CHI DELLA FOLLA, INVECE,

CHI DELLA FOLLA, INVECE,
30 MAGGIO 1924

martedì 10 settembre 2024

L'INGANNO

 























Prosegue nell':

Inganno (Seconda parte)  


(anche in formato ftblog; colgo 

l'occasione per ringraziare

il produttore per ciò che mai

abbiamo visto bensì udito!)








Ho visto e udito cose che superano ogni ingannevole immaginazione riflesse nell’occhio anamorfico del nostro tempo, accompagnate dalla illogica   incomprensione, disquisite e ciarlate giornalmente di comune sottinteso accordo, seminare e coltivare l’intelletto dell’uomo evoluto e di nuovo creato, oppure ed ancor peggio, derivato nell’impropria simmetrica cultura approdata all’inevitabile deriva…

 

Specchiarsi e ripiegarsi su sé stessa.

 

Vorrei appena accennare se le Parole frammentate dal costante veleno anticipate dall’intimidazione me lo consentono ancora, in ogni terra e nazione ove prospera apparente democratica libertà ben vigilata, descrivere l’errore di tal progredita evoluzione…

 

Non si può credere!

 

Non si può immaginare!



Non si può sperare che siffatta delirante agonia sia appena sufficiente a descriverne sussurrarne l’antico orrore e qualcuno raccoglierne il senno perso in ugual nera colonica Selva…

 

In nome e per conto dell’orgia del potere bel allevato…

 

Solo i direttori dei servizi agricoli del Ministero della Grecia del Nord seguivano con zelo e quasi con raccoglimento la brillante analisi scientifica del ‘principale’.

 

Quest’ultimo riprese:

 

‘Al momento delle irrorazioni il fogliame della vite deve essere interamente ricoperto. L’azione di questa ramatura è solo preventiva non bisogna mai trascurarla. Signori nel concludere questa rassegna dei mezzi capaci di combattere la peronospora permettetemi di ringraziarvi calorosamente per l’attenzione con cui mi avete seguito per tutta questa conferenza’.

 

Si udirono alcuni timidi applausi e il segretario di Stato Pompilius scese dal palco.




 Il Generale si alzò, attese che l’oratore avesse ripreso il suo posto in mezzo al pubblico poi, volgendo le spalle al palco, rivolto a tutti gli uomini di mezza età, ed al resto della ‘banda’, i più calvi e obesi che erano e sono prefetti o ufficiali di polizia – suoi subalterni – considerando con indifferenza soltanto i direttori dei servizi agricoli disse:

 

‘Colgo a mia volta questa solenne occasione per aggiungere qualche parola a quanto vi ha esposto così elegantemente il signor Ministro dell’Interno. Per quel che mi riguarda vi parlerò della nostra peronospora: i negri, gli emigrati, gli Stranieri, gli scrittori che non dovete leggere e di cui al momento avete solo ed appena intravisto un accenno; gli eretici; tutti i dissidenti del nostro grandioso Paese… Per me che ho assunto il controllo supremo delle forze di polizia della Grecia del Nord è questa l’occasione abbastanza rara di parlarvi qui dove sono riuniti i più alti servitori dello Stato, della peronospora ideologica che attualmente devasta il nostro glorioso paese. Abbiamo quindi bisogni di braccianti in grado con la loro forza muscolare, ma non certo intelligenza, di fare buona semina. Personalmente io non ho niente contro queste categorie di esseri, da sempre non provo per loro altro che ortodossa pietà cristiana anche lei abbondantemente seminata… Li ho sempre considerati pecorelle smarrite fuori dalla ‘dritta via’ della nostra civiltà elleno-romana-cristiana. Ed in ogni momento mi sono mostrato disponibile ad aiutarli, guidarli, ricondurli sulla buona strada del nazional-populismo!

 



Proprio come la peronospora, questi elementi debbono essere combattuti preventivamente, ed in conclusione, posso aggiungere con fermezza che grazie a questo metodo i campi fertili del nostro grande Paese non porteranno altro che buoni frutti, e le malattie della nostra epoca saranno definitivamente vinte’.

