CHI DELLA FOLLA, INVECE,

CHI DELLA FOLLA, INVECE,
30 MAGGIO 1924

venerdì 8 novembre 2024

AI CESARI

 









Prosegue con il panegirico 


completo 


in attesa della 


mangiatoia con cui


si contraddistinguono 








& dal labirinto (10) 


Procediamo verso 


il vecchio Sentiero (11)








Una breve parentesi ad uso di ogni buon futuro lettore frammentato e pagato ad hore nel facoltoso esercizio del buon governo della casata rappresentata, e da cui le più note marchette; il quale come la Storia insegna, abdica il passo incompiuto a chi con la stessa, senza merito alcuno, eccetto quello dell’incompiuta saccenza politica o dotta ignorantia ad uso del governante di turno d’ogni Elemento, fa’ scempio in terra e nell’intero Universo….

 

E siccome sono nominati governanti, superiore il Nobile Signore pagano per sua antica dinastica discendenza e cultura sempre in salita per ogni Cima e Vetta riparato ed esiliato in un freddo povero rifugio apparentato con Zeus chiodo d’ogni vetta, il quale ne riconosce e indica l’indiscusso giusto merito con cui ogni governante, equivalente ad una buona cameriera, narrata o meglio apostrofata - per ogni spiaggia o vallata - nell’indiscusso esercizio del proprio e l’altrui governata funzione per cui incaricato/a, distinguendosi e adoperandosi per il proprio ‘assente’ padrone.

 

Dacché ne deriva, maggiore la riconosciuta grandezza del(la) suddetto/a governante quando commisurato alla casa la quale deve governare a dispetto d’un più misero rifugio; ovvero; maggiore la proporzione della regale maestà in rappresentanza dei padrini assenti circa la loro - e non certo nostra - volontà di diritto e libero arbitrio, e quindi abdicata ed in cui esplicitata la funzione per ogni metro quadrato giustamente ed in proporzione ben ‘governato’ anche perseguitando ogni rifugiato; nell’esercizio indiscusso e a furor di popolo dall’oste alla bottegaia, con cui si distingue una governante da un giusto sovrano; una democrazia da una dittatura; una libro spolverato da uno letto da cui suddetto scritto, e da cui deriva anche una frammentata frase replicata senza il dovuto nesso con la realtà che la circonda e circoscrive al ruolo in cui la stessa governante esprime, dalla quarta alla copertina, ovviamente evitando il contenuto del tomo ripulito dall’antica polvere che divide passato e presente di questo atto, il suo assenso alla tirannia, essendo retribuita ad hore e con contratto a breve scadenza, rispetto all’indeterminata dinastica tirannia da cui deriva ogni metro quadrato della casa governata nel prestigioso decoro della più celere e civile pulizia che la contraddistingue e nobilita!

 

La celerità della mano d’opera d’ogni buon governante è una qualificata caratteristica che ne contraddistingue oltre gli osannati pregi anche la durata dell’insediamento nella casa governata, circa ed in merito ai contributi dello stesso contratto, donde evitare ogni colpo di mano (detti anche ‘colpi di stato’) e futuro licenziamento a lei offerto, medesimo ugual colpo che avvertiamo nello scrivere il tomo dalla governante spolverato! 

 

Quindi ed ancora, la diplomazia si manifesta quando suddetti grandi, con altrettanta grandezza, esprimono al meglio i valori della casa così ben rappresentata e governata, nell’inalterata volontà degli assenti, così da mantenere l’invisibile proprio secolare dominio nell’esercizio delegato ad una governante per conto dell’altrettanto inalterato Stato delle cose così saggiamente governate…

 

La Storia di ogni Stato e Impero, che al meglio o al peggio si contraddistingue, si riconosce compone edifica e maschera, con questa nobile caratteristica - o bassa morale civica - con cui ed altresì si evidenzia, l’esiliato Idealista dal governante di turno, il pagano dal buon cristiano, la cosa o l’oggetto comune di medesimo interesse, al meglio o al peggio governato.

