Precedenti capitoli...:
Circa la tirannide (16/7)
Prosegue con il...:
Potere di non governare [18]
& L'artifizio, ovvero, l'inganno (19)
Ciò che mi
preme sottolineare, in merito al detto Simposio in difesa della Democrazia, è
altresì notare che sussiste una democrazia ambientale ad uso di ogni
cittadino, non più del proprio Stato, bensì globalmente facente parte del mondo
intero.
Cioè un
cittadino del Pianeta disquisito!
Sarò ancor
più chiaro, Greta e i suoi giovani attivisti,
non hanno di certo torto, quando da ogni parte della Terra, ovvero da ogni Confine
oltrepassato, manifestano per l’interesse del Pianeta.
Possono ed esercitano il loro ‘essere ed appartenere’ al mondo non più come singole merci, bensì ed all’opposto, come liberi Elementi i quali hanno assunto coscienza, anche per chi non ha Parola - o peggio taluni ancora dicono Pensiero. Agiscono da esseri liberi non assoggettati al dominio incontrastato delle merci (le quali discutono apparentemente vive tra loro), bensì al contrario, incarnano i sentimenti così come ogni Elemento della violata Natura, in simmetria con la stessa; peggio sarebbe se ciò non potrebbe esser Stato.
Ovvero, se
il singolo Stato di cose gli avesse impedito l’esercizio evoluto da Madre
Natura.
Come di
fatto avviene nella tirannide di altri assenti, o apparenti membri permanenti
nella mascherata esercitata Dottrina ad uso della democrazia.
Solo la
Legge può smascherarne l’inganno!
Affinché
tutto ciò non divenga farsa recitata.
Ciò ci dovrebbe far riflettere e legiferare in merito.
E
ciò ci conferisce giusta ispirazione.
Per
quanto molto seppur ancora poco è stato fatto, urge - a Ragione - anche la tutela
di conservare il poco raggiunto nella maggiore difesa che i liberi Elementi ci
suggeriscono, legiferando in loro onore per esserne all’altezza (qual esseri
viventi in medesimo Terra).
Del
resto, come disse anche un Profeta morto a causa del Tempio, sono loro puri e
non certo la merce guasta e avvelenata disquisita come distribuita al mercato
della Legge (in nome dello stesso).
Perché se uno Stato, per quanto grande questo sia non in grado di soddisfare le esigenze democratiche collettive sollevate dai propri cittadini in difesa del ‘bene pubblico’, favorendo l’interesse privato, avremmo tradito, così come equivocato, ogni senso democratico che l’evoluta civiltà incarna o dovrebbe.
Questo il
primo ‘assunto’ adottato nel principio democratico inteso come bene del
singolo. Per ‘bene’ del singolo non parliamo solo della merce creata dal
singolo stato facente parte della democratica globalità con cui intendiamo
l’intero pianeta, bensì nella singola capacità di crearla, così come porla alla
Logica democratica d’ogni globale mercato confacente al democratico Diritto
inteso come benessere d’ognuno.
Se detto
principio fosse, nella propria Logica violato, allora di rimando, non dovremmo consumare
e porre alla (medesima) logica del Libero scambio (così come il mancato
rispetto ed impegno ci impongono e fanno riflettere in merito) tutte quelle
merci dedotte dall’eguale globale principio violato.
Ed allora, senza troppi preamboli o sofisticati raggiri interpretativi, accompagnati da complesse disquisizioni istituzionali, è necessario riflettere sulla disposizione ambientale sancita come Legge equivalente per ogni Stato firmatario dell’accordo raggiunto e sottoscritto in ambito comunitario.
Ovvero,
ogni Stato si impegna per quanto sottoscritto ad adempiere ai patti raggiunti,
e tutti quelli ancora da conseguire (nel breve termine possibile, così come
scritto da ogni targhetta esposta al mercato del Tempio, se scaduti si prega di
rimuovere immediatamente dal collettivo uso & consumo), successivamente
promulgati come singole ugual disposizioni di Legge vincolanti e penalmente
perseguibili.
Né più né meno di coloro che vengono perseguiti e processati per crimini protratti contro l’umanità intera!
