Capitoli...:
con precedenti Dialoghi
& una Epistola
Prosegue con un
Inter-mezzo (4/5)
Riassumendo
brevemente il precedente Dialogo, parlando con il nostro Muir,
siamo arrivati ad una grotta, e assieme abbiamo meditato, attraverso le nostre
vite trascorse, ciò che al suo riparo nato e nascerà ancora, giacché ogni Caverna
cela un Segreto antico per essere solo qui disquisito e dalla breve materia
intuito, e con altrettante umane parole,… descritto.
Un Tempo i
nostri comuni antenati in essa cercavano riparo, sia dalla natura ostile -
teatro e palcoscenico di ugual esistenza evolutiva -, sia da medesima ostilità umana; poi in un mondo apparentemente evoluto, scaturì e fu scoperto
nel suo ventre materno, un più profondo mistero riconducibile all’Universo e
concernente un più probabile Linguaggio (simmetrico
alla muta lingua di tanti Dèi e Uno).
Da lei e
nel suo grembo nacque una più articolata Parola, e da eretico qual sono,
affermo che nel Legno e nella Pieta studiata come interpretata, ma non certo
pietra sepolcrale o legno di croce sacrificale, bensì due neoplatonici paradigmi strutturali di cui legno e pietra
essenziali, concernenti una diversa architettonica interpretazione, o meglio,
una diversa realtà interpretativa affine sia alla Storia che alla immateriale
dottrina, ‘con cui e per cui’ la Terra nata e successivamente (nel bene o nel male) edificata, e di cui il Sentiero Uno!
Ovvero un apparente Nulla narrato e disquisito (simmetrico* e affine all’atto creativo di Dio da cui l’uomo impossibilitato nell’esercizio del calcolato Pensiero, immaginarlo e definirlo, come ben interpretarlo alla Luce, in cui e per cui, posto affine al miracolo della Vita…), sia da un ortodosso, come da un Eretico…, e nel Nulla meditato, come più volte ipotizzato, in qualche antico Scriptorium transitato!
* [1
& 2]Che cos’è esattamente la simmetria? Nel linguaggio corrente, il termine
ha due significati diversi. Il primo è vago e corrisponde all’eleganza delle
proporzioni; il secondo, più preciso, si riferisce alla ripetizione di motivi
in una forma. È questo secondo significato che interessa il matematico. Il
corpo umano ha (approssimativamente) simmetria bilaterale: non si può distinguere
un individuo dalla sua immagine in uno
specchio, perché le metà sinistra e destra del corpo sono sovrapponibili. Una
stella di mare con cinque bracci identici comprende cinque assi di simmetria.
Un fiocco di neve possiede sei assi di simmetria, e un nido d’api infinito ha,
oltre ai sei assi di simmetria di ciascuna celletta, un’infinità di invarianze
per traslazione. Allo scopo di definire esattamente l’essenza della simmetria,
i matematici si interessano non tanto alla forma degli oggetti simmetrici,
quanto alle trasformazioni che si possono far loro subire. Supponiamo di
presentare a una persona una stella di mare perfettamente simmetrica, posata su
un tavolo: poi, mentre il soggetto guarda altrove, ruoti amo la stella di mare
di un quinto di giro. La persona interrogata non saprà decidere se la stella è
stata ruotata o no, e il dubbio rimarrebbe anche se la rotazione fosse stata di
due quinti, di tre quinti, di quattro quinti di giro, oppure se la stella di
mare non si fosse mossa. Queste cinque trasformazioni lasciano la stella
immutata e formano un insieme chiamato gruppo. Nel nostro contesto, la parola
gruppo non ha solo il significato di raggruppamento, vale a dire di insieme di
trasformazioni. Essa si riferisce a proprietà matematiche delle trasformazioni.
Supponiamo di applicare in successione due trasformazioni del gruppo di
simmetria della stella di mare: questa rimarrà ancora invariata, perché la combinazione
di due trasformazioni del gruppo è ancora una trasformazione del gruppo. Questa
proprietà è una delle più importanti della struttura di gruppo. Quando si
combina una rotazione di un quinto di giro con una rotazione di due quinti di
giro, il risultato è identico a quello che si ottiene quando si effettua direttamente
una rotazione di tre quinti di giro. Considerando il giro come unità, si può
scrivere: l /5 + 2/5 = 3/5. Questa particolare uguaglianza è ovvia, ma i gruppi
riservano diverse sorprese matematiche. Immaginiamo una rotazione di tre quinti
di giro seguita da una rotazione di due quinti di giro: la trasformazione combinata
è identica a una rotazione di un giro completo.
In altri termini: 3/5 + 2/5 = O!
