CHI DELLA FOLLA, INVECE,

CHI DELLA FOLLA, INVECE,
30 MAGGIO 1924

giovedì 3 ottobre 2024

STRANI ANELLI (2)

 









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Circa l'intellettuale  (1) 


Prosegue nel:


...senso del Sé  (3) 


& l'inutile idiota (4)








A mio avviso, le più belle e imponenti realizzazioni visive del concetto di Strano Anello si trovano nell’opera del grafico olandese M.C. Escher, vissuto fra il 1898 e il 1971.

 

Escher ha creato alcuni disegni che sono fra i più concettualmente stimolanti di tutti i tempi. Molti hanno la loro ispirazione in paradossi, illusioni o doppi sensi. I matematici furono tra i primi ammiratori dei disegni di Escher, e si capisce perché: spesso essi sono basati su princìpi matematici di simmetria o di regolarità...

 

Ma in un disegno tipicamente escheriano c’è molto di più di semplici simmetrie e regolarità; spesso c’è un’idea di fondo che viene realizzata in forma artistica. In particolare lo Strano Anello è uno dei temi più frequenti nell’opera di Escher.




Guardiamo, per esempio, la litografìa Cascata, e confrontiamo il suo anello eternamente discendente (a sei componenti) con l’anello eternamente ascendente del Canon per Tonos. La somiglianza tra le due immagini è notevole. Bach e Escher esprimono uno stesso tema in due ‘chiavi’ diverse: musicale e visiva.

 

Escher ha realizzato diverse versioni di Strani Anelli, che possiamo classificare secondo la maggiore o minore ampiezza dell’anello. La litografìa Salita e discesa, nella quale vediamo dei monaci che si aggirano in eterni anelli, ci dà la versione più ampia, vista la quantità di gradini che intervengono prima che si raggiunga di nuovo il punto di partenza. Un anello più stretto è contenuto in Cascata, dove, come abbiamo già visto, intervengono soltanto sei componenti discrete.

 

Certo si può pensare che ci sia una qualche ambiguità nella nozione di ‘numero di componenti’: per esempio, in Salita e discesa non sarebbe possibile individuare quattro livelli (le rampe) piuttosto che quarantacinque (i gradini)?




In effetti il conteggio dei livelli comporta una vaghezza intrinseca, non solo nei quadri di Escher, ma in genere nei sistemi gerarchici a più livelli. Affineremo più avanti la nostra comprensione di questa indeterminatezza.

 

Per il momento non ce ne lasciamo distrarre troppo.

 

Stringendo sempre più l’anello, veniamo all’interessante Mani che disegnano, dove si vedono due mani ognuna delle quali disegna l’altra: uno Strano Anello a due componenti. Ed infine, il più stretto di tutti gli Strani Anelli si trova realizzato in Galleria di stampe:

 

Un quadro di un quadro che contiene se stesso.

 

Oppure è il quadro di una galleria che contiene se stessa?

 

O di una città che contiene se stessa?

 

O è un giovane che contiene se stesso?




Il concetto di Strani Anelli contiene quello di Infinito: un anello, infatti, non è proprio un modo per rappresentare un processo senza fine in modo Finito?

 

In effetti L’Infìnito interviene ampiamente in molti disegni di Escher. Negli esempi di Strani Anelli che abbiamo visti in Bach e in Escher c’è un conflitto tra Finito e Infinito, e quindi un forte senso di paradosso.

 

[….]

 

Ora, se al robot qualche agente esterno suggerisce ‘S’ come prossima scelta, il suggerimento verrà preso e incanalato nella massa turbinante dei simboli interagenti. Là sarà risucchiato inesorabilmente fino ad interagire con il simbolo del Sé, come un battello che è attirato in un gorgo.

 

Questo è il vortice del sistema, in cui tutti i livelli s’intersecano.




Qui ‘S’ incontra una gerarchia aggrovigliata di simboli ed è trasportato su e giù attraverso i livelli. Il simbolo del Sé non è in grado di controllare tutti i suoi processi interni e così, quando emerge la decisione effettiva (,‘S’, ‘D’ o qualcosa di esterno al sistema), il sistema non sarà in grado di dire da dove provenga.

 

A differenza di un normale programma per giocare a scacchi che non controlla se stesso e di conseguenza non ha la minima idea di come vengano decise le sue mosse, questo programma controlla se stesso e ha idee riguardo alle sue idee, ma non può controllare i suoi processi in tutti i suoi minimi particolari, e quindi ha una sorta di senso intuitivo del suo modo di procedere, ma non ne ha una piena comprensione.




Da questa situazione di equilibrio tra conoscenza di Sé ed ignoranza di Sé proviene la sensazione del Libero Arbitrio.

 

Si pensi, ad esempio, a uno scrittore che sta cercando di esprimere certe idee che possiede sotto forma di immagini mentali. Egli non è del tutto sicuro di come queste immagini si armonizzino l’una con l’altra nella sua mente e sperimenta, esprimendo le cose prima in un modo, poi in un altro; infine si ferma su una particolare versione.

 

Ma egli sa da dove tutto ciò proviene?

 

Solo vagamente.

 

La maggior parte della sua fonte, come un iceberg, è immersa profondamente sott’acqua, non visibile, ed egli lo sa.

