CHI DELLA FOLLA, INVECE,

CHI DELLA FOLLA, INVECE,
30 MAGGIO 1924

martedì 27 ottobre 2020

FOTOGRAFIA NATURALISTICA (6)

 











Precedenti capitoli:


Dell'Homo Salvatico (5/1)








Io e mio fratello eravamo entrambi felici di vedere il primo numero di Bird-Lore e di approfittare dell’occasione per congratularci con i nostri naturalisti e amici della fotografia attraverso l’Atlantico per avere una rivista così pratica e molto interessante per aiutarli nelle loro incantevoli ricerche. Una simile pubblicazione sarebbe stata una vera manna per noi quando avremmo iniziato la nostra fotografia di storia naturale.




 …Dato che abbiamo avuto una buona esperienza nell’eludere l’astuzia e la timidezza della maggior parte delle creature presumibilmente selvagge, secondo il gergo del mancato ‘protezionista’, per noi solo Nobili Pensieri ancorati alla comune reciproca Natura d’un Tempo perso ed ora ‘catturato’, le quali  vivono nelle isole e continenti di tutto il mondo, propongo taluni suggerimenti per al meglio adottarli per ugual immortal fine, e nello stesso tempo, come abbiamo prodotto alcune delle nostre foto più rare…




 Prima di tutto, dovrei spiegare che non usiamo mai altro che una fotocamera da mezzo piatto con struttura robusta, sconsigliamo il piatto intero, lo Spirito ne risalterebbe appesantiti, ed inoltre di non far uso di sedute ‘Spiritiche’ con tavoli a sei e più gambe prima dopo e durante tal ‘caccia’, la mira ne risulterebbe irrimediabilmente errata.




 Quindi proseguiamo il cammino lungo il Sentiero, dicevamo, dotarsi di obiettivo stigmatico Dallmeyer, il quale ci sembra un ‘buon obiettivo’, rispetto ai soliti altri, soprattutto quando arriviamo al bel mese di Novembre, quando i ‘soliti altri’… ‘ignoti obiettivi’ ben mirati colpiscono soprattutto Pensieri più elevati…

 

Quindi dotarsi, altresì, di una ‘miniatura’ regolabile nella parte superiore, in attesa che venga utilizzata come una sorta di mirino quando avvistate il vostro prescelto obiettivo, il quale si avvicina, fate attenzione di non farvi accorgere che lo avete visto, sappiate che la divergenza di obiettivi sul piano focale posta all’infinto crea tutti i noti fotogrammi avversi alla luce, cioè esposizione contro-luce, ove edificate nonché celebrate le maggior ragioni della Storia, non meno della Natura intera. Infatti, se osservate bene, dall’alto appare questo alone inconfondibile qual marchio indistinguibile del loro obiettivo avverso ad ogni lume della Ragione…

 

Esposizione contro-luce…




Pur adoperando gli espedienti dei Fotoni di luce, tendono a coglierla ed imprigionarla in opposto moto e sentimento da come questa Creata, quindi, pur anch’essi dispensatori di Luce difettare della Ragione della Natura intera, con la quale si è soliti illuminare il misero Sentiero.

 

Come già detto codeste sofferte esposizioni ‘contro-luce’, pur nate dalla stessa, date al doppio della frequenza e frazionata nel suo uso, dacché chi le dispensa in genere ha un doppio ricavato dato dal normale uso della suddetta.




 L’effetto contro-luce sconsigliato a tutti gli amanti della Natura, lascia nell’ombra i dispensatori quali puri negazionisti risaltandone profili fittizi ed oscuri, rispetto gli effetti salutari della...


Luce della Verità.

 

La Luce della Ragione.

 

La Luce della Saggezza.

 

La Luce della Giustizia.

 

La Luce dell’uguaglianza e così via….

 

Raccomandiamo quindi di evitare esposizioni contro-luce…    

 

Procediamo ora con i dovuti ragguagli tecnici…




 Quando fissato in posizione, e la sua messa a fuoco è stata impostata esattamente come il suo compagno di lavoro al di sotto di esso, entrambi sono estratti nello stesso rapporto dalla vite che domina l’apparato più grande che, quando caricato con uno scivolo scuro e fermato in base alle esigenze di luce e velocità di esposizione, non necessita di ulteriore attenzione.

 

Fate molta attenzione all’altrui messa a Fuoco.

 

In genere accompagnata da riti propiziatori, in cui l’immagine rovesciata data da un diverso obiettivo, tende a distorcere rendendola confusa opaca, quasi eretica, nei miseri resti ritratti  dal Fuoco della Ragione.

