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Prosegue in un...:
& con opposte correnti (di orientamento) [ovvero capitolo completo] (10)
Per specificare ed intendere ancor meglio le parole dell’esule, e chi con lui alleato avversare un comune nemico o cancro sociale ben consolidato quale comune veleno respirato, provo a figurare il teatro sceneggiato di chi si orienta, e di conseguenza qual capo-branco, orienta l’altrui istinto o atroce innominato pandemico destino…
…Dalla valle del Virus vi apostrofo e scrivo!
Immaginate la delirante scena delle Alpi Orobie e una grande bufera d’autunno per la Natura anch’essa e di
conseguenza avvelenata:
torrenti straripare e pioggia precipitare senza
tregua come chi urla ed impreca la propria disperazione, chiedendo la dovuta
cura; certo una grande balena non ancora spiaggiata nella costa della perenne
umana deriva, nuota e scalcia ferita come per ricordarci che il capitano, dal
fumo della propria ed altrui stiva, le da la caccia, solo per rimembrare quanto
‘piccina’ sia la propria statura proporzionata all’intera sciagura in cui
riuscirà sconfitto.
Il capitano urla ed impreca dalla scialuppa di
continuare la caccia, in premio un ‘doblone’ e l’onore dell’intera ‘ciurma’ o
baleniera non ancora affondata (il cemento la giusta ‘cura’ giacché il buon
legno o Genio con cui costruito il fragile veliero al rogo dell’eterno
‘focolare’ sembra anch’esso ribellarsi al suo ‘padrone’ e tornare alle rive fracassandone
ogni principio, quando cioè, teneva ben salde le redini del potere nel segreto
d’un Bosco ben cinto quale principio della ‘parola’, ed in cui le radici ove si
ispirano e nutrono trattenendo e prevenendo il male antico in cui Achab ben si
distingue nei propri deliranti vulnerabili fragili edil sogni o panorami
disgiunti dalla Natura: “guarda Omar quant’è bello
ispira atroce tormento!”…) accompagnato dalle dovute bevute di coraggio
in cui i solidali reietti marinai si distinguono in nome e per conto della
patria (quale patria questo il dilemma non del tutto approfondito) unita; più
ubriachi che orientati, più ciucchi che sani, più disperati che ben alloggiati,
più confusi che ben informati.
La ciurma, l’intera ciurma, combatte contro
l’impavida Natura, il veleno con cui l’ha ben nutrita ogni tanto emerge dall’onda
ed urlando la propria disperazione affoga qualche prode di un’epoca che
pensavamo affogata.
Qualcuno addetto alla stiva legato ed incaricato
al legno marcio di siffatta mareggiata, all’orecchio aggiornato dell’ultima
‘ondata’ (o puntata telecomandata) mi rimprovera di aver spostato un ‘vaso’,
ove un tempo aveva seminato il fiore del proprio desiderio non del tutto
cresciuto solo naufragato come un amore perso:
appassito in primavera e resuscitato in inverno,
poi raccolto d’estate lungo una costa, là ove l’intera riviera non ne rimembra
il nome, solo un amore perso partorito in Sicilia e battezzato a Rimini… senza
più onore e stagione…
…Mi rimprovera per proprio altrui nome in serra
coltivato - alla stiva ed ombra del capitano - di non toccare i ‘vasi’ così ben
ornati in onore e motto della Ragione (o striscione), giacché l’occhio pretende
la propria parte, è bene ornare la piazzola del condominio là ove il popolo
medita l’universale pandemico unanime destino…
Nella Valle del Virus!
E si faccia attenzione a non appropriarsi
dell’altrui bottino, giacché il contabile non ancora commercialista o
amministratore delegato, qual prestanome… dell’intero condominio, non si è
ancora affacciato con le tavole della Legge cementate nel fiero Legno… anche
lui fuggito a miglior Genio o partito, il buon legno s’intende non certo
l’idiota innominato dell’eterno Giardino cementato!
Cosa c’entra un movimento autonomista come la Lega con uno Stato centralista quale la Russia, che dall’epoca degli zar conduce campagne di sopraffazione linguistica, culturale e religiosa contro le sue minoranze nazionali?
Sulla carta
non c’entra proprio nulla.
Eppure Matteo Salvini si presenta come il
governante occidentale più in sintonia con il Cremlino. Così come lo è stato
Umberto Bossi vent’anni fa. Conoscendo quella che il cofondatore della Lega,
Giuseppe Leoni, ha definito la ‘confusione’ dottrinale del movimento, qualcuno potrebbe
essere tentato di alzare le spalle e ritenerla una delle sue inspiegabili
contraddizioni.
Una
spiegazione invece c’è.
L’illogico allineamento
politico della Lega al Cremlino è infatti uno dei risultati della campagna
d’infiltrazione politica e contaminazione ideologica condotta da quelli che
chiamo ‘i postnazisti di Saluzzo’. I primi a scoprire Mosca dopo il crollo
dell’Unione Sovietica sono proprio i redattori di ‘Orion’, che, in seguito
all’uscita di scena di Michail Gorbačëv, assieme ai loro confratelli francesi e
belgi aprono un canale di comunicazione con chi in Russia si oppone al processo
di occidentalizzazione.