Questo importante
trascurato aspetto, il quale travalica la specifica competenza di ogni singolo
Stato firmatario, deve essere adottata come indistinta Legge e successivo
obbligo istituzionale; ovvero creare le premesse affinché ciò di cui oggetto
globale non possa essere in nessun modo cancellato violato e/o modificato da
successive disposizioni di ogni singolo Stato firmatario (in apparente libero esercizio
del proprio dominio, e in conformità di ogni libero futuro Governo votato, in
quanto le Leggi sancite nella globalità della Natura, così come ogni Elemento,
debbono per l’appunto, prevaricare ogni confine humano, in quanto dall’uomo
assoggettate e quindi poste al vincolo dell’interesse [apparente] dello stesso,
tralasciando il collettivo cui disquisito, e di cui, solo la Legge si assume
l’indiscusso merito, non più democratico dell’impegno assunto!).
Tutto ciò, direte voi, non è più democrazia.
Può essere anche vero, infatti da chi ispirato un ex tiranno, lo abbiamo detto circa il simposio dei vecchi saggi narrato dal buon Plutarco.
Questo
particolare ed ancor più delicato aspetto dell’intera ‘questio’ significa che
nessuno più padrone in casa propria?
La domanda
più che legittima!
L’Ambiente
e la Filosofia che contempla l’uomo risponde.
Ovvero, se un soggetto, facente parte di uno Stato cui il beneficio del progresso deriva dall’ambiente inteso come bene globale, ed a cui, libero di tutelare come, e al contrario, nel deliberato disinteresse, ingannare e inquinare a proprio piacimento, pur essendo non più un piccolo o grande Impero dietro al proprio muro bensì un criminale; allora si necessita una adeguata preventiva globale Legge a tutela contro ogni forma istituzionalizzata di associazione a delinquere, ancora più efficace contrastarne l’adottata tirannide che ne giustifica la criminalità esercitata, e seppur in apparenza non democratica, bensì adottata in ugual urgenza e principio di cui si adopera ed ispira, nel necessario contrasto nello scoraggiare la presunta ‘libertà’ di mortificare la globale democrazia d’ognuno.
Ovvero,
deve sussistere una determinata specifica presa di coscienza del bene
collettivo appartenere ad ogni singolo abitante e cittadino, ma prima di questo,
di tutti i soggetti inermi incapaci (in quanto qualcuno, a torto o ragione, li
dichiara poveri di mondo) di difendersi.
Ciò detto, senza successivi raggiri o acrobatiche disquisizioni da ciarlatano, debbono sottintendere l’accordo in previsione della futura non adesione.
E
soprattutto esaminare in merito l’impropria posizione dedotta nell’abominio del
crimine, di coloro che inquinando minano la globalità dell’intero pianeta.
Ed allora,
un aspetto non del tutto specificato deve necessariamente convergere sulla
immediata necessità di imporre (come sosterrebbe il mio amico Nicarco) qual
vincolo di Legge l’accordo siglato e concordato, nei meriti promulgati di
singoli Leggi degli Stati firmatari. E mi ripeto ancora, se ciò appare
improponibile, è altrettanto proponibile che ogni singolo seppur firmatario
dell’atto congiunto, possa un domani rimuovere il vincolo a beneficio del singolo
interesse, assoggettando la propria decisione, seppur votata democraticamente
all’interno del proprio Stato, costringendo gli altri dell’intera globalità
pagarne le ingiuste catastrofiche conseguenze.
Detto tutto ciò, è importante in previsione e merito, in quanto gli interessi dei singoli potrebbero far naufragare l’interesse globale d’ognuno, iniziare a studiare una serie di misure a tutela, disciplinate da specifiche leggi commerciali le quali tendono a penalizzare nel concreto (così come il muro che cinge un impero) tutti coloro che non si adeguano.
In pratica
delle specifiche severe sanzioni comunitarie che di fatto impediscono di
stipulare trattati come liberi scambi commerciali con tutti quei soggetti non firmatari.
Ed in qual
tempo certificare la libera scelta e reciproca appartenenza suggellata
dall’accordo fra tutti coloro che hanno aderito.