 

Inoltre codesti concorrenti adoperano apparecchi sofisticati i quali però, nascondono un ‘obiettivo’ comune, molto facile nell’utilizzo ad uso della cosiddetta (Ragione) messa a Fuoco.

 

Dotarsi altresì di un buon riparo personale oltre l’indumento adeguato onde meglio sopportare cotal ‘messa a Fuoco’, si consigliano Grotte, Bivacchi, Alti Arbusti, ove dimorano Geni. Cercate di non mettere al Fuoco della Ragione cotal fotografico avverso concorrente, soprattutto quando l’esposizione appare, come detto, Contro-Luce.




 Quando la combinazione è in uso, il fotografo mette a fuoco con la mano destra e, tenendo la sfera d’aria o il serbatoio del suo tubo pneumatico nella sua sinistra, il vetro smerigliato della telecamera in miniatura. Ciò consente all’operatore di concentrarsi fino all’ultimo istante e di selezionare l’atteggiamento migliore del suo ‘sitter’.

 

Infatti è la mano da tenere per la dovuta tutela avversa all’improprio Progresso adottato e da cui obiettivo dotato, quindi e successivamente, posto al Fuoco del retto progresso mirato.

 

Datosi che con la sinistra cerchiamo di apostrofare, senza dislessia alcuna, miglior accorgimenti e ragguagli tecnici circa la Messa Fuoco da adoperare nell’esercizio di tale siffatta disciplina o dottrina… ad uso della Ragione unita...

 

Onde evitare, datosi i Fotoni viaggiare ad onde propagate, il noto effetto ‘contro-luce’, annebbiato nonché opaco nei fini di celebrati ma non certo migliori industriosi Fotoni Riuniti &d Associati.




 Abbiamo un otturatore silenzioso incorporato dietro l’obiettivo e per lavori molto rapidi, come studi di ‘inni  volanti’, utilizziamo un otturatore sul piano focale Thornton & Pickard che lavora fino alla millesima parte di secondo.

 

Evitare accuratamente diversi dispositivi non silenziosi, giacché il rumore ottenuto potrebbe offendere l’esercizio dell'altrui Ragione e volgerla all’innaturale Risveglio, detto infatti, insonnia della Ragione, propensa a raccogliere ed immortale siffatti Inni per il più consono Sonno della stessa…

 

Se adoperati in improprio ed articolato Fotosintetico esercizio e fine, si rischia l’immagine volgere e procedere all’oscuro dell’obiettivo contro-luce, non finalizzando, cioè, cause e motivi tecnici dello stesso, in precoce morte del Fotone medesimo non meno del povero disgraziato fotografo…




 Un buon apparato, che funzionerà in quasi tutte le condizioni con precisione e certezza, deve essere posseduto per la realizzazione di un’opera di storia naturale di successo. Usiamo i piatti più veloci realizzati nel vecchio paese per la maggior parte del nostro lavoro, anche se, naturalmente, per gli oggetti fissi pieni di colore, non possiamo battere i piatti cromatici Ilford.

 

…Si sconsigliano vivamente ‘piatti’ carnivori, datosi che il soggetto fotografato tende a procedere in ugual intestino, infatti le intestinali esposizioni e predisposizioni della Storia, data appunto, nell’esercizio più o meno corretto nella Luce in cui riflessa…

 

…Le note ‘rivolte intestinali’ rimembrate nonché immortalate date da tutti i predatori ivi riprodotti nelle varie pose ad uso ed esercizio dell’istinto, oltre e non per ultimo, motivo della Storia più volte detta…




 Scoprimmo presto che era assolutamente impossibile immaginare molti predatori timidi da vicino senza un naturale accorgimento in cui la telecamera e il suo operatore potevano essere effettivamente nascosti.

 

Passiamo poi a una riflessione su come fotografare gli oceani, le uova e i giovani di tali rapaci come aquile, falchi e corvi, che si riproducono, nelle scogliere più inaccessibili.

 

La prima attività è quella di assicurare un paio di corde da arrampicata. Avevamo fabbricato appositamente per noi, dalla migliore canapa di manila, un produttore di funi londinese di buona reputazione. Sono ciascuno lunghi duecento piedi. La corda di guida ha una circonferenza di un pollice e mezzo e la corda discendente, che ha tre anelli ad un’estremità per il fotografo, è di due pollici di circonferenza. Si vedrà quindi che entrambe le corde sono piuttosto robuste, alcune persone potrebbero dire inutilmente robuste, ma è meglio stare dalla parte della sicurezza, poiché una rottura e una caduta di tre o quattrocento piedi su falesie frastagliate o nel mare destinerà il fotografo in pensione perpetua.




