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Stando alle nostre attuali conoscenze, tutta la vita dell’Universo
prospera sulla superficie del Pianeta Terra, o in prossimità di essa. Sebbene
non si possa escludere l’eventualità che in futuro venga scoperta una qualche
forma di vita altrove, nel cosmo, per ora non abbiamo solide prove che ne
dimostrino l’esistenza.
Quel che è certo è che finora né le sonde inviate sulla superficie di
Marte e di altri pianeti, né i tentativi di captare segnali radio alieni
provenienti dallo spazio hanno dato risultati positivi.
Perciò dobbiamo credere, almeno per adesso, che la vita pullulante
sotto i nostri occhi sia l’unica esistente, e che il luogo dove noi viviamo
sia, per questo aspetto, unico nell’Universo.
Che cosa rende la superficie della Terra un luogo così adatto alla
genesi della vita e al suo perpetrarsi? Probabilmente, i fattori critici
interagenti sono tre: una gamma di temperature che permette l’esistenza
dell’acqua allo stato liquido, l’abbondanza di energia luminosa visibile senza
troppe radiazioni ultraviolette e infrarosse pericolose e la particolare
composizione chimica dell’atmosfera, che contiene ossigeno.
Tutte e tre queste condizioni, essenziali per le moderne forme di vita
terrestri, si sono verificate grazie a una straordinaria attività delle piante,
che si servono dell’energia luminosa emessa dal Sole per scindere le molecole
d’acqua (H(2)O), generalmente stabili, mediante un processo detto ‘fotolisi’
che libera nell’atmosfera ossigeno molecolare gassoso (O(2)).
Poiché la molecola d’acqua contiene solo un atomo di ossigeno, e quella
di ossigeno ne contiene invece due, per ogni molecola di O(2) liberata devono
esserne scisse due di acqua. La fotolisi della molecola d’acqua è una delle
fasi della fotosintesi, il processo con il quale la pianta attinge l’energia
proveniente dal Sole per sintetizzare i nutrienti dei quali ha bisogno. Una
volta scissa la molecola d’acqua, l’idrogeno non viene liberato come gas
(H(2)), ma sotto forma dei protoni e degli elettroni che compongono ciascuno
dei suoi atomi.
Nella cellula della foglia, tali protoni ed elettroni sono infine
utilizzati per trasformare i prodotti ottenuti a partire dall’anidride
carbonica, un gas che la pianta assorbe dall’atmosfera. Combinando i
costituenti di idrogeno con l’anidride carbonica e altri componenti, la pianta
sintetizza gli zuccheri che le servono sia per costruire i propri tessuti sia
come riserva energetica.
Le piante dunque trasformano l’atmosfera terrestre, dalla quale dipende
tutta la vita esistente sul pianeta, sia liberando ossigeno sia assorbendo
anidride carbonica. Si pensa che l’atmosfera terrestre primitiva consistesse in
larga misura di idrogeno, metano, ammoniaca e acqua, nonché di una certa
quantità di anidride carbonica.
Una simile miscela risulterebbe tossica per tutte le forme di vita che
oggi conosciamo, con pochissime eccezioni. L’attuale atmosfera, invece è
caratterizzata dall’abbondanza (circa il 21%) di ossigeno libero, assolutamente
necessario a quasi tutte le forme di vita superiori; si pensa che praticamente
tutto l’ossigeno presente nella nostra atmosfera derivi dalla semplice fotolisi
dell’acqua effettuata nelle foglie delle piante.
Nella stratosfera, parte dell’ossigeno, (O(2)), viene convertita in
ozono, (O(3)), per azione della luce ultravioletta, e tale ozono stratosferico
protegge la vita presente sulla superfice terrestre assorbendo gran parte delle
pericolose radiazioni ultraviolette provenienti dal Sole.
Il pianeta Marte ci offre l’esempio di un ambiente ostile alla vita,
perché privo di ozono atmosferico: l’azione dei raggi ultravioletti ha infatti
trasformato la superficie minerale di quel pianeta, generando sostanze ossidanti
e corrosive che distruggerebbero le molecole della materia vivente.
Gran parte dell’anidride carbonica gassosa nell’atmosfera primordiale
fu convertita in zuccheri dalle piante. L’odierna atmosfera terrestre, perciò,
è diversa da quella primordiale anche per il suo contenuto estremamente basso
(0,033%) di anidride carbonica. Questa alterazione della composizione chimica
dell’atmosfera evitando l’eccessivo riscaldamento della Terra dovuto al
trattenimento delle radiazioni infrarosse per effetto dell’anidride carbonica,
ha indirettamente reso possibile la presenza di acqua allo stato liquido.
Poiché tutte le cellule viventi contengono un fluido acquoso che è il
mezzo fondamentale in cui avvengono i processi metabolici, la presenza di
temperature che consentono all’acqua di esistere allo stato liquido è
probabilmente la condizione più importante perché la vita possa prosperare
sulla Terra.
Sul nostro pianeta, la diffusione delle forme viventi è limitata
soprattutto dal fattore temperatura, ed affinché la maggior parte delle forme
viventi possa sopravvivere, la temperatura del pianeta non deve aumentare in
misura tale da far evaporare l’acqua, innescando dei processi chimici
irreversibili dalle gravi conseguenze….. ed inoltre sul nostro pianeta la
diffusione delle forme viventi è limitata soprattutto dal fattore temperatura:
giacché la Terra è un corpo approssimativamente sferico con un raggio
equatoriale di quasi 6400 Km, coperto da una sottile crosta di materiale
granitico solidificato il cui spessore è mediamente compreso fra i 5 e gli 8 Km
sotto gli oceani è fra i 25 e i 50 Km in corrispondenze delle terre emerse, ed
affinché la maggior parte delle forme viventi possa sopravvivere, la
temperatura del guscio appena accennato non deve aumentare in misura tale da
far evaporare l’acqua.
I raggi solari, infatti, riscaldano la Terra, che poi re-irradia parte
dell’energia calorica assorbita rinviandola nello spazio sotto forma di
radiazione infrarossa. L’anidride carbonica, la quale è trasparente alla luce
visibile, assorbe invece radiazioni la cui lunghezza d’onda cade, appunto,
nell’infrarosso, è importante, quindi, che il livello di anidride carbonica
nell’atmosfera non diventi troppo alto, altrimenti questo ‘gas serra’ tratterà
troppa energia calorica.
Fortunatamente, le piante verdi che popolano la Terra assorbono una
quantità considerevole di anidride carbonica per utilizzarla nella fotosintesi,
e attualmente il livello di questo gas nella nostra atmosfera è aumentato in
maniera considerevole dall’inizio della rivoluzione industriale. Così la
captazione dell’anidride carbonica da parte delle piante fotosintetiche può
appena compensare la sua liberazione nel corso di processi quali la
combustione, la respirazione e il dilavamento delle rocce, sempre che l’uomo
non distrugga troppe foreste….
...Il Sole è essenzialmente un congegno termonucleare alimentato da una
reazione nella quale quattro atomi di idrogeno si fondano per formarne uno di
elio. In questo processo, una piccola quantità di massa va perduta con la liberazione
di moltissima energia, secondo la famosa equazione di Einstein, E = mc2. Parte
di questa energia colpisce la superficie della Terra sotto forma di luce
visibile. La peculiarità delle piante verdi consiste nella loro grande capacità
di assorbire e di convertire in forma chimica l’energia associata a particolari
lunghezze d’onda della luce.....
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