Precedente capitolo:
Il Tempo & la Memoria (13)
Prosegue in:
Il Tempo & la Memoria (15)
… Ora debbo di nuovo fuggire, chi mi perseguita è un Diavolo da santo
vestito il suo inganno è pari all’ingegno di cui pensa ottenere il favore del
suo Dio. Debbo fuggire da questo dire, da questo rigo scrutato, da questo pensiero
adoperato e controllato dalla materia di un falso Creato. Debbo fuggire, e le
ali di Jonathan non bastano a placare il tormento di questa cella, di questo
inganno, di questo agguato, di questo paese convinto della ragione scritta nel
bene è un male antico da romano vestito, fustiga e tortura la schiena di Dio.
Dono a te il perdono del Primo
Dio nell’inganno consumato!
Debbo fuggire perché ora l’inganno dopo averti privato della vita e del
diritto troverà nuova scusa al porto antico, incaricherà il nuovo inquisitore
per illudersi di un barlume di ragione nel terreno dei secoli così coltivato
stratigrafia di una Terra immune dalla coscienza nel peccato consumato. La sua
minaccia è il tuo mattino, la sua falsa parola la morte cui destina la verità
rubata e braccata. Debbo fuggire per poi tornare a volare con le ali di un
sogno mai smarrito in questo martirio.
Debbo fuggire e dipingere il quadro antico per ricordare il compito di
cui si investono braccando la Parola non gradita al guerriero paladino di Dio. Il Tempo e la Memoria rinnovano il
terrore del gesto antico di cui il popolo caccia in nome e per conto di Dio…
Secondo al Primo di questa Rima cui ho affidato la preghiera per sempre
inquisita e tradita… Debbo fuggire perché ora il secolare compito investe come
un Tempo l’inquisitore di Dio e priverà quanto è tuo per confiscarlo in nome di
Dio, la ricchezza è la sua chiesa pur indossando povera parola alla piazza ove
il pellegrino reclama il perdono per ogni peccato ed inganno consumato in nome
di… Dio. Debbo fuggire fra le risate e le minacce, occhi indemoniati che
braccano la Poesia la Rima con la maschera viso di una eterna smorfia a cui mai
destinano il peggiore delinquente Barabba del popolo per il quale implorano
perdono. Dopo consumano l’agnello nel rito che giustifica il linciaggio. Chi la
bestia? Chi il lupo in questa Rima? Eppure il buon pastore ha profondo terrore
incaricò il magistrato ed inquisì l’oltraggio. Lupo rinacque alla mia ora, mi
dettò la Verità inquisita e arsa dall’intolleranza antica, mi narrò la Vita
così consumata in nome della Dottrina…
Il Tempo e la Memoria
compagni del mio cammino, ogni volta che scorgo ugual volti e gesti lungo lo
stesso ghigno, ogni volta che scorgo gli occhi dell’odio che muove Parola senza
nessun motivo, odio antico più antico del loro Dio, il Dio prima di Dio mi
conceda la forza di questo antico martirio…
E l’Eretica Parola mi scruta e mi vede e comanda la Via, ricordare il
male subito in nome del loro Dio… Rima inquisita Anima braccata….
Povero Eretico,
son io che ti osservo
nell’angolo nascosto
accanto alla brocca,
dove non sapendo,
stai bevendo l’antico tormento
confuso con lieto piacere.
Dona segreta parola
nell’infinita ora:
stai creando nuove stelle
in questo Universo
dove ti sei appena perso.
Fiumi di parole e tanti pianeti,
eterni prigionieri di una strana materia,
perché sempre avanza per questa cella
specchio di una diversa creanza…
A parte… il quaderno (ed alcune
lettere…) (ora divenuto nuovo strumento certamente più evoluto cui affidare il
numero compiuto il formato e la grandezza ai miei occhi smarriti è sempre un
quaderno cui affidare il gesto per Eretici perseguitati…) approdato presso la
Biblioteca non è possibile dire con precisione il motivo della sua
compilazione, visto l’imparzialità e inconsistenza dei fatti addebitati ai
perseguitati. L’interesse seicentesco per gli Eretici non si è consolidato in
opere manoscritte, né a stampa (ed io che ho rimato e scritto conosco il Tempo
della persecuzione subita…), ciònonostante, altro ancora si può aggiungere
circa i perseguitati protagonisti della repressione inquisitoriale. La sutura
documentaria fa emergere un orizzonte devozionale che gli inquisitori collegano
ai buoni cristiani dualisti – coloro che comunemente vengono definiti catari –
e colpiscono individui quasi sempre isolati e raramente difesi in difetto
negato dei loro diritti…
Questo particolare non è trascurabile…
… Gerolamo Biscaro per primo fece la scelta coraggiosa di pubblicare
Frammenti esemplari - veri e propri exempla
del lavoro dell’inquisitore - estratti dai quaterni
racionum degli inquisitori. Il suo impegno scaturiva da un clima di
entusiastiche e sistematiche campagne di scavi documentari appartenenti alla
Geologia stratigrafica della Storia e della Memoria… Tutti i suoi scritti
ripropongono il binomio inquisitori-eretici, privilegiando il quaternus del frate Predicatore
Lanfranco da Bergamo figlio del fu Giovanni da Grumello del monte… ‘inquisitor haereticae pravitatis’ dell’officium… dal settembre-novembre 1292 al
giugno 1305. Funzionalmente elegante, il ‘quaderno’ pergamenaceo rappresenta un
unicum in un contesto conservativo omogeneo tipologicamente, ma non altrettanto
uniforme per materiale, dimensioni, qualità e quantità informativa, oltre che
per modalità di redazione.
In primo luogo, esso rende conto di un mandato individuale (universale)
continuativo, permettendo di seguire e contestualizzare in coordinate ampie
l’attività del ‘frate’ inquisitore. La dilatazione temporale delinea vicende
nel loro divenire e suggerisce lo sviluppo della logica redazionale. Il mero
dato contabile introduce....
Nessun commento:
Posta un commento