La più evidente dimostrazione del sincretismo tra postnazisti e leghisti la trovo ancora una volta su ‘Orion’ che pubblica, sparata su due intere pagine, una foto di uno striscione visto a Pontida. Lo slogan, a grandi lettere, dice:
CENTO
BANDIERE, CENTO NAZIONI, CENTO LIBERTÀ, LEGA NORD, SEZ. SALUZZO.
E nella
didascalia che accompagna la foto si legge:
‘All’interno della Lega sono riscontrabili presenze e tendenze sicuramente antimondialiste come dimostrato dallo striscione esposto sulla collina che dominava la valle e che qui riproduciamo’.
È ora di presentare il terzo infiltrato postnazista nella Lega, dopo Alberto Sciandra e Mario Borghezio. L’agente postnazista la cui copertura è rimasta più segreta, quello che si è incuneato nei gangli vitali del movimento raggiungendo il massimo potere di influenza nel modo più efficace: senza farsi notare. Mi riferisco all’ispiratore occulto della prima svolta postnazista della Lega nell’era di Bossi e al manovratore della seconda, ancora più drammatica, nell’era di Salvini, di cui è diventato ‘uno dei fedelissimi’ (classificazione dello stesso ministro). Il suo nome è Gianluca Savoini, fa il giornalista e da decenni è in contatto con Maurizio Murelli, la migliore rappresentazione del soggetto in questione l’ho trovata nel motto di un blogger che si firma con lo pseudonimo di Der Wehrwolf:
‘Sarà
qualcun altro a ballare, ma sono io che ho scritto la musica’.
Apro qui una brevissima parentesi per dare un’idea precisa della natura di quel regime, facendo un elenco sommario di critici o oppositori che si sospetta siano stati assassinati per ordine del Cremlino:
il politico
democratico Sergej Jušenkov,
assassinato a Mosca il 17 aprile 2003;
il
direttore dell’edizione russa della rivista ‘Forbes’ Paul Klebnikov, assassinato a Mosca il 9 luglio 2004;
la giornalista
d’inchiesta Anna Politkovskaja,
uccisa a Mosca il 7 ottobre 2006;
l’ex agente
segreto Aleksandr Litvinenko,
avvelenato con il polonio il 23 novembre 2006 a Londra;
la
giornalista Anastasija Baburova,
uccisa il 19 gennaio 2009 a Mosca;
l’avvocato
difensore dei diritti umani Stanislav
Markelov, ucciso lo stesso giorno anche lui a Mosca;
l’attivista
dei diritti umani Natalja Ėstemirova,
rapita e uccisa il 15 luglio 2009 a Groznyj, in Cecenia;
l’avvocato
e paladino anticorruzione Sergej
Magnitskij, morto il 16 novembre 2009, otto giorni prima della prevista
scarcerazione dopo un anno passato in galera senza processo.
Chiusa parentesi.
Insomma, al
di là della forma, i legami sono forti.
Ancora più
forti sono quelli con la Russia di Putin.
Il 13
febbraio 2014, presentando la sua associazione al pubblico nella Sala eventi
del Consiglio regionale della Lombardia, Gianluca Savoini si assicura di metterli
bene in evidenza, sottolineando anche il fatto che il presidente onorario è
Alexey Komov, membro del World Congress of Families e responsabile
internazionale della Commissione per la famiglia del Patriarcato ortodosso di
Mosca. I soci fondatori sono invece Irina Shcherbinina (moglie di Gianluca
Savoini), Luca Bertoni e Gianmatteo Ferrari.
Passiamo al suo capo, o Capitano.
Il quale si
cimenta subito con una serie di interventi online sulla questione spinosa (per
gli altri, non per lui) del referendum in Crimea. 12 marzo 2014:
‘Mi domando
perché per Usa e Unione europea l’indipendenza di Bosnia e Kosovo andava bene e
invece quella della Crimea no’.
17 marzo
2014:
‘Crimea,
Veneto, Catalogna, Scozia. Quando i popoli decidono, è sempre una buona notizia’.
Il 10
ottobre 2014, nel suo primo anno da segretario federale della Lega, Salvini si reca per la prima volta a Mosca. Lo
comunica ai fan con un video sulla sua pagina Facebook:
‘Cari
amici, primi due incontri importanti della Lega Nord a Mosca. Il primo con il
presidente della commissione esteri [Aleksej] Pushkov. Totale sintonia per dire
no alle sanzioni contro la Russia che costano a loro ma costano anche
all’Italia. […] No all’immigrazione incontrollata, no al terrorismo islamico e
totale collaborazione sia a Strasburgo che a Bruxelles tra la Lega e Russia
Unita’.
Poi annuncia che su questo stesso fronte:
‘ci saranno
delle sorprese’.
Determinato
a dare prova del proprio entusiasmo per i successi del regime putiniano posta
anche un breve video con il Cremlino sullo sfondo:
Piazza
Rossa, Mosca. Città pulita. Non c‘è un mendicante, non c’è un lavavetri, non
c’è un Rom, non c’è un clandestino, non c’è un rompiscatole. Di notte, alle
due, le ragazze prendono la metropolitana e tornano a casa tranquillamente,
senza il terrore. La polizia c’è, è discreta ma fa il suo lavoro. E se sbagli,
paghi. Mi domando perché qua si può vivere con serenità mentre a casa nostra
devi avere il terrore a uscire di casa. Quindi non dico che dobbiamo imparare
da altri, però Mare Nostrum sicuramente qui non si sognerebbