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Il volo di Jonathan (14)
Prosegue in:
Amici come prima (16)
… Abbiamo parlato e discusso, io ho creato il mondo da un pensiero
nato, tu hai governato l’evento con l’impeto che contraddistingue la tua
natura, l’occhio Polifemo dal quale rimaniamo affranti scossi e persi
nell’Inferno della Terra d’improvviso trasformata in disastro…. Erano miei Dèi
(Rocce Dèi .. Dèmoni…), perché all’inizio del Viaggio mi narrai Pagano, e forse lo
sono ancora dopo quanto visto e udito. Certo potevi essere clemente, ma non
posso nulla dinanzi alla tua parola, io creo e compongo scrivo la Rima, la
Poesia è l’arte mia antica…. forse più Pagano di prima ora alla vista della tua
venuta….
Ma Giamblico, era assorto e non
udiva le parole del discepolo, come parlando a se stesso, gli occhi verdi fissi
nelle nuvole che il sole rivestiva di trasparenze dorate, cominciò: ‘Sì, sì,
noi tutti abbiamo dimenticato il verbo del Padre, bambini nella culla, noi
sentiamo la voce del Padre, ma non la riconosciamo. Occorre che nella nostra
anima tutto taccia, la voce celeste e la voce terrestre.
Allora noi lo conosceremo….
Finché la ragione ci illumina il pensiero come il sole meridiano, non
potremmo veder Dio… Ma quando la ragione declina, l’estasi, come rugiada
notturna, discende nel nostro spirito. Gli spiriti inferiori non possono
provare l’èstasi, essa è privilegio soltanto dei saggi, che vibrano e fremono
come la sonante lira sotto la carezza divina.
Donde viene questa luce che rischiara la nostra anima?
Non so: essa giunge improvvisamente, quando uno meno se l’aspetta.
Io dico: silenzio!
Ascoltatelo in silenzio!
Eccolo!
Che tutto taccia!
Il mare, la terra, il cielo.
Ascoltatelo!
Egli riempie di se tutto l’Universo, penetra gli atomi, col suo
respiro, illumina la materia – il caos, orrore degli dei – come il sole, al
tramonto indora le nuvole scure…
Sì, sì, guarda: ella vorrebbe dire il motivo della sua tristezza, ma
non può.
E’ muta.
Ella dorme e tenta d’invocare Dio nel sonno, ma la pesante materia
glielo vieta, e a stento riesce a contemplarlo in una confusa sonnolenza.
Tutto, le stelle, il mare, la terra, gli animali, le piante, gli uomini, non
sono altro che Sogni della Natura, che pensa a Dio.
Ciò che essa contempla, nasce e muore.
Ella crea per semplice contemplazione, come in sogno.
E tutto, così, le è facile; per essa non vi sono difficoltà né
ostacoli, ecco perché le sue creature sono tanto belle, tanto libere, tanto
inutili e divine.
Il corso dei sogni della Natura è simile a quello delle nuvole.
Non ha né principio né fine.
Al di fuori della contemplazione non esiste nulla.
Più è profonda, e maggiormente silenziosa.
La libertà, la lotta, l’azione non sono che contemplazioni divine,
indebolite, incomplete o non ancora perfette.
Nella sua grande stasi, la natura crea forme; e le lascia sfuggire dal
suo seno materno, una dopo l’altra, come il geometra che non ha altra fede se
non nelle sue figure…..
Tutta la Terra si trasforma così l’ira tace e cancella la Parola
antica, è linguaggio di Natura per quanto si dica siamo prigionieri della Terra
noi Dèi incarnati nella pietra divenuta sola Memoria. Ma qualcuno immune alla
Memoria nella stratigrafia della Vita, pensa ad un monolitico evento lungo
ugual via: la sua Parola è troppo giovane per la nostra Infinita Ora. La Terra
al pari dell’Universo ha una lunga Storia scritta nel Mito della eterna venuta,
perché sempre ho dimorato da Profeta braccato in una grotta, cacciato da un
popolo che vuol dispensare parola. E fra il Bene che avanza e il male che crea
diversa sostanza, scrissi della Verità che illumina la Rima nella Poesia
taciuta del ‘Dio prima di Dio’ in
quanto non vi sono concordanze come
illumina il dotto saggio, nella non-dualità
non v’è Storia non vi è Memoria non v’è Luce contesa fra un’onda ed una
particella. In Principio furono molti, poi il Primo narrò la Via quando il male
fu padrone della materia; e per quanto dico e leggo, vedo l’errore della
presunzione armato al porto di una strana teologia: spiegare e narrare il
Mistero in una Simmetria ove se pur qualche erudito prega e svela lo stupore di
Dio manifesto nella parola detta…, nell’incomprensione vissuta, la Via Sua
rimane taciuta ed in apparenza incompiuta. Cancellata braccata inquisita e per
sempre perseguitata, così la Natura del mio Dio (e tanti Dèi) incarnato in
questa Vita. Nel perire svela la sostanza di cui la Vita, a te Parola di
potenza scritta nell’orrore ed errore della Memoria. Ed io che compongo e
scrivo nel Frammento non cerco facile Rima che porti incomprensione alla Vita,
non cerco capro espiatorio, perché la mia Parola è sempre un Primo Pensiero
assente e Straniero all’odio inventato, istinto dell’uomo non del tutto
compiuto. Quando tu gettasti la ricchezza, io da secoli fuggivo il Male,
braccato poi dal saio della tua venuta.