 Con tale corda è bene allontanarsi e/o calarsi da suddette scogliere, in quanto detti predatori intenti nella continua molteplice solidale reciproca edificazione dei loro nidi d’amore.

 

Per evitare ogni pericolo, quindi, calarsi dalla scogliera, ed ivi ammirarne il passaggio che èra, cioè di una diversa èra e mai più sarà…

 

…Quando si poteva ammirare lo scoglio intero sottratto al più rinomato spaghetto di mare, detto anche spaghetto allo scoglio, o la più rinomata Rondine di Primavera, la più bella villa con nido e vista sulla scogliera intera.

 

Quindi dopo aver calato la corda a mo’ di scialuppa, procedere verso l’asilo nido, ove riconsegnati dalle forze dell’ordine precostituito per aver vilipeso nonché offeso ed oltraggiato il riposo della Natura così nidificata a più elevato scoglio contro luce esposta…




È curioso, ma tuttavia vero, che i fiction abbiano fissato un’idea nella mente del pubblico in merito al pericolo che si presenta a un uomo sospeso su un precipizio all’estremità di una corda; vale a dire, che tutto il suo pericolo deriva dalla probabilità che uno o due dei fili della sua corda si sfreghino in due su una roccia aguzza.

 

Le fiction vengono covate a puntate, pregasi quindi di non puntare l’obiettivo verso lo scoglio, in quanto stiamo alla sesta o settimana… non ricordo o perso la trama…

 

Per la corretta e dovuta nidificazione si prega di attendere la fine della finction…

 

Che come tale non avrà mai un fine…

 

Dopo di che si può comodamente gustarla alla Parabola…




Ho sentito molte storie terribili sulle corde di sfregamento spezzate, vite interrotte sul finale, corde tese e da acrobati attraversate, ma in realtà ci sono pericoli mille volte più grandi se meno pittoreschi; come, ad esempio, una piccola pietra prosaica, non più grande di un’arancia, che viene resuscitata più morta che viva fuori dal suo letto da una delle corde quando il fotografo viene trascinato - assieme ad essa - su una scogliera e, dopo essere caduto a una decina di metri, scendendo paffuto sulla testa del sospetto cineoperatore della fiction.

 

…Con il dovuto gran  finale gettonato e mozzato di vite infrante allo scoglio…

 

Folle commosse ed in lacrime!

 

Mio fratello ha avuto una o due cadute di questo tipo, sebbene mai l’ombra di una dovuta ad una corda spezzata.

 

Abbiamo già accennato al pericolo!




 Dopo esserci messi in viaggio per fotografare gli occhi degli uccelli nidificanti, ci equipaggiamo con (1) le nostre corde; (2) un piede di porco robusto; (3) un bravo, forte, assistente di livello (gli assistenti nervosi o negligenti dovrebbero essere evitati studiosamente, poiché un tipo di uomo è pericoloso come l’altro), su cui si può fare affidamento; (4) un revolver; (5) una fotocamera; (6) un fotografo che, oltre ad essere un buon atleta e ginnasta, non possiede affatto i nervi e, di conseguenza, può stare sul labbro stesso di una scogliera a mille piedi a picco, come farebbe su il bordo della grondaia di un marciapiede, e guarda dritto sotto di lui.




Consiglierei a tutti coloro che non possiedono le qualità di cui sopra, di lasciare la fotografia ed imbracciare un robusto fucile e così facendo,  camminare all’indietro in un abisso sbadigliante, anche all’estremità di una buona corda robusta ci deve essere un uomo più che in grado di comprendere Madre Natura; la frammentata fucilata la dedichiamo all’idiota quasi invalido….

 

Sento di aver appena toccato il limite del mio argomento in questo breve articolo, ma non ho dubbi sul fatto che all’uomo dotato di una fotocamera decente e un genuino amore per la natura, i suggerimenti che ho dato saranno sufficienti per impostarlo su lavoro nella fotografia di storia naturale e, da vecchio contadino, conosco abbastanza l’ingegnosità americana nella fabbricazione di strumenti per convincermi che nel mondo occidentale non ci sono nobili progenitori che non possano essere fotografati, vivere, amare e ammirarli nelle loro case libere e all’aperto. Ad ogni modo, ogni lettore di Bird-Lore ha i migliori auguri dei fratelli Kearton.

 

(‘Vita selvaggia a casa’ di Kearton, protetto da copyright di Cassell & Co., Ltd.)







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