IL NOSTRO “GRUPPO” DIALOGANTE NASCE DA
QUESTO ENUNCIATO, E NON ESULA DALL’INFINITA NATURA DONDE NATO; LA “SIMMETRIA”
NE RAPPRESENTA SOLO UNA VISIBILE MATERIALE PROSPETTIVA, LA QUALE NON MUTA IL
FINE PER CUI NATO IL PRESENTE FRAMMENTATO DIALOGO (e da un Oracolo rilevato così come rivelato, sia
in Fisica che in medesima Sacra Dottrina, la
NATURA COMPIE IL SUO CORSO SPECCHIO DEL DIO APPENA IMMAGINATO!)
Onda o Particella, il mistero rimane insoluto!
Sappiamo
anche che una antichissima Filosofia, da cui il nostro ZERO matematico nato, si
rifaceva ad un preciso Pensiero. Senza questo Nulla nella medesima ugual Storia,
talvolta o troppo spesso mal interpretata, un specifico Linguaggio umano non
sarebbe evoluto fors’anche mai nato così come neppure ben pronunziato.
Infatti,
paradossalmente, prevale lo ZERO e il NEGATIVO, rispetto alle ‘progressive aggregative’
della calcolata materia, confermare non più asimmetrica
concernente la vita e con essa la chimica evolutiva, ma divergenza letta
nella carente deficienza immune rispetto a Colui che ci ha creato, scomposto
negli innumerevoli altari degli Dèi, e successivamente ricongiunti nell’Uno
pregato, e di cui due metà sanciscono il Fine di perseverare il vero e sano
Intelletto naufragato e prossimo ad un NULLA ASSOLUTO!
E di cui
assommati a ciascuna metà alternativamente demonizzata, compiamo ugual Sentiero
sperando di unire e giammai dividere. Ovvero, cercando di comprendere tutti
quegli errori umani che non certo appartengono alla Natura Madre degli Dèi. Ovvero
il riflesso Pensiero del Dio.
Per taluni
animi più propensi ad una verità scientifica a cui non dissentiamo - seppur
tali antiche verità rilevate ancorate alla trama ‘psicologica-mitologica’
connessa con la stessa universale coscienza, ortodossi e più propensi nel
decifrare una diversa linguaggio specchio di una o più volontà protese alla
cima nel fine d’una più profonda Coscienza rivolta, non più al mistero, ma alla
precisa dettagliata, e oggi si suol dire come un secolar Tempo, infallibile
naufragata conoscenza, abdicando all’immateriale Mistero poco margine
interpretativo.
Tutto ciò
osservato può e deve essere spiegato, il Mistero così come l’Anima, e
l’immateriale di cui l’antica nostra Memoria forgiava non più Filosofia ma
altrettante Verità, possono e debbono essere recise da una determinata cultura,
per evolverla verso un multiforme formicaio e ad un ape regina!
Il nascente positivismo (come ad Atene Democrito sancì una nuova èra filosofica) inizierà a scrivere la sua nuova dottrina e con lui anche l’irreversibile declino della Storia. E ciò non certo un paradosso, ma prendere Coscienza del Tempo narrato dalla stessa infallibile simmetrica scienza geologica, ossia milioni di anni per evolvere e pochi decenni per distruggere!
….Da un lato meraviglia il fatto che nessuno
avesse mai tentato prima un’analisi strutturale globale dell’arte sulla base di
una grammatica, ovvero di una tipologia dei segni, di una sintassi dei sistemi
di associazione tra i segni. La logica scolastica diceva che, se non era già
stato fatto, voleva dire che non era fattibile. D’altro canto, affermare, come
facevo, che l’arte delle rinomate grotte della Dordogna seguiva gli stessi
criteri e la stessa logica dell’arte degli aborigeni australiani o dei
boscimani del deserto del Kalahari suscitava scandalo e anche risentimenti.
La scoperta di paradigmi universali proponeva una
dimensione difficile da afferrare, in un mondo umanistico, più descrittivo che
analitico, abituato a definire soprattutto caratteristiche locali, e a cercare
più le differenze che le affinità.
Nell’arte dei primordi troviamo infatti archetipi
e paradigmi del nostro essere e che abbiamo ancora profondamente dentro di noi.
L’arte rupestre è un fenomeno mondiale comune alle popolazioni non letterate
che inizia con Homo sapiens e viene sovente a cessare quando la gente che la
pratica acquisisce una forma di comunicazione del tipo che chiamiamo scrittura…
In moltissimi complessi d’arte preistorica ed
etnologica, in tutti i continenti e in tutte le categorie ricorrono tre tipi di
segni grammaticali diversi tra loro:
Pittogrammi, figure nelle quali riteniamo di riconoscere forma
identificabili con oggetti reali o immaginari, animali uomini o cose.
