CHI DELLA FOLLA, INVECE,

CHI DELLA FOLLA, INVECE,
30 MAGGIO 1924

venerdì 3 maggio 2019

L'ALTRO JAMES (dedicata ad un 'innominato' Eretico) (9)










































Precedenti capitoli:

Il 'Quadro' della Storia (8/1)

Prosegue in:

L'altro James... (10) &















Il piano della Rinascita (11)












...Ne ‘Il senso del passato’, opera postuma di H. James, un giovane storico….




…Non meno del sottoscritto, il quale pur non essendo uno storico, ma il solo partecipare alla Storia [di cui posso costantemente testimoniare come la stessa fondi il proprio dubbio consenso spesso sottratto alla verità qual ‘atto depositato’ ed affisso nel tribunale ove giudicata] mi rende in un certo modo ‘soggetto-oggetto’ e bersaglio preferito, ma non certo agnello, di tutti i motivi non meno degli interessi, nella stessa riflessi qual documenti (ri)tratti conservati, ma molto o troppo spesso, ignorati…

E di cui, chi più ‘accreditato’ celebra (o dovrebbe) - in Verità o in difetto – la vera presunta condizione in cui la trama dell’intero svolgimento narrata e documentata, difetti, talvolta o troppo spesso, del reale motivo e contenuto di cui l’accademico nominato (in rappresentanza di una ‘casta’) circa ‘il come’ e non solo ‘il quando’ ne rimembra le gesta del proprio ed altrui Stato,   manifestando la propria, per conto dell’altrui, …Secolar funzione.




Non scordandoci, in questa o altra sede, che la Storia stracolma di ‘Giustizia’ con la ‘Legge’ che convalida giustifica e ugualmente nobilita (spesso addirittura giurata sulla Bibbia), oppure ‘difetta’ in una estrema difettevole lacuna l’‘atto’ (detto), anche se talvolta contrastato, ma alla fin fine ed in ultimo giudizio, ‘serva’ dello Stato in cui la stessa convalida  conferma e giustifica univoca ‘dottrina’ della Storia (politica) quantunque sottratta al giudizio da cui la funzione di un attore (di tanti stracolmo il palcoscenico nella varie rappresentazioni) in campo (cioè lo storico detto).

Questa seconda riflessione potrebbe sembrare un notevole ‘paradosso’ per quanto all’inizio dell’enunciato espresso, in quanto non trascuriamo in questa sede il fattore Tempo, il quale lento ed inesorabile come un Fiume scorre comporre propriamente quanto da noi ‘nominato’ con beneficio e superiore merito ciò che da Lui nato.....




(al contrario, lo stesso impossibilitato di tal superiore ‘dialettica cogitata’, può al limite mutare la propria Forza non solo in merito ai cicli della Natura, ma anche per conto ed in nome dell’uomo, là dove questo ha fondato le proprie città con i dovuti ponti della Storia detta… e trarre da questo i principi della Vita in merito all’altrui insostituibile forza…); e nel quale pur costante la propria Opera circa i meriti della Natura, e la lenta graduale evoluzione nell’Architettura sempre più perfetta, divide, o al contrario unisce in essa, schiere popoli e genti nelle varie vicissitudini (non meno dell’Oceano ove sposa la propria Natura, e da questo e nelle sue alterne correnti, leggiamo i veri cicli da cui, non più la singola arteria, ma l’intero Tronco da cui la Vita detta, oppure se preferite, Albero, lo stesso nominato ‘albero maestro’ donde una moneta o un chiodo porre differenza e Tempo… Rimane e sorge costante riflessione, o amletico motivo della ‘presente piena’, chi il ‘maestro’ nel Tempo detto… 




...Se risolta l’intricata intera ‘anatomica’ trama nell’equazione posta certo potrebbe svolgersi il vero Tempo in cui un più elevato Genio ed Architetto affine alle Leggi stabilite nella ‘relativa ristretta’ trama in cui la Storia narrata, quantunque difetti  esuli e rinneghi dagli stessi propri principi… Così potremmo meglio comprendere come taluni ‘maestri’ in osservanza di un determinato Tempo il quale lento scorre nelle varie frazioni [secondi, minuti, ore, giorni, anni, secoli e millenni ed un Nulla di fronte ad un Universale Tempo da cui la singola - frazione - detta] da cui il tutto della Vita: laghi, monti, ghiacci, mari e molto altro ancora, abbiano meditato ciò che da Principio nato e non solo Filosofia ma propriamente una precisa Etica da cui un diverso alieno Tempo impropriamente contato numerato e conservato… E da cui non fuggiti ma esuli e vittime di quanto non del tutto compreso ma quantunque e per sempre nel Fiume della Storia narrato…).....,