 

Sul palco in segno di volenteroso accordo il Ministro abbraccia un bracciante agricolo la cui opera considera d’esempio per il Paese intero…

 

(V.V. Z L’orgia del potere)  




Ho scritto Tomi interi dettati da savi Faggi accompagnati da altrettanti Geni solo per accennare all’antico veleno inquisitorio, ma ora debbo ripartire dall’animale che ero, anche lui inquisito più del deleterio virale batterio; mezzo uomo mezzo lupo come nel tempo non troppo antico, quando andava cibandosi per paesi e contrade di putti infanti e ciarlatani.

 

A lui mi alleo e quando mi si drizza il pelo trascino l’intero popolo nell’oscura Selva…

 

l’Animale da cui suddetto uomo evoluto possiede l’istinto, frutto della Natura in cui nato, pari all’equazione immaginativa dell’Intero Creato.

 

La vera sola naturale immaginazione ricca di mondo quantunque privata di qual si voglia ‘umano’ inganno!

 



Se l’uomo, il quale così dicono, sappia tener da conto dell’intera Storia da cui evoluto, dovrebbe imparare, se ancora non l’abbia fatto, di come la povera Natura e l’animale con cui accompagnata, privi di tutto ciò di cui l’uomo dotato nel tracciare magistrale geometrico intento ‘inversamente proporzionato ed elevato’, non più al cubo o quadrato, ma ad un numero illimitato da cui l’inganno nel preciso ed opposto fallace Disegno (e non certo geometrico) tracciato…

 

Che sia veleno o mannaia da palafitta la sostanza non muta il risultato dell’Equazione tratta nel quotidiano inganno in cui scritta suddetta formula!

 

Che Pitagora ci perdoni l’azzardo e ci conceda il dono di siffatta immonda scoperta!  

 

Da tal disegno convegno e calcolata stima si compone ogni più retta e lieta creazione, da quando cioè, nati in medesima Storia numerata: Bestie ed Animali congiunti ed evoluti da ugual più modesta Natura; dacché ci sorge il dubbio, e non solo geometrico-matematico, chi l’artefice di cotal Destino e Misfatto a cui l’uomo il più alto compito della Memoria…




…O duratura Orgia…

 

…Nel godimento pienamente ottenuto…

 

…Oppure quotidianamente naufragato!

 

Preferisco leggere assiso al morto congiunto di cui solo i resti del misero tronco i cerchi concentrici della comune Memoria per ogni anello in cui decifrare la vera Storia…

 

I morti non parlano, rivestiti dalla bellezza del trapasso, si sono portati via tutti i segreti e con loro ogni più probabile Verità negata, segreti che nessuna primavera con le sue preziose gemme saprebbe rivelare. Terra gravida di rivelazioni soffocati dalla saccenza, dalla più meschina volgarità, di Eretici Pensieri soffocati e braccati dal giorno alla notte, di falsi memorandum ad uso della Legge privata, schedari e schedati ad uso del corrotto potere, ad uso di corrotti colonnelli ben protetti nei loro bunker quotidiani in ogni luogo ove dimorano, arredati dai famosi archivi di Stato, e quando lo Stato li deve consultare facendo finta di archiviare coniando   falsa moneta per legittimare la quotidiana tortura offerta, tutti gli Atti depositati intorno alle ossa fredde come il sale.

 

I morti non sanno come si fabbrica la Storia e l’Inganno che l’accompagna.

 

La bagnano con il sangue del loro esiliato martirio, e non vengono e non possono mai venire a sapere quel che avviene prima durante e dopo il loro decesso.




 Un Inverno siberiano, ove la morte conserva intatto il corpo mummificato a beneficio dei carnefici di Stato. Non conoscono il loro sacrificio e questa apparente ignoranza li rende ancora più fieri nei volti nei Pensieri, nelle Poesie, nei Sentimenti che accompagnano i puri intenti. L’Inverno del potere conosce e dispensa morte ed orrore. E con lei la certezza di non poter mai più risorgere. Ne abbiamo contati tanti, troppi, superare il rigido freddo per poi morire nei rigori di codesto ingannevole inverno. Andavano al martirio con conoscenza di giustizia. Ma come pretendere, oggi come ieri, che ci si voglia sacrificare, quando non si crede che alla rettitudine accompagnata alla saggezza dei sentimenti, quando non si crede che alla semplice Logica del buon senso?