Per questo crocefisso nell’assenza di
ogni peccato. Fu detta e narrata Eresia nel Tempio che urla, in verità è lo
Spirito braccato dalla materia che per sempre fugge via. E nella parabola dell’evento
tu preghi il tuo Dio scritto e scolpito venerato e pregato nella materia quanto
dal sogno creato. Ricordi la Storia, ricordi la Via? Nel male è costruita
l’Occidentale tua ‘ortodossia’. Prega
un Dio dal Verbo risoluto, condanna e punisce, così è scritto, talvolta
benedice nella parola della sua via divenuta Chiesa ricca e festosa,
nell’interesse di quel Dio cui trae nutrimento. Io sono Pensiero Primo, così la
Vita anche nel triste accadimento, e sono ancor più convinto nell’Eterna Ora,
ora che gli Dèi mai periranno al fuoco e tormento dell’accadimento. La Vetta si
innalzerà a nuova altezza, una zolla, un Frammento, uno strato di Terra si è
scontrato con l’indomita risoluta ed intollerante per quanto monolitica
certezza che ‘sora morte’ non detta o cancella la lontana venuta. Assiso in
èstasi contemplo l’Eretica Parola nel bene e male che divide la comune via: Dio
scritto e ripetuto in ugual preghiera e muto come un Buddha svela la Terra…
materia scolpita… opera incompiuta… Ed in essa nella ‘parabola’ nascosta, vedo
l’uomo evoluto del nostro comune tempo. Ora cammina retto, ma un Tempo più
antico camminava chino, voleva conquistare il mondo Creato arrampicando e
violando ogni Dio celato, muto e nascosto in ogni pietra del cammino vetta
della sua evoluta conquista. Ogni grotta e pietra e cima dove ogni anima perita
torna a nuova vita, prigioniera del peso della dura conquista della Natura così
evoluta, prigioniera della materia così transitata alla conquista della cima
nel segreto della comune via….
Sì, certo, uomini e materia, ma io vedo nella (tua) pupilla riflessa,
nel momento che parlano e mostrano la Materia del loro progresso, la nuova
crosta evoluta che si dibatte nell’aula (dove ogni legge è discussa nella
‘democrazia’ raggiunta): stratigrafia della legge che disciplina e regola la
terrena vita, nello specchio di un Dio e nella falsità della parola al popolo
rubata. La conquista del male antico che inchiodò la Parola del Primo Dio al
Teschio della materia, per pretenderne di svelarne e spiegarne il Frammento
nascosto in ogni grotta del sentiero. Nella grande piazza scolpita pretenderne
legge e bene: moneta e preghiera ben esposta di ciò che mai si svela, la ‘vita
prima della vita, Dio prima di Dio’, e l’orango della Parola scimmiotta
dispensa e distribuisce la ‘fede’ da un ramo in attesa del pellegrino, conta e
benedice i denari nella materia coniati e nel Teschio della Vita contati e
difesi da chi nel Tempio difese l’antica dottrina dopo l’offerta ricevuta
assicura il Paradiso del suo Dio…
Sono amici come prima e più di prima nell’inganno della parola dalla
‘parabola’ ben distribuita al ‘canone’ della strana Natura… così evoluta…
Zoo… della Camera monitor 5 canale 3: il popolo distratto affranto
ammira il nuovo Naufragio, ove nessuno si è smarrito, ove nessuno al passo
evoluto del Dio Taciuto ha perso la piccozza al ramo, ove ad ogni ‘scalo’ ed
aeroporto del terreno volo si narra più uomo e saggio ed evoluto di prima.