...talché deduciamo che se pur apparentemente immutabile ed non affine al fattore Tempo così come sempre numerato, in realtà proprio quello scorrere lieve come sangue nelle vene di una Natura apparentemente muta, ed in questo medesimo Tempo (detto) pur un Elemento evoluto nella costante Opera nata da un superiore Genio ed Architetto in ciò cui definiamo un costante miglioramento, in un diverso Tempo non affine allo stesso in cui scorre medesima Storia narrata…

…O talvolta o troppo spesso, insanguinata e naufragata, ciò che dal Fiume evoluto qual univoca Ragione di Vita sembra mutare la propria opinione non affine al senso o meglio il ciclo da cui dipende ogni Stagione della Vita non meno della Storia detta. Così se pur i climi medesimi, in realtà diversi e attestanti un giudizio ed una differente Memoria e conseguente Atto della Storia, pur contrari ed avversi al vera Tempo della Natura, che come appena detto, lenta scorre apparentemente immutabile ed evoluta, in ciò di cui involuto e assoggettato ad un diverso relativo improprio Tempo e ciclo da cui la Storia…




Chi aggredito e aggressore rimane sempre un mistero nobilitato ed anche ben ‘accreditato’ non men che celato e custodito qual funzione della Storia. Una sua rilettura richiederebbe un completo rovesciamento degli schemi come sempre si è abituati a costruirla, giacché l’architettura dell’intera ‘dottrina’ rischierebbe di far principiare tutte quelle Verità che per sempre hanno giustificato l’ ‘atto’ affine alla violenza e sinonimo di barbara involuzione, o meglio come direbbe James, un rovesciamento di ruoli e schemi con annessi ‘attori’ in campo:

‘Ci si chiede, alla fine, da quale specie di barbari o di pigmei si provenga. Ci sono alcune grezze, nere testimonianze delle antiche monarchie in Inghilterra…’.

…Ed aggiungiamo: in tutte quelle monarchie o imperi ove ha sempre regnato un determinato principio di conquista, taluni dicono affine alla natura dell’uomo, altri come il sottoscritto, un genetico residuo territoriale ereditato non felicemente superato con l’apporto di ciò di cui si compone l’umano ‘evoluto’ e lo differenzia dalla bestia donde deriva; da qui certamente infinite considerazioni, oltre la Natura donde lo stesso deriva, motivano e differenziano ciò di cui inferiore o superiore, ribaltare tali schemi significa riscrivere o rileggere, oppure, iniziare a leggere l’intero Ecosistema o Libro della Natura, falsato dalle condizioni del progresso fin qui raggiunto e nobilitato e fornendo i principi di cui l’umano abbisogna per ciò che fu e mai più sarà, e non solo circa il Tempio pregato (rifondando una filosofia della Natura).




Quella piccola ‘cittadina’ la quale ha fornito i natali di alcuni illustri oltre il pretesto per James di talune considerazioni circa la Storia detta e di cui il nostro James sembra provare una ‘distaccata depressa bostoniana ereditata considerazione’, abdicata però, dai motivi propriamente psicologici di cui è capace la Natura quando attinge la propria pena non meno della penna nella genetica risorta, o per meglio dire, rifondata nei propri Elementi, che grazie a questi  hanno lasciato una vasta impronta esulando da tutte le false condizioni della Storia nel Tempo, il quale come sopra detto, lento scorre come un Fiume non più seminando ma scavando un profondo solco, volgendo lo sguardo su una diversa prospettiva della stessa Natura…




Lo storico come qualsiasi altro ‘soggetto-oggetto’ la cui funzione (non meno del destino) qual superiore compito ed incarico nel rendere il dovuto merito al Giudizio rappresentato. E di cui,  comporre ‘colori e tinte’ al ‘Quadro’ della Storia celebrata omaggiata (e conservata) con i dovuti solenni convenevoli.

In realtà, come anche la piccola ‘ecologa’ Greta ha intuito, là ove si tenta tal ‘difettevole’ opera esposta regna un solco ed una eterna ‘ciarlesca’ non men che ‘ciarliera’ sovrana politica. In quanto i personaggi, di ieri non meno di oggi, si adoperano per raggirare la Verità quanto il Diritto d’ognuno   negato pur predicando il contrario, in merito al ‘doblone’ affisso si consumano anche qual rinnegati e reietti divenendo parodia del teatro rappresentato al miglior ‘atto’ recitato…

Rinnegando, di conseguenza…, se stessi.

…Tale amletica teatralità spesso sfocia nel delirio altrettanto e magistralmente rappresentato come un ‘pulpito’ ove in realtà meditare l’intera Scena… 












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