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La Moltitudine (15)
…Potremmo
fuggire qual apparente conseguenza e non più libera scelta, o al contrario, ed
in ugual modo esser esiliati e naufragati dall’oceanica Moltitudine, ma ciò non
priva la nostra ed altrui Ragione da talune considerazioni, le quali la
Moltitudine detta, sia essa popolare, sovrana, o di libera impresa e pretesa,
non raccoglierà, come la Storia insegna, con favore…
Giacché
la Verità difetta dell’unanime applauso della Storia.
…In una
Scena precedente dedicata alla teologica simmetrica titanica impresa di convenire e
coniugare i principi della Fede con l’Economia, abbiamo dato e continueremo a
portare il giusto frutto della Storia… in un Etica in cui far convivere i
principi della teologia con quelli della filosofia, sia essa apparentemente
‘eretica’ e tradizionalmente, e più o meno ‘radicalmente’ aliena alla ‘materia’;
sia essa affine alle esigenze dell’uomo, in cui però (la materia detta)
occupare uno spazio tradotto impropriamente da una falsa etica trascesa nella
secolare morale corrotta…
Grave non
è non rimembrare la Storia, giacché la lettura di questa soggetta a facile ed
impropria manipolazione, ma più grave ancora coloro i quali incaricati ad
edificarne e celebrarne la Memoria difettino di cotal memonica (pedagogica)
‘riserva’ mentale. Nel nostro caso intendiamo e coniughiamo ‘riserva’ per lo
spazio appena sufficiente per contenere gli accadimenti della Storia ed il
graduale succedersi nella ‘circolarità’ in cui questa manifesta il ‘limite’
della propria testimonianza nella Natura dei fatti in cui tradotta.
Abbiamo solo
accennato alla differenza fra Storia geologica ed umana, e abbiamo anche
ragionato il difetto di quest’ultima nella ‘riserva’ in cui posta ogni
differenza appartenenza e presunta evoluzione divenire incolmabile distanza
nella ‘frattura’ in cui non più ‘deriva geologica’ formare Terra e Vita, ma al
contrario, ‘deriva’ in ciò in cui precipitato ogni geologico motivo affine al proprio
ed altrui Principio.
Così non
solo la Natura ma anche, come quotidianamente leggiamo, la corrotta Natura
umana precipitare in cotal (alcuni dicono ‘invisibile’ ‘ignorata’ involuta
condizione di unanime collettiva appartenenza alla Natura degradata ed irrimediabilmente
mutata in ciò che per secoli ha scritto non solo la genetica ma l’intero corpo
dell’uomo) fratturato impedito degradato passo
non più ‘retto’ ma piegato, ora supino ora carponi, nei disastri in cui
leggere l’evoluzione alla ‘caverna’ (ri)scritta divenire come detto… Storia…
‘Riserva’
può appartenere al vocabolario elaborato con grande presa per il popolo sovrano
chiamato a celebrare il rito antico; oppure lo spazio appena sufficiente dove
collocare la Ragione confinata dal proprio, non dico Destino, ma dal suo sviluppo
storico e non solo Equiangolare così come la Natura dovrebbe risorgere e
manifestare (per ogni Primavera) e non certo regredire ad un lontano e
trascorso inverno della Storia.
Purtroppo
succede anche questo!
E la
‘riserva’ mentale stenta nella dovuta presa di Coscienza.
Quindi
come detto ‘riserva’: spazio non più sufficiente per apprendere il terribile
destino, e certo non di gloria, a cui destinata non solo l’Economia ma anche il
popolo meditare antica ascesa.
Ma ciò che
ci stupisce ancor di più non è la folla oceanica acclamare la propria sovranità
vilipesa, ma tal compito acclamato della Moltitudine riunita per conto della
cosiddetta ‘destra’ o ‘ultra destra’ presidiato da colui che in nome di uno
Stato di una Nazione di una Europa dovrebbe, per onor di ogni Logica (smarrita),
celebrarne ed edificarne successiva Memoria là ove all’Albero appesa la
sconfitta della Storia detta.
