CHI DELLA FOLLA, INVECE,

CHI DELLA FOLLA, INVECE,
30 MAGGIO 1924

lunedì 19 giugno 2017

VENENUM MATERIA (32)








































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La certezza massima, su cui tutto ruota, insegna che c’è uno stato ottimo e magico dell’uomo, quando egli si sente sostenuto da una sottile energia che lo contiene e che nel contempo gli si diffonde tutt’attorno.
L’uomo in tale stato è ‘benedetto’ dagli Dèi quanto dal Primo Dio, tutto il resto è un male antico antecedente alla prima condizione posta e qui rimembrata… L’uomo detto infatti simile ad un animale o ad una pianta cresce come nel moto naturale della spirale equiangolare da cui evoluto (o almeno così dovrebbe essere…), simile ad animale infatti nella pienezza del proprio fascino d’imperio o seduzione che sia…
La psiche ed il corpo ad un uomo così privilegiato non pesano, operano congiunti e in silenzio, offrendo uno specchio calmo che al suo Spirito svela il presente e anche il futuro. Un uomo ed una Natura così dette colgono i segni dell’avvenire decifrandoli come cenni di forze, delle divinità stesse che lo misero nel mondo, circondarono di certe cose, persone, occasioni, dandogli il suo destino, e che ora lo conducono con apparizioni, sogni, parole significative, ispirandolo.




Ed io che scrivo all’ombra, ossessione di un bosco per ogni albero contemplato e pregato, comprendo bene il significato di queste poche parole, giacché la nuova fatica di circa 800 e più pagine: quante le foglie di un albero in autunno il quale nell’ultimo saluto conferisce i magnifici colori di una prossima vita giammai morte solo principio e in attesa di un nuovo inizio, per ogni pagina rigo Rima e Poesia alla sua e mia corteccia; maturata là ove il Tomo medita e cogita se medesimo… Infatti: partendo dalla testimonianza qui adottata delle lingue storiche, ricostruiamo la parola indoeuropea brago, che trova il suo omonimo in latino fagus, in celtico (gallico) bagos, e germanico (tedesco) Buche con il significato di ‘faggio’; certamente la parola tedesca ed inglese per dire libro (rispettivamente book e buch) è la medesima di ‘faggio’: ne deduciamo quindi che prima di libro, significò tavoletta di legno (di faggio) su cui scrivere… Ne deduciamo ancora che chi attenta con ugual ostinazione Natura e Dio conserva per proprio principio l’elemento atto a dispensare distruzione e non certo l’evoluzione detta per ogni rogo e persecuzione offerta ombra della propria non meno che dell’altrui… ragione sofferta… Ed io ringrazio Madre Natura null’altro, agli altri abdico il fuoco dell’Inferno con cui combattono destino del proprio ed altrui malato intento… Per ogni distruzione cui ogni Natura e Dio ne abbia a soffrire anche fosse solo il fuoco e cenere di un calore con cui l’Autunno, simmetria del Primo Infinito intento, conosce la santità di un diverso Spirito nutrito…




Riprendo là ove interrotto come detto all’ombra di questo legno…: egli è come un vessillo o un fuoco mossi dal vento, dall’ispirazione di Divini Spiriti provvidenti. Tutto per lui procede secondo destino, come un gabbiano ad ali immobili egli fende il tempo, legato da esatti riti ai morti e ai vivi, da oracoli veraci all’avvenire e trabocca di gratitudine.

Tale lo stato ottimo dell’uomo (ed aggiungo: tale lo stato della Natura che in lui si specchia).


In un certo senso questo è lo stato integro e completo. Florenskij osservava che in russo si denota con celyj, che proviene dalla stessa radice del greco kalos, ‘bello’. Inoltre il gotico di integro e sano è hails. Tutti questi vocaboli mostrano la salute che diviene bellezza e la pienezza che diventa perfezione (ed aggiungo cosa dovremmo meditare circa lo stato di salute della nostra amata Terra, cosa potremmo dire inoltre circa lo stato di salute di ogni singolo essere che profanato e sottratto al sacro mira ben altro accadimento…). Questo concetto nel greco ellenistico è un certo senso dikaiosyne, giustizia, che dipende da una attribuzione della connaturata funzione alle singole parti dell’uomo. 



















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