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Prosegue nel giusto...:
Orientamento (12) & il Capitolo completo: ovvero la Foglia ingiallita (13)
Innumerevoli dibattiti premi (Nobel) e discussioni rivalse e false conclusioni con meriti e attestazioni in apparente conferma dello scorrere del Tempo, mentre la peste inghiotte o almeno sembra, ogni nuova speranza, ma il sapersi ‘orientare’ richiede un amore sviscerato per la Natura esulando da quella umana, giacché è proprio la Natura che modella l’uomo nel bene e nel male in cui lo stesso decide la propria costante affermazione - e/o sete di dominio - a prescindere, cioè, di come scritto il corretto punto cardinale genetico del dovuto ‘orientamento’…
…Decide il ‘proprio’ - e purtroppo o
troppo spesso come la Storia non conforme alla vera Natura insegna – ‘altrui’
agire (anche quando costantemente in difetto di vera Ragione e Verità da cui
l’intero ‘atto della Storia detta’, e da cui deriva o dovrebbe, un più profondo
intendimento tradotto nei termini della presunta ma non certo dedotta Ragione
seminata e raccolta ogni giorno in nome della stessa… ma in perenne difetto
della linfa che a lei giova… o dovrebbe… )…
Sicché è facile ammirare due opposti panorami di
Vita in siffatto Autunno premessa dell’Inverno!
…Ed anche
se leggo che in Parlamento taluni non siano del tutto convinti dell’immenso
danno che costantemente arrechiamo all’intera Natura (compresa, ovviamente,
l’umana derivata), è mio (idealistico-utopistico) intento ristabilire
equilibrio terreno, in ugual medesima terra donde vi scrivo, e dove, la Natura
con i suoi grandiosi panorami parla e conferisce Pensiero e Parola, di rimando,
per chiedere costante aiuto in nome e per conto della Ragion persa…
…In questa
giornata infatti si celebra lo Stato della dovuta salute mentale, e
paradossalmente le parole dell’incaricato di turno - o Presidente incaricato – qual
dottore proteso verso il malato del morbo antico in aggiunta al più aggiornato
e agguerrito Virus mi ricordano la famosa parabola di Cechov, quando il
solitario medico - anche lui incaricato - costretto alla medesima corsia ove presidiato
e curato per lo stesso male di cui comandato dallo stesso Stato…
Per qualche istante, in silenzio, si lisciò le
ginocchia, e poi disse:
‘Io non mi sono neppur sognato di offendermi per
quel che avete detto. La malattia non si comanda mica, lo capisco benissimo. La
vostra crisi di ieri sera ci ha fatto paura, tanto a me che al dottore, e ci
siamo trattenuti un pezzo a parlare di voi. Amico mio, perché non volete
pensare seriamente alla vostra malattia? Vi pare possibile andare avanti così?
Scusate la mia franchezza d’amico’,
…e Michail Averjanyc abbassò la voce:
‘voi vivete in un ambiente così disagiato,
nessuna assistenza, nessuna possibilità di acquistar medicine... Amico mio
caro, io e il dottore vi preghiamo con tutta l’anima, date ascolto al nostro
consiglio: vogliate entrare all’ospedale! Là il vitto è sano, l’assistenza non
manca, e c’è modo di curarsi. Evgenij Fedorovic è un po’ MAUVAIS TON, a dirla
fra noi, ma nel suo campo è competente, e ci si può pienamente fidare di lui.
Egli mi ha dato la sua parola d’onore che si occuperà di voi, vi manderà quando
può dei soldi che faranno comodo a voi come a tutte le ‘famiglie’ che curate,
sapete sono molte… e non tutte…
Andrej Efimyc fu toccato dalla sincerità di
queste premure, e dalle lacrime che d’improvviso luccicarono sulle guance dell’ufficiale
di posta.
‘Amico mio, non prestate fede!’.
…gli mormorò, ponendosi una mano sul cuore.
‘Non prestate fede a quell’uomo! Non è che un inganno!
La mia malattia sta tutta nel fatto che nel corso di vent’anni ho trovato, in
tutta la città, un solo uomo intelligente, e questo era un pazzo. Malato, io,
non sono minimamente: il fatto è che sono incappato in un cerchio magico, dal
quale non c’è modo di uscire. Di nulla m’importa più, sono pronto a ogni cosa.
‘Entrate all’ospedale, amico mio’.
‘Per me, dovunque è lo stesso, andassi pure in
una fossa’.
‘Promettetemi, caro, che seguirete in tutto i
consigli di Evgenij Fedoryc’.
‘Se vi fa piacere, ve lo prometto. Ma ripeto,
buon amico, che sono incappato in un cerchio magico. Ormai tutto, perfino il sincero
interessamento dei miei amici, cospira a un sol fine: alla mia rovina. Io sto
precipitando nell’abisso, e ho la virilità di rendermene conto’.
‘Ma caro, voi guarirete!’.
‘Che scopo c’è a dir così?’.
…esclamò Andrej Efimyc con esasperazione.
‘Pochi sono quelli che, sul finire della vita,
non hanno a provare quello che appunto ora provo io. Quando vi si dirà che avete
qualcosa sul genere di un rene malato, o di un ingrossamento al cuore, e voi
comincerete a farvi curare; o quando vi si dirà che siete un pazzo, o un
criminale, e insomma tutto d’un tratto la gente rivolgerà su di voi la sua attenzione:
ebbene, sappiate che allora voi siete incappato in un cerchio magico dal quale
non avrete più modo di uscire. Farete dei tentativi per uscirne, e non
otterrete che di perdervi peggio. Cessate ogni resistenza, giacché non c’è
sforzo umanamente possibile che riuscirà a salvarvi. Così credo io’.