 

Ogni Profeta o semplice scrivano dello stesso ugual Dio, non è mai Re nella propria patria, in genere perseguitato in attesa di giudizio dato dal buon governo del Tempio così da potersi meritare la dovuta nonché ambita onorificenza della croce al merito, ove esposta con decoro per ogni chiesa via piazza e sentiero di questa ed ogni patria, ne identifica risaltandone la democratica dottrina esposta seppur mai letta e compresa.

 

In quanto, come espresso poco sopra, ovvero, ad uno scaffale leggermente più in alto o elevato, ove la governante per ovvi motivi di statura fisica e morale non riesce ad elevarsi o distinguersi, sono conservate non solo le Leggi ma anche donde le stesse derivano… E soprattutto da quale regno… Ovvero quello ove la polvere d’un trascorso antico èvo si accumula pur non vista…(ci vorrebbero troppe hore di buon governo!)

 

Da dove - comunque - si domina con superbo panorama l’alta collina del Golgota fino al Terminillo in salita e discesa libera con il permesso mai concesso del gigante Zeus; quindi si sconsiglia ad ogni buon Governante in esercizio della propria ed altrui funzione la vista, in quanto l’alta ambita onorificenza, un fine e merito dalla cui casa si viene abdicati o degradati - dipende sempre dai punti di svista - all’uso della più modesta villa con annessa grotta, o peggio, esiliata fredda seconda dimora con annesso super-Attico sulla piazzata romana o napoletana, giacché non più percorrendo molta distanza e differenza, se intrapresa con bega e con una più celere autostrada - o peggio contromano - la Legge ne difetta non potendo mettervi mano circa l’incontrollata illimitata velocità dell’altrui e nostro derivato prestigioso progresso incaricato da un miglior regno sovrano; ed ove il/la governante non può certo adempiere alla ricchezza cui destinata l’intero condominio con aspirazione alla santa casata, o meglio che diciamo, incaricato dal tempio altrettanto sovrano!

 

Il popolo (assieme agli scribi e farisei per ogni stato regione piccolo o grande paesino) compia la parte rimanente del rito, adegui ogni idealista profeta alla elevata volgarità con cui ogni Stato di cose legate all’odierno esercizio del Verbo si contraddistingue ed evolve nell’apostrofarne e confonderne la Memoria vilipesa, da Antiochia fino a Roma, per il bene del dio dell’oro nero, circa medesimo Ideale (di Verità e Ricchezza) così mal governato nonché interpretato da ogni governante di turno all’inizio e fine orario di lavoro…

 

Così, se pur vengono nominati grandi, in verità e per vero, i loro meriti non certo altrettanto (maggiori o più) grandi di chi ignorato, o peggio, calunniato e preso in ostaggio dal furore del popolo civilizzato, così di nuovo istruito secondo rigidi piani quinquennali telecomandati come iper-controllati. Abdicando, per ogni più prestigioso intrigo di corte o di polvere sottilmente ignorate, in cotal concordato governo suddetto ogni sgradito Elemento incarnato e morto appestato fra gli antichi papiri indiani e/o persiani soffocato e pugnato sotto un antico Albero (si narra e vocifera dallo stesso numero civico X di suddetto innominato palazzo che con lui ci fosse una sconosciuta amante della stessa sua segreta natura… dacché la più nota esclamativa un amante di…), convertito alla elevata emissione della calunnia, di chi nell’Ambiente prospera e compie la propria ed altrui innominata fortuna scritta nella ricchezza ben ‘governata’, nel preservarne ogni nociva solfurea emissione. 

 

L’industriosa Ragione in cotal paradigma prospera previene & purga ogni emissione sgradita, nell’uso ed esercizio del buon Governo.

