CHI DELLA FOLLA, INVECE,

CHI DELLA FOLLA, INVECE,
30 MAGGIO 1924

martedì 13 ottobre 2020

MI SCUSINO LORO SIGNORI (presto pagherò il debito) (14)

 









Precedenti capitoli circa...:


L'orientamento (11/3)


Prosegue con la Rima...:


Mi scusino lor Signori... 


Se ho turbato l'asta delle vostre passioni (15)


Prosegue ancora con...:


Colori....  e  impressioni d'Autunno








Un monito mi sembra doveroso, per tutti coloro che celebrando il giusto orientamento, ed esercitando non tanto il libero arbitrio, ma la verità circa ogni fatto disquisito in riferimento e non solo al diritto vilipeso per ogni ambiente aggredito, possano essere congiuntamente   avvelenati da tutti coloro che a tutela dei propri interessi ed incaricando terzi si celano nella tentata truffa e non solo a danno dell’ambiente detto.

 

Ma dell’intera Natura!

 

Per Ambiente e Natura intendiamo una più elevata espressione ispirata e motivata da un più solenne enunciato e principio, e non certo un singolo umano ecosistema che ne viola ogni diritto avversato dagli impropri meschini affari di codesti ciarlatani; uniti congiunti nella rimossa coscienza dei piccoli affari quotidiani… nei sottintesi ciarlati, e da loro impropriamente nominati: lavoro rispetto e decoro, ed in cui non si distingue certo la Ragione ma il peggiore istinto che da lei mai deriva o dovrebbe…




La Ragione e con essa l’Intelligenza e non certo la pazzia che da questi deriva, sottintende la Verità per ogni principio da Lei accordato in comune con il buon Dio se pur pregato continuamente offeso nei principi regolatori della Vita.

 

La Vita mi detta ed ispira la forza per rispondere a tutti coloro circa la mancanza d’ogni paura al loro piccolo meschino cospetto, e se pur tentano ogni sorta di avvelenamento non più il buon senso, neppure l’inutile disquisizione per l’ottusa ragione che mai comprende, semmai la forza che da essa deriva per principiarne la paradossale differenza.




Mi scusino loro signori se non abbiamo paura dei loro falsi proclami uniti da pretese di rimborso per l’offesa subita, sappiano fin d’ora che come la Natura insegna paleserò più forte di prima ogni Verità al loro cospetto negata e punita con il soldo coniato della perenne calunnia accompagnato dall’eterna intimidazione braccare la Ragione.

 

Ogni torto subito va contraccambiato!

 

Così come e chi difeso mi vedo costretto a difendermi da calunnie infamanti, istituzionalizzate e certificate con ‘carte bollate’ se pur immancabilmente false, mi si contesta in sede giuridica da presunta parte offesa, di aver appunto esercitato il diritto d’offesa e aver oltre tutto molestato una indifesa servitrice dell’altrui causa, incaricata di chieder conto del danno subito.




Mi si contesta nel mio divagare e pellegrinare nel giusto corretto orientamento lontano da siffatto palcoscenico privo di natura e ogni forma di bellezza che da lei deriva oltre l’intelligenza, di aver offeso una piccola casina chiusa nel piccolo edile piano di cemento poco abitata dal medesimo, colma dell’altrui immobiliare focolare, ed  occupata solo (senza compagnia alcuna che non sia calunnia) da chi con il cemento edifica ogni corretto o corrotto pensiero ed al buio della luce medita falsa dottrina contraria alla vita; dacché chi scrive per conto della propria universale dottrina privo di riparo come ogni Natura la qual merita giusto e maggior rispetto di quanto dovremmo verso questi esseri più in basso, e mai siano nominati esseri umani…  




Scusate signori al sicuro riparo se ho offeso l’animale detto, giacché non abito il vostro intestino se ancor non ci avete digerito perché di questo non mi nutro; noi l’abbiamo fuggito pascoliamo un po’ più in alto evitando  tutta la meschinità che contraddistingue la vostra veloce spedita eleganza per ogni calunnia e truffa ben edificata!