In questo frattempo, allo sportello dell’ufficio,
s’accalcava il pubblico.
Andrej Efimyc, per non disturbare, si alzò e fece
per congedarsi.
Michail Averjanyc volle da lui la riconferma di
quella promessa, e lo accompagnò fino alla porta di strada…
Era ormai il crepuscolo. Ivan Dmitric stava
sdraiato sul suo giaciglio, con la faccia affondata nel guanciale; il
paralitico sedeva immobile, piangendo senza rumore e muovendo le labbra. Il grosso
contadino e l’ex impiegato postale dormivano.
Lo stanzone era silenzioso.
Andrej Efimyc si era seduto sul giaciglio di Ivan
Dmitric e aspettava. Ma passò una mezz’ora, e invece di Chobotov entrò in
corsia Nikita, tenendo fra le braccia un camicione, qualche capo di biancheria
e un paio di ciabatte.
‘Favorite vestirvi, Eccellenza’.
disse tutto calmo.
‘Questo qua è il vostro letto; favorite venire
qua’.
…soggiunse, accennando a un lettuccio vuoto che
era stato evidentemente portato da poco.
‘A Dio piacendo, vi rimetterete’.
Andrej Efimyc comprese tutto. Senza dire una
parola, passò oltre, fino al giaciglio che Nikita gli indicava, e vi sedette… e
aspettò il bollettino medico… e gli aiuti da Mosca…
(A. Checov Reparto n. 6)
…E qualcuno raccoglierne e interpretarne la Rima, dall’uomo, ma soprattutto dal ‘politico’, aggiungendo breve schiera di altri soggetti appartenenti agli ‘eletti’ a furor di popolo quale illustre rappresentanza della razza cosiddetta umana e non solo padana…:
“economisti e commercianti sempre accompagnati da immancabili piccoli medi e grandi industriali protetti da noti e vigili consulenti finanziari - e non per ultimi - incaricati dell’ordine sia pubblico che privato dell’intero ‘ecosistema’ dato, a codesto punto dell’intera Commedia dalla Sicilia all’Alpe recitata mi sovvengono le note parole e Rime del poeta anche lui esule della propria Terra: ‘perdete ogni speranza o voi che camminate meglio rimare ed ammirare la Natura intera e non entrare’…”…
…Dacché
deduciamo e poniamo giusto distinguo ma non certo confino, fra l’ottuso e chi
intelligente per propria Natura traducendo i comuni interessi in un vasto
doppio panorama - come appena detto - non certo del tutto ammirato neppure
capito, quindi, nonostante gli sforzi, dal politico non giustamente né
rapportato né proporzionato al popolo da lui rappresentato…
Rendendosi
pericoloso per se medesimo e il popolo che nonostante tutto rappresenta non
essendo, se pur ed in qual tempo celebra, ogni Poeta contrastato…
La Poesia
bandita!
I tempi dei Poeti - statisti e rimatori - della propria gente sono ormai passati, ciò ci duole molto, a loro posto dei noti ciarlatani che non intendendo la Rima della Storia incamminati nei vari Gironi dell’Inferno dato qual immancabile impegno per il popolo confinato nella più nota bolgia di stato e contro-stato, convinti della Vita ma omaggiando in perenne Danza della più famosa Compagnia… la morte…
Forse
perché proprio in codesta ‘falsa eresia’ non del tutto capita transitata dalla
nota Bulgaria hanno conservato i tratti peggiori riguardo la Vita?
Sicuramente!
Per nostro
conto pur essendo anche noi Eretici omaggiamo la Vita e con lei Dio che così
bella l’ha donata…
Quale
interprete della Natura proseguo la Rima perseguitata!
Ogni tanto
scorgo da lontano in questo Girone transitato in compagnia della mia Beatrice
qualche anima sofferente se pur benestante, ricca agiata ed anche razzista
oltraggiata, da qualche spirito accompagnata ad alta gradazione alcolica in
perenne agitazione e ben ‘loggiata’ la quale apostrofa anche lei rima non del
tutto compresa, sembrano accidenti omaggiati da insulti, odio donato qual benvenuto!
L’accoglienza, ne deduciamo, rivolta ad ogni esule è cosa Seria, in queste lontane steppe della Grande… Russia unita…
…Fino alla
lontana America…
Sono ben
accolti e ben accetti solo i re di ‘denari’ accompagnati da alloggiati
interessi schierati ed in perenne difesa-offesa di un infausto disegno politico
di cui la (presunta) Ragione data (solo fra i promessi connessi a breve lunga gettata e distanza se
pur in pandemica adunata e non solo cementata qual frequenza di pensiero e parola, la quale
viene suggerita dedotta e suggellata
dalla più nota ‘cabina’ al ‘Graal unita, giacché ne deduciamo ancora che è
severamente vietato l’uso del proprio ‘va’ pensiero’ da mascherina in codesta
tavola rotonda ben imbandita oltreché benedetta, va da se che Cartesio quello
del Girone della meccanica parabola regna sovrano… Asso di Spada quivi
rappresentata...); pur se accompagnata - la Ragione - prima della parentesi aperta - con nostalgiche ma improprie ed incomprese rappresentazioni dell’asso di
‘bastoni’; irrimediabilmente sconfitta quindi codesta partita ragionata per
ogni briscola cappottata (cappottata:
termine adoperato non per incidente dato in uso con proprio mezzo e/o cavallo,
bensì e si badi bene, breve riposo dato sul ciglio del nuovo asfalto
accompagnato dalla nota radiolina della Giostra riunita al ritmo di Spada
tratta… il Cavaliere, cioè, medita la sventura della vita quando impavido
lottava contro ogni lumaca non ancora digerita…) alla taverna giocata dal più
noto leghista di pontida…
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