 

Così come amministrato il contraddistinto esercizio della badante incaricata qual ottima governante. Infatti, si evidenzia anche nella corretta funzione della ‘casa’ ben mantenuta al meglio della solida ricchezza nella sfortunata assenza dei padri fondatori, o legittimi proprietari riparati nell’esiliata Selva.

 

Al momento assenti, e/o, solitamente confinati per altri destini e lunghi Viaggi.

 

Alla buona Penelope si raccomanda di non interferire, per quanto possibile, con la governante di turno, neppure, nel corretto esercizio del suddetto domicilio (come solitamente viene interpretato il concetto dello stesso riflesso e albergato nel vasto mondo di cui un Tempo fu oggetto la Natura intera e il Pensiero da Lei ispirato).

 

Ai proci, al contrario, si rammenta l’esercizio del corretto uso della grammatica, e per quanto possibile di riscriverne l’immutata Storia compiuta!

 

Da costoro ogni buona calunnia edificata prospera nel Regno della Democrazia così ben governata, dacché ogni accento sia padano che siciliano un vero complimento annoverato nei registri della Memoria esiliata. Detti da costoro e dal loro accento risalta e gratifica il complimento d’una diversa impolverata oscurata dottrina morale e civica.

 

Che Cesare ne prende nota!

 

Per il resto a codesti grandi raccomandiamo di rendere, per quanto possibile, assieme a tutti i proci con cui si compone la vasta corte e platea e con cui accompagnati nobilitata dell’esercizio della libera Parola, di mantenere la cosa governata, casata villa palazzo & residenza con annesso super-Attico affittato al putiniano; il più decorosamente in ordine nel corretto esercizio del paesaggio ornamentale - o arredamento - così edificato e disquisito e possibilmente visto da lontano; nonché  ben spolverato e protetto, onde evitare che l’impropria sporcizia (così schifosamente nominata alla sola vista) possa, oltre che depositarsi per ogni antico Tomo dovutamente ripulito, anche insinuare il vero suo principio - o diverso Elemento sgradito -, nel corretto esercizio del più comune strofinaccio da spolvero simmetrico alla comune grammatica disquisita del buon governo, in uso nelle tradotte dovute (carenti) capacità interpretative - fino ai ripiani più elevati là ove la polvere accumulata e affogata nella crosta del tempo offuscano la buona parola della governante di turno frammentata e condivisa fra una bestemmia e dismessa memoria, abdicando il difficile compito alla ditta che meglio sa sovrintendere ogni piano ben edificato, e mai sia detto il contrario circa la Forza d’Italia intera; proiettando in medesimo esercizio di ugual Ragione con Vista assolutistica (che X ne prenda nota, Nessuno escluso in quanto esiliato ed in perenne Viaggio), circa la dovuta confusione nell’uso della propria ed altrui funzione (condivisa fra sporco e pulito), e da cui gli incaricati mantengono l’inalterato Stato del vero secolare ordine - architettonico e/o ornamentale - da cui il principio per cui comandati nella suddetta capacità di ‘governare’ (nonché spolverare ogni tomo antico).

 

Benvenuto Cesare!

 

Giacché sottratta al (lo sporco) Principio d’un diverso ordine e esercizio della Ragione si rischierebbe di perdere il mestiere!

 

Mortificandone ogni miniatura con un colpo offerto dalla ‘massa’ d’un più violento e cieco accanimento, o lieto evento da Ognun osannato, Nessuno escluso avviamente; giacché la materia evoluta incarna il progresso animando la schiavitù d’ogni antica particella e molecola costretta nell’orbita dell’avvenire, ed ove il tempo coniato e rimodulato, fors’anche restituito, in una diversa frequenza d’onda evolvendolo o spacciandolo per terapia d’urto, & che Nessun ci urti ancora altrimenti bisogna chiamare d’urgenza ed in moto costante ed immediato il padrone della prestigiosa bianca casata hor hora e di nuovo e per sempre imbiancata…

 

Ave a te Giulio Cesare!

 

(Giuliano)







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