Ovvero una
più vasta comunità e non solo Europea o Americana….
Non più dazi o barriere commerciali, come ebbe a disquisire Trump, bensì ed ancor peggio, dei muri ai quali i soggetti non aderenti non possono far emergere la propria economia suggellata nel principio della violata Natura.
Solo in
questo modo, come mi suggerisce il mio buon amico Nicarco, possiamo tutelare
anche e soprattutto la povertà di tutti coloro che a causa dei più ricchi
naufrago nel collasso del proprio ecosistema.
Se tutto
ciò può apparire improponibile, in quanto lega fra loro da specifici interessi
i soggetti firmatari, oltre a quello di promulgare uguali medesime Leggi per
quanto deciso, comprese norme severe per gli inadempienti, risulta l’unica via
percorribile per impedire il sottrarsi all’obbligo globale di quanto
sottoscritto.
Così
intendiamo essere ed appartenere al Mondo e parteciparvi nella sana Ricchezza
equamente distribuita come percepita!
Altrimenti saremmo irrimediabilmente poveri dello stesso al di sotto d’intendere la stessa da cui deriva la differenza.
Ovvero più
bestie che humani!
Se così non
fosse, e se la comunitaria regolamentazione violata, il singolo soggetto
firmatario o Stato, perderebbe benefici dedotti, intesi come commerciali, di
tutti gli stati firmatari, ed essendo questi i maggiori industrializzati, ciò
significherebbe il beneficio di poter aderire ad un libero certificato scambio,
ovvero un determinato marchio di fabbrica il quale attesti la comprovata
regolarità di quanto creato stipulato sottoscritto e sancito.
Chi
sprovvisto di tale prerogativa non potrà aderire ad un libero scambio di merci,
in quanto le stesse tutelate dalla legittimità di poter democraticamente
circolare, in quanto poste al vincolo globale e simmetrico dalla Natura da cui
dedotte, così come la Legge in sua tutela!
Se è vero, mi suggerisce il mio caro amico Nicarco, che ogni Elemento inquinato viaggia nella circolarità dei mari come dei cieli, dalla stratosfera sino al fondo dell’Oceano, allora deve essere altrettanto valida questa equazione, altrimenti non saremmo all’altezza morale e civile del bene sfruttato e in cui viviamo!
In quanto
il buon Dio che ha pur Creato questa capacità evolutiva del libero scambio
nella prospettiva della Vita, incaricando gli Dèi suoi Infiniti Elementi che
noi andiamo a celebrare, e per ultimo l’umano, il quale (umano) si deve
adoperare ad eguagliarne l’Opera ancor meglio dello scienziato, applicando
ugual medesimo scambio anche nel valore dato alle proprie merci; agli Dei ci si
deve ispirare in Ragione dello Spirito incarnato ed in perenne Viaggio.
Il mio
amico Pitagora, assente per altri più importanti impegni mi suggerisce di
riflettere in merito!
Ovvero la materia subordinata al vincolo degli Dèi e sancita dall’unico Dio posto alla sacralità della Dottrina distribuita saggiamente agli uomini!
Ed allora,
e di conseguenze, in nome degli Dèi per ogni cosa creata dall’inizio
dell’Universo, è più che giusto regolamentare nonché disciplinare con maggiore
severità e pena ogni futuro sacrificio, non più d’ogni essere vivente - o
agnello che sia - posto all’altare d’una improprio paradossale credo, bensì ed
al contrario, della detta materia all’altare del vincolo e giudizio di Dio!
Lo scienziato
- seppur ateo - prenda nota!
Democrito
mi odi e senti, per ogni atomo dato e studiato è hora di sottoporlo al severo
giudizio di Dio, in quanto avvelenato e seviziato!
Questo
argomento è il più importante accordo il quale globalmente sancisce e disciplina
ad hoc la salute, ovvero la futura
salute d’ognuno in ugual medesimo Simposio.
È giunto il
Tempo di opporre severe leggi a tutela, ovvero dei muri per tutti coloro che
intendono avvelenare il nostro misero pasto!
O ultima
cena!
(Giuliano)
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