Certo, ha camminato chino come l’antico antenato, e per un rifugio sicuro
avrebbe donato ogni soldo guadagnato e dalla materia fuggito in questa parodia
paradosso della segreta ‘via’. Peso della fatica di uno zaino, di un’emozione
in cerca della Vita, soldo al peso cui reggo il passo di questa difficile Via…
Fra un frutto ed una nocciolina in attesa del nuovo evento della vita: la
ricchezza è sola e degna parola all’espo-sizione della Natura evoluta ma così
affranta nel Secondo di questa ‘parabola taciuta’. E il gorilla così cresciuto
allo schermo della vita contempla la parola cui destina il senso della via
racchiuso nella Camera che disciplina ogni politica di vita per ogni conquista
della cima cui aspira. Voto e scelta della vita allo zoo di codesta difficile
salita nel pil della grande economia
raggiunta e scritta. Giungla della perenne fuga in cerca del Tempo della
Memoria ove ogni Frammento è perso e crollato perito nel fuoco amico della materia… Ma il politico, l’orango più saggio
del villaggio globale giammai crollato al disastro della fatica di codesta
avventura, si agita e scompone, dando saggio allo zoo della vita di chi maestro
della via per la segreta saggezza nel pil
della cima. Ringrazia per la fiducia ottenuta dopo la baruffa, teatro della
materiale parola al popolo (ora di nuovo e come prima) proibita. Lo spettacolo
così evoluto dell’orango in ognuno taciuto si compone alla vista…, e poi…,
‘amici come prima’… La pagnotta al telecomando della vita ci ridoni la vista
certezza della parola per sempre tradita e dalla busta nutrita. Non si
fraintenda al fuoco dell’eterna ora: la busta delle noccioline ove sfoga il
Secondo del diletto allo zoo della vita è quella consumata con avido gesto al
palato e sciolta dalla lingua. Perché ogni orango e gorilla al di là o di quà della gabbia è sempre un onesto e bravo cittadino così
cresciuto… e nella poltrona evoluto. La banana solo il telecomando ove
destinare il sogno di questa vita affidando al palato la ricetta dell’anima
taciuta, al vino la qualità grado di una vista incompiuta nell’attesa della
nuova puntata dello scalatore della cima…: non è morto annuncia la ‘parabola’
della vita e mai morrà al Teschio di questa Eresia…
…. Un cesto di mele in una mano, una telecamera dall’altra, mi avvicino
all’isola degli scimpanzè. E’ il regno di Nikkie, maschio dominante di quella
che è considerata la più grande colonia di ‘Pan troglodytes’ del mondo. Ed è
Nikkie che farò arrabbiare, anche se il suo comportamento aggressivo nei
confronti di un altro membro della comunità mi importa relativamente: non sono
qui per studiare la guerra, ma la pace.
Esiste tra gli animali?
E quale può essere il significato di una eventuale riconciliazione dopo
una lotta?
Quale utilità evolutiva di gesti in tutto e per tutto equivalenti alla
nostra stretta di mano?
La mezza mela vola verso gli scimpanzè (la guardano e la studiano, la
osservano e scrutano… come al Tempo Antico, loro padroni del creato nel peccato
così consumato nel ramo condannato…). Hennie, una femmina adulta, la afferra.
Nikkie resta a bocca asciutta. Hennie si siede a sgranocchiare su un vecchio
copertone (cosa mi posso inventare con questa mela…? Cosa ne posso ricavare? La
mangio in odor di peccato e inganno così il terreno Paradiso che saprò aver
conquistato e nella ‘parabola’ di questa dieta sfamerò la verità non certo
vissuta non certo compiuta ma sempre rubata ad una Eterna Natura… ‘Mangia la mela assapora la Rima… di chi mai
ti privò della vita…’). Nikkie non sopporta l’affronto: si avventa sulla
femmina, cerca di colpirla e di morderla (non è ancora arrivato Dio o chi per
Lui a spiegare l’uguaglianza dei diritti e doveri…), la insegue fin sugli
alberi. Poi si ferma, torna lentamente sui suoi passi, si ferma di nuovo, si
volta e fissa Hennie immobile all’estremità di un ramo.
Parte il cronometro, comincio a filmare.
Che succederà?
Hennie si avvicina a Nikkie che continua a guardarla.
Giunta a circa due metri da lui, gli tende la mano con il dorso rivolto
in alto; l’altro si avvicina e, dopo qualche minuto di incertezza, le fa il
baciamano. E’ il momento della pace: subito dopo, l’abbraccio e il bacio sulla
bocca, il gesto riconciliatorio per eccellenza tra questi primati (talvolta
anche sulle guancie… dopo il ‘baciamolemani…’). Sono passati dieci minuti
dall’inizio...
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