Ideogrammi, segni ripetitivi che vengono talvolta definiti come dischi,
frecce, rami, bastoncini.
Psicodrammi, segni nei quali non si riconoscono e non sembrano
rappresentati né oggetti né simboli.
Sono slanci, violente scariche di energia, che
potrebbero esprimere sensazioni quali vita o morte o odio, o anche esclamazioni
o auspici.
(E. Anati)
Se tale
‘assunto’ o ‘enunciato’ matematico lo dovessimo rappresentare sulla parete
della stessa, avremmo un coefficiente di ‘irrisolvibilità’ numerica e
rappresentativa espressa con ugual ‘pittogramma’ (ove ognun connesso Nessuno escluso); sproporzionata (e/o inversamente sproporzionata) e non
più riconducibile alle proporzioni o fase storiche di ugual Memoria; il divario
o il baratro che ne consegue troppo profondo come un Ade da cui non si riesce a
scorgere né luce né vita; dato che dal ‘pittogramma’ si presume evoluti verso
il numero da cui narrato il primitivo linguaggio, però impossibilitati nel
rappresentare il divario, o l’improvviso abisso, in cui entrambi sprofondati
qual geroglifico della nuova èra rappresentare ugual medesima pittografia,
immune da qual si voglia grammatica evolutiva e più propensa all’antico
psicodramma divenuta più farsa che tragedia. E non certo per le comuni
condizioni in cui, pittogramma e/o futura scrittura nati, bensì per una
frattura, e non più geologica da cui tellurica evoluzione, nell’arresto
improvviso senza alcuna continuità evolutiva dettata da ugual opposta Spirale
distruttiva.
Riconoscere
l’impronta della stessa nel codice genetico della Terra, dall’Universo evoluta,
significa considerare la forma della vita (per ogni sua impronta) letta e
interpretata in ogni sua manifestazione. Solo una Spirale diversa avvitata su
se medesima e rivolta contro il suo creatore compie l’odierna opera dell’uomo.
Ogni vite e
non solo Spirali diverse tra loro, ma le viti dell’uomo edificano quanto la
Natura non avrebbe mai immaginato! Certo
partorì dinosauri e coccodrilli, però la Spirale evolutiva rese la grammatica
affine ad un più reale Pensiero scritto in un Fine più serio per essere
meditato e non certo maledetto…, come poi leggeremo circa il nostro Dialogo!
Allora è
necessario meditare cotal (orientale
& occidentale) positivismo, ieri come oggi narrato, evoluto in maniera
insoddisfacente e approssimato, giacché, e mi ripeto, se la comune Storia non
l’avesse scritta una moneta (più o meno
falsa), bensì una antica Caverna rettamente interpretata per ogni Elemento
in lei transitato e successivamente immolato dall’umano per ciò cui dedotto il
Sacrificio, ed ove insieme al mio amico riparati e congiunti ad un Infinito
Dialogo interpretativo circa le inumane sorti dell’uomo non più divino,
certamente la comune Memoria sarebbe più affine ad una Natura evoluta
correttamente e con maggior Genio, e simmetrica con la stesso di cui un tempo
facevamo caccia. Caccia proseguita nella più deleteria Spirale evolutiva (senza nessun esame di Coscienza circa
l’Anima Mundi della Terra) e neppure affine - o del tutto immune - al più
grande scheletro di Mammut rinvenuto in ugual Caverna, il quale seppur seguendo
il suo istinto come l’improprio estinto esempio evolutivo, mai avrebbe compiuto
nei Secoli ciò di cui l’uomo annoverato nelle storiche biblioteche, così come
conservato per ogni ritratto ben dipinto comporre il dubbio profilo su medesimo ramo (...non ancora estinto)!
Infatti in ciò che comporrà ancor cotal
Infinito Dialogo, assieme scorgiamo un coccodrillo nella melma in cui nostro
malgrado ci troviamo, e di cui in ultimo simmetricamente meditiamo (circa l'umano)!
La nostra comune natura connessa con l’Anima-Mundi della Terra, alla deriva del bagaglio genetico d’una comune Memoria forgiare la Storia rimembrata come ricercata con sempre maggiore precisione, certamente possiamo affermare che se la stessa l’avesse scritta un Albero, e con lui l’intera Natura dal Carbonifero nata, ove all’ultimo secondo ne raccogliamo impropriamente l’eredità abdicata ad ugual istinto umano e non certo di sopravvivenza, avremmo, come presto assieme al mio amico ragguagliamo, scritto più profonde pagine della stessa simmetricamente alla Natura, e giammai divergere dalla medesima smarrendo il comune (dialogato) Sentiero, e certamente affini al Tempo narrato.
(Giuliano)
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