CHI DELLA FOLLA, INVECE,

CHI DELLA FOLLA, INVECE,
30 MAGGIO 1924

lunedì 15 febbraio 2021

I VIAGGI DELL'ANIMA (9)

 























Precedenti capitoli:


Dell'orrore (6/8)


Prosegue...:


nell'Orrore (scritti & meditati) (10)


& con l'Ode al Progresso, nella Legge uguale per tutti,


ovvero dall'orrore allo stile... 








Osservando distrattamente talune immagini di un Secolo precedente attraverso la capacità creativa e interpretativa dell’artista, un più che valido artista ‘asservito’ ad un principio rivoluzionario affine al nascente progresso del Secolo, medito alcune paradossali condizioni in cui poste le pur valide ‘icone’ ornare altrettanti nuovi e rivoluzionari ‘libri e messali miniati’, quando cioè il progresso costruisce la propria improrogabile inarrestabile curva e ascesa, o viceversa, discesa, dipende molto dall’angolazione e dovuta prospettiva come costruito e inserito nella cornice della Storia per ornarne il vasto Museo di cui l’uomo artefice e dominatore indiscusso; giacché in possesso della presunta Ragione che lo distingue da Madre Natura, e quindi così dicono, oltre il dono della parola scritta incisa e dialogata, la quale lo eleva - o dovrebbe - al di sopra della stessa, ed ancora, al di sopra da chi ne è sprovvisto per una presunta ‘povertà di mondo’ o ‘carenza di ricchezza’, dimenticando quasi sempre donde proviene la stessa ricchezza oltre l’evoluzione all’ultimo Secondo della crosta terrena ove nata…




 Le immagini scorte, dicevo, del valido artista difettano purtroppo della dovuta interpretazione (circa l’icona colta in ugual prospettiva) nel contesto in cui poste affine all’arte e alla bellezza. Giacché i concetti di bellezza ed armonia - una nota una strofa - sul medesimo spartito nella Grande Sinfonia nascono nella contemplazione dei tanti quadri di Madre Natura ove ogni Anima da Lei ispirata si specchia meditando sé stessa…

 

… Anima Arte Ragione e Intelletto nei vari gradi posti dalla poesia alla pittura si sono sempre ispirati al Dio della Natura, e se ricordo bene anche il noto genio di Leonardo ne scrisse in proposito facendo il dovuto distinguo delle varie Arti del suo Tempo. Infatti il suo genio spaziava dalla meccanica sino alla pittura, compresa l’arte della scrittura, si lamentava spesso di non essere sufficientemente preparato nella lingua che contraddistingueva dotti e saccenti del suo tempo, cioè il latino, pur palesando ottimi scritti…




 Ma Leonardo - si badi bene - oltre ad essere un indiscusso uomo di genio che spaziava in tutte le discipline, non dimenticò mai la propria musa, cioè Madre Natura, ed a Lei come prima di lui Archita si rivolgeva per ogni buona opera, non era certo disgiunto dalla stessa, e non certo voleva apportare il proprio dominio su chi al meglio lo ispira… Dal volo sino ai fluenti moti delle acque… e da Lei imparare…

 

Il concetto di Natura un legame imprescindibile per ogni artista, quando non si doveva ‘curarla’ per ‘lo grande male arrecato’ ma solo accudirla giacché in Lei regna ed impera ogni forma di rimedio e sussistenza; ed anche se le lotte dell’uomo oltre con se stesso, comportavano una indiscussa costante lotta con l’indomita forza che da Lei proviene, comprese carestie e pestilenze, non si pensò mai di recidere tale cordone ombelicale per ogni ispirazione che pur nel beneficio deriva…




Una sudditanza unita e mai disgiunta da una vigile attenta obbedienza da ciò da cui nato… Questo il patto segreto e araldo su cui incisa la moneta dall’uomo per secoli coniata, tanti troppi che nel contarli si perderebbe il principio del conto stabilito per porre metro di misura disgiunto all’ultimo gradino o secondo dalla nuova moneta ottenuta; e se anche successivamente alla caduta dell’impero romano, come ricorda Le Goff,  la moneta ebbe a rimarcare i dismessi confini del baratto, ristabilendo l’ordine nel secolare commercio per imporre il nascente dominio delle banche, il metallo ove coniata non certo disgiunto dall’araldo e pietra su cui incisa la fortuna derivata…




L’Ecologia - o meglio la dovuta necessaria presa di antica coscienza nella futura prospettiva filosofica - nasce per l’appunto dalle improprie e non affini  manifestazioni del ‘mutato’, quando ci si accorse che la nuova Rivoluzione, e non più Arte (‘coltivata entro un mestiere’) andava a definire e consolidare contesti sociali entro precisi e globali ecosistemi con irreparabili fratture oltre quelli naturali, radicalmente cambiati; ed ove il malessere terreno della stessa rivoluzione non risolveva la servile condizione umana di un interminabile medioevo protratto nella storia, ma spalancava le porte verso una nuova e più feroce asservimento alla deriva d’una morta materia. Peggiore di quanto la stessa rivoluzione abbia frainteso nella propria feroce miopia storica sociale ed economica adattandola, e questo ancor peggio, agli impropri schemi della nascente nuova teoria evoluzionistica.