 

Ci scusino loro signori se siamo fuggiti su vasti altipiani questo silenzio ci ispira circa il vostro nutrimento, siamo digiuni dei vostri piani congiunti per ogni caccia ben imbandita.

 

Ci scusino lor signori se non accordiamo denaro alcuno circa l’offerta richiesta, il raggiro non fa parte di questa dottrina, siamo esiliati da tempo antico verso la Cima mai nell’Abisso del vostro intestino…

 

Ci scusino se per respirare saliamo ancor più in alto il veleno ci prende alla gola ed ogni parola udita brucia ogni elemento della Ragione e divenire sterco per nutrire la più nobile zolla di Terra…

 

A voi l’onore della latrina!




Ci scusino loro signori se siamo assenti e ci reclamano e braccano come pazzi, la Storia ci conferirà giusto riparo ed a loro l’onore dell’ingiuria assieme all’ottima carta igienica!

 

Ci scusino loro signori per codesta Rima ispirata ma è la Natura aggredita reclamare e pretendenre replica al palcoscenico d’ogni offesa subita per ogni infamia data, per ogni raggiro al nuovo piano urbanistico al di sotto rettamente defluito nonché istituito.

 

Ci scusino, quindi, loro signori se alle vista delle loro belle e linde case, delle loro ville, dei piani ben innalzati e edificati per ogni metro di tubo là ove un tempo regnava ogni Elemento e Dio senza tombino, fuggiamo come il Vento che ci ispira pregando Bufera.

 

Ci scusino loro signori se abbiamo rubato loro un sorso d’acqua l’abbiamo pagata dieci volte il valore pattuito.

 

Ci scusino loro signori se come il tempo antico dimoriamo in un piccolo riparo un tugurio qual ultimo asilo, lo abbiamo pagato il doppio di quanto pattuito, preferiamo l’odore del vento della neve del ramo d’ogni più vero elemento del loro rifugio preferito.




 Ci scusino loro signori se non abbiamo udito l’ultimo grido di disprezzo apostrofato e ciarlato siamo intenti ad ammirare un diverso Dio per ogni elemento avvelenato.

 

Ci scusino loro signori se non abbiamo avvelenato il loro cemento rubato eravamo in un diverso luogo ove parlare e dialogare con il Vento, lo seminano ogni giorno andata e ritorno, quindi ci scusino di nuovo loro signori se assieme a loro attendiamo Bufera…    




 Il danno reclamato della suddetta ‘facciatonda’ dai tempi di esemplare novella, quando codesti meschini accompagnati nel comune raggiro uniti da noti ciarlatani, chiede parcella dell’ambiente offeso, ovvero una nera casa al chiuso della luce d’ogni possibile Verità rinnegare il principio della Vita e chi da vero esiliato la alimenta; ed ove codesti animali si dilettano ad avvelenare la vita pretendendo danni morali subiti e mai sia detto a questa ciurma di rinnegati e nobili ciarlatani, quelli arrecati e con cui accompagnati e devotamente comandati.

 

Il mio amico, mi raccomanda seduto alla stessa mia panchina, senza più collare e guinzaglio solo ucciso dal morbo della calunnia provenire dai quei luoghi ove l’intolleranza sposa l’onesta causa della persecuzione, di esser più che attenti a difendere ogni indifeso e non solo l’ambiente detto; di esser accorti della morte con cui avvelenano il comune diritto non meno del senso della vita, di esser accorti lungo il cammino, giacché dietro ogni volto si nasconde la maschera della beffa unita alla congiunta infamia.




Questi esseri, mi racconta il mio fidato amico, si unisono e riconoscono per ogni osteria e taverna ove alla giusta gradazione alcolica dispensano verbo e calunnia; bisogna essere accorti a non molestare chi molesta e non solo la Natura, perché si rischia di esser multati per eccesso d’amore per ogni cosa più vera del meschino linguaggio ciarlato in volgare morbo appestare la Terra…

 

Bisogna esser accorti nell’incontrare la morte pretendere pronta riscossione  a passo di frode, con solo la compagnia del raggiro qual motto ben scolpito, e coniare i propri falsi denari con l’oro rubato dell’altrui bisaccia da ogni onesto viandante accompagnato dalla Natura e da buona creanza….








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