Ogni buon
statista dovrebbe imparare da reclamati corpi mutilati in cui il ‘frutto’ di un
futuro destino non può risorgere da un albero malato.
…Questa
forse l’Eretica condizione posta e non più il ‘bene’ con cui traduciamo
teologica intesa: cioè l’Albero malsano non può maturare ‘frutti buoni’, al
contrario, può solo nutrire impropri umori della Storia mal interpretati ed
edificati, giacché il ruolo della diplomazia quale difficile ed evoluto passo
della stessa, e non solo della lingua, con ed in cui evoluto il vero Principio…
(dovrebbe) manifestare non più il fattore ‘ciclico’ ma il linguaggio con cui
apostrofare la ‘prima nota’ da un apparente ‘nulla’ nata evoluta da un Oceano (in
cielo quanto in terra) e con quella seminare miglior frutto…
E con
codesta Memoria ‘incarnare’, nella difficile ‘impresa’, la volontà ferita e/o
smarrita del popolo, fors’anche umiliata ed in ugual ‘riserva’ posta.
La cosa
difficile sarà coniugare, successivamente, cotal ‘impresa’ con tutte le Ragioni
comunitarie in cui l’Economia rischia una probabile deriva. La cosa migliore
sarebbe stata una politica destinata al difficile compito della diplomazia. La
Storia ci insegna, infatti, che quando un popolo uscì da una sconfitta firmata
su un vagone di un treno il risentimento armò una nuova catastrofica impresa
nei motivi apparenti di incarnarne la volontà vilipesa di una intera nazione.
Per l’esattezza un cataclisma con cui l’acciaio’ si sposò con la ‘poesia’
impropria non meno della ‘filosofia’ divenuta guerra.
In
seguito, l’etica o la genetica di cotal indole non certo naufragata o evoluta,
solo trascesa nella traduzione di ciò che dalla guerra mutato in economia, così
da renderla ancor più forte di prima.
Il
difficile compito etico e morale simmetrico alla dovuta Memoria con cui indicare il
‘duplice’ difetto mentire su se stessa riconoscendo il fattore ‘evolutivo’ con
cui leggere l’intera trama ‘mente’ della Storia detta.
Sarebbe
troppo facile, come per taluni simmetrici divergenti politici (alla sinistra ed
opposta deriva), incarnare un motivo trasceso nella genetica e indole di un
popolo non correttamente convenuto con se stesso abbraciarne impropriamente il
paradossale frutto, miopi ed ugualmente ‘difettevoli’ se non carenti di
medesima Storia.
Così come
coloro ‘sovranamente’ riuniti compiere ugual passo con cui gli stessi
‘innominati’ e da cui divergenti, evoluti dal fattore guerra alla grande ascesa
economica divenuta comunitaria frattura.
Ci
stupisce la difettevole provenienza da cui ed in cui un superiore incarico
dovrebbe tutelare lo Stato dal prossimo e non certo da se stesso, non più e ne
meno, non me ne voglia il nuovo innominato Duce, d’un pazzo pericolo per il
prossimo quanto per se medesimo!
…Consiglio
all’ispirante giurista in ‘riserva’ della dovuta Memoria con cui celebrare ed
edificare la Storia lo studio della sana e duratura diplomazia la quale per sua
onesta natura si differenzia dall’altrui ‘seme’ coltivato nel proprio giardino
non men che orto, l’Albero in cui raccoglierne l’improprio adultero frutto
seminato per altrui mano sarà scarno e spoglio mutilato della Verità con cui
Adamo conquistò Eva nella Genesi divenuta Storia, crescere su un muro poi
ancora rozza incurata crescita velarne e oscurarne l’intero antico edificio con
cui edificare e celebrare collettiva eguale appartenenza, e non per questo
astenermi dal dovuto giudizio assente alla Storia per ogni piazza letta…
…Pur
astenendomi dal frutto marcio con cui costruita la Storia detta…
(un 'Miniatore' dalle scogliere saluta un aspirante forestaro...)
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