(D. R. Hofstadter)

 

 


 

                          

                                                      SOTT’ACQUA

 

                                                 Primo anello evolutivo 

 

 

 

Coloro che si somigliano nello spirito possono differire nella forma; e coloro che si somigliano nella forma possono differire nello spirito. Il saggio tiene in considerazione ciò che gli somiglia spiritualmente e ignora il simile nella forma. Gli uomini ordinari si attaccano invece al simile nella forma e tengono a distanza il simile nello spirito.

 

Noi amiamo e ci teniamo caro quanto ci rassomiglia

 

…essi dicono.

 

Tutto quanto ha una struttura di una certa altezza, e due piedi e due mani, e capelli sul capo e denti nella bocca, e cammina in posizione eretta, gli uomini ordinari lo definiscono umano.




Ma non è impossibile, per un uomo, avere il cuore di una bestia. Anche così, egli sarà trattato bene a causa della sua forma umana. Ciò che possiede ali o corna, o denti distanziati e artigli, e vola, o va errando furtivo senza dimora, tutto ciò gli uomini ordinari chiamano bestia.

 

Non è impossibile, per una bestia, avere un cuore umano; ma anche così, gli uomini lo eviteranno a causa del suo aspetto.

 

I grandi Dèi antichi (Pao Hsi, che addomesticava fiere e le sacrificava sul fuoco; Nù Wa, che riparava i guasti dei cieli e plasmò la razza umana; Shen Neng, il divino coltivatore che fondò l’agricoltura e la medicina; i sovrani Hsia, che fondarono la prima dinastia) ebbero tutti un corpo di rettile e un volto umano o una testa di bue o un muso di tigre.

 

…O una coda da Lupo.




Nessuno ebbe sembianze umane, benché fossero tutti sapienti di grande virtù.

 

Ma gl’infami re e governanti dei tempi successivi (Chieh, che rovinò la prima dinastia; Chou, che rovinò la seconda dinastia degli Shang; Huan, che cancellò la legge di successione in Lu; e King Mu, di Ch’u, che si ribellò al suo re e lo uccise) tutti ebbero orecchi, occhi, naso, bocca - le sette aperture del volto umano - ma il loro cuore era di bestia.

 

Gli uomini ordinari cercano la più alta saggezza basandosi su semplici apparenze: e non la trovano mai.




Il divino Imperatore Giallo del Nord combatté il divino Re meridionale del Fuoco nelle selvagge lande di Fanch’uan. All’avanguardia, il divino Imperatore Giallo guidò orsi bruni, orsi grigi, leopardi, tigri dai denti a spada e tigri comuni. Poiane, procellarie, falchi e falconi fungevano da bandiere e segnalatori. Allora, l’Imperatore Giallo aveva il potere di far combattere ai suoi ordini uccelli e bestie.

 

Yao, il re-sapiente, nominò K’uei intendente della musica. K’uei segnava il tempo percuotendo delicatamente il cembalo di pietre e tutti gli animali danzavano in bell’ordine.

 

Poi, quando le antiche trombe reali di Shao avevano eseguito la loro musica, si presentava con maestoso cerimoniale la sacra fenice. In tal modo, i suoni della musica sottomettevano uccelli e bestie allo scettro di Yao.

 

Come può, dunque, la mente di queste creature essere diversa da quella dell’uomo?




La differenza è soltanto nella forma esteriore e nell’uso della parola. Ma l’uomo ha perduto l’arte di comunicare con gli animali; soltanto il saggio, con il suo vasto sapere e la sua profonda comprensione, è capace di guidarli e dirigerli.

 

La facoltà naturale dell’autoconservazione è comune alle bestie e all’uomo; le bestie non l’apprendono dall’uomo. In questo, il maschio e la femmina sono uguali. In ogni specie, le madri e i loro piccoli si tengono abbracciati. Le bestie evitano gli spazi aperti e preferiscono i terreni accidentati; fuggono il freddo e cercano il caldo.

 

Quando si sono stabilite in un luogo, formano il branco; quando si spostano, si dispongono in ranghi, con gli animali più deboli all’interno e i più forti all’esterno. Ogniqualvolta uno di essi trova l’acqua, vi conduce gli altri; ogniqualvolta uno di essi trova cibo, chiama il branco.




Nei tempi più antichi, gli animali vivevano e migravano con gli uomini. Soltanto sotto il regno degli imperatori e dei re, essi furono dispersi dalla paura. E ora, nei nostri tempi malvagi, essi si acquattano in luoghi oscuri o trottano via furtivi in cerca di scampo, affinché l’uomo non li uccida.

 

Oggi, nelle terre orientali della tribù di Chieh, la gente ha la facoltà speciale di comprendere il linguaggio degli animali domestici; ma i Santi Saggi dei tempi antichi sapevano tutto quanto c’è da sapere sulla natura delle cose. Essi capivano le grida e i richiami delle diverse specie; riunivano gli animali e li istruivano come fossero persone.




In verità, prima riunivano gli spiriti dei morti e gli altri demoni, poi adunavano le genti delle otto amministrazioni esterne, per ultimo raccoglievano le bestie e gl’insetti, e tenevano la loro lezione.

 

Ciò dimostra come tutte le specie che respirano e hanno sangue non differiscano molto nel cuore e nella mente.

 

I Santi Saggi lo sapevano bene; per questo insegnavano a tutti e non escludevano nessuno.

 

(Lieh Tzu da Leggende Tibetane)






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