 

Chi ha mai avuto la pretesa che l’Ingiustizia, quella con la I maiuscola debba andare d’accordo con la giustizia, quella con la g minuscola, la povertà con la ricchezza, la pace con la guerra?

 

E benché nessuno l’abbia tentato mai, sono molti quelli che ogni giorno sembrano sostenerlo, con i loro atti e le loro parole, combattere l’Ingiustizia per non vedere trionfare la morale d’una falsa e fallace giustizia; il falso benessere della quotidiana sopravvivenza confuso tiranneggiato e sottomesso dalla falsa povertà ostentata e mantenuta nell’errata applicazione della Legge… Ne conosciamo tanti troppi di falsi poveri al bilancio falsato della Storia pretendere ricchezza e rispetto protetto.

 

La Lega del Nord della Grecia ne è colma.




 Così vedeva le cose, e perciò voleva parlare quella sera, ogni sera. Non era comunista. Si era fatto eleggere deputato indipendente di sinistra e confuso talvolta o troppo spesso per anarchico di estrema sinistra, gli schedari del potere abbondano di falsi ‘dossier’. Non era un teorico di nessuna ideologia precostituita, cioè per dirla in breve, un uomo prigioniero di un sistema di potere. Era aperto da ogni lato, sentiva le correnti passare in lui senza ostacoli. Ma, naturalmente preferiva tutti quei paesaggi simmetrici alla Natura approdati all’umana come al comune senso del libero arbitrio di poter scorgere la Terra liberata da uguale identico martirio cui ogni dittatura offre le proprie ferite con la fallace pretesa di guarirla, sottometterla, con il permesso e l’assenso di Dio.

 

Nelle tensioni più estreme come le odierne, riusciva a restare impassibile e bello, forse fiero, una fierezza che non aveva nulla a che fare con l’apatia, anche se talvolta la depressione offerta dal regime viene dispensata dagli oracoli digitalizzati come dai propri braccianti. Solo i fanatici possono sprofondare nell’apatia differente dalla depressione di Stato. Lui di certo non è un fanatico. Un aguzzino. Un inquisitore. Crede ancora nel buon senso smarrito ed abdicato al culto dell’ignoranza così cara al Regime, e nel proprio giardino spera che possa vincere di nuovo. Alcune parole debbono ritrovare il loro vero significato, alcuni atti il loro peso originale.




 Quella mattina mentre rimuginava udiva dalla radio la voce del Ministro di Stato, lo Stato che governa globalmente la propria ed altrui martoriata Terra; l’inganno tradotto per ciò che ode ma la Ragione non intende; simili a colpi d’arma da fuoco sparati a bruciapelo, non ti aspetti mai che il Potere può offrire cotal spettacolo unito dall’inganno del mandante di Stato.

 

L’agnello rimane supino disteso su una pozza di sangue.

 

L’Eretico fuggito dal Paese natio avvelenato, ed ora in buono stato seppur più vegetale che umano; la voce della giornalista ricalca le virgole maiuscole in soccorso della nota grammatica da palcoscenico accompagnare la più corrotta economia precisando “presunto” avvelenamento di…. Stato…




 Così il potere ottiene il proprio compromesso.

 

La compiacenza il beneplacito dell’ultimo accordo siglato.

 

Gli autoblindati stanno eseguendo la dovuta necessaria secolare disinfestazione, l’annunciatrice proclama con voce commossa quasi ubriaca, che la Terra sarà purgata dalla virale pandemia…

 

Ogni tanto corregge qualche papera sparata a bruciapelo come una revolverata…

 

Il medico non riesce bene ad intendere ed interpretare il doppio senso di codesta morale.

 

L’Inganno sorge velato come una leggera nebbia su un Inverno nato…

 

L’Eretico più bestia che umano braccato…

 

 (V.V. Z L’orgia del potere) 


 (Prosegue...)








 
     

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