
l’uso più elevato del pino. Non sono i suoi ossi o la sua pelle o il suo grasso
che amo di più. È lo Spirito vivente dell’Albero, non certo l’olio di balena
che guarisce i miei tagli. Essi sono immortali quanto lo sono Io…
(…Nel
bosco di Thoreau iniziò un Eretico Viaggio da Giuliano narrato...)
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