Da qui l’Economia sovvertire e corrompere ogni Spirito dai presunti benefici che da tal rivoluzione derivano o dovrebbero, e in maniera graduale andarono a stabilire un nuovo ordine terreno. L’Economia diviene il principio indiscusso ove fondare, oltre la moneta, anche ogni presupposto di ‘presunta’ ricchezza; non si riconoscono più i valori d’un tempo, ma in maniera graduale furono, come sempre succede, sostituiti dai nuovi con cui accompagnare  altrettanti miti. Da bisogni più o meno reali. Da necessità o lussi più o meno appaganti in nome della materiale ricchezza. Da nuove esigenze aliene all’uomo innestate e ben coltivate. Ed infine al Cielo del vasto panteon dello Spirito furono concesse stelle e luci di nuove dèi interpretare la mala o cattiva sorte terrena. Il quadro divenne sempre più nitido, la pittura abdicò il passo alla lastra fotografica, la nobile arte del dramma e scrittura abdicarono il vasto palcoscenico alla  sceneggiatura interpretata per ogni scatola o grande schermo parlante, gli adepti imitano i nuovi miti, sognano come loro e profetizzano un miracolo oracolare con cui meglio interpretare o soffocare il dramma terreno. La Natura e non solo quella umana viene proiettata ed ammirata ancor più nitida e bella di come un tempo pregata!   




L’uomo perde progressivamente coscienza circa se medesimo peraltro convinto del contrario, ma anche, come bene ricorda Guenon, la reale consapevolezza circa la sua ed altrui Natura connessa con la propria esistenza; va così a costruire e prefigurare un dominio e una civiltà disgiunti dai principi regolatori pilastri del suo quanto il mondo donde deriva, compresi tutti quelli che per sempre, se pur discutibili, lo avevano contraddistinto nel bene o nel male, affini alla secolare genetica storica donde proviene una rimossa coscienza scritta nel fato come la magia per leggere ogni evento rivolto al moto d’un mito qual elemento per sempre congiunto e mai sia detto disgiunto…




Tale Sogno verrà reciso appellandosi in nome del nuovo uomo nato da chi lo aveva - in verità e per il vero - crocefisso. Dottrina e Verbo s’impongono al tempio d’una dismessa e dimenticata Filosofia. La continuità non viene riconosciuta solo sottratta alla verità storica; verrà, come ogni Rivoluzione impone, costruita la credenza dalle ceneri disgiunte d’uno spirito rinnegato confondendo Dio e Ragione, e come al meglio cercarlo ammirarlo venerarlo non men - ed in ultimo -  pregarlo in eterno beneficio per ogni incaricato del tempio.

 

Le Cattedrali della Natura furono anch’esse colonizzate a beneficio di ugual medesimo chiodo e Fiume su cui intrappolare la nascente forza dell’eterno moto delle limpide acque. Sulla Cima venne impressa l’indelebile impronta dell’uomo a forma di croce così da rimembrare ad ognuno cosa capace per ogni Teschio ove crocefissero il Profeta e con Lui ogni tempio di Madre Natura.  




Codesto peccato riconosciamo giammai nel Profeta per conto del suo Dio morto ogni dì in questa ed ogni Terra, ma come l’uomo ne abbia naufragato il messaggio terreno… Ed anche in questo caso la (sua) Natura ne esce sofferente e disgiunta circa la pretesa d’una pur feroce e futura economia costruita nella pretesa del Dominio rivelato all’uomo…

 

L’uomo confonde ancora progresso ed economia ed in questo errore interpretativo negli ultimi centocinquant’anni avendo mutato falsato e coniato valori e prospettive non meno di false coscienze, ha sempre pensato che il valore del progresso (compreso quello teologico) sia dato dalla somma economica raggiunta quantificabile nella ricchezza in inarrestabile e progressiva illimitata ascesa (aggiunta all’esportata evangelica Parola), non avendo ristabilito e risolto - ma solamente rimosso - che il reale progresso rappresenta null’altro che il valore di ricchezza del singolo uomo nella società in cui posto compreso il proprio Spirito non disgiunto ed in conflitto con gli Elementi da cui deriva; di conseguenza motivato da codesto principio procedeva il più possibile nel merito da ciò che potremmo definire ‘arte e mestiere’ al fine di consolidare la propria spirituale appartenenza affine all’Anima-Mundi cui apparteneva. Con ciò, se pur criticabile e lontano dal concetto di casta  con tutti i limiti della critica storica che tal analisi comporta proiettati nella sfera della libertà,  paradossalmente l’antico antenato (per sua sfortuna anche pagano) non asservito alla macchina (dottrinale del nuovo progresso) e certamente molto più libero se pur da taluni nominato schiavo…


(Prosegue...)


(illustrato da J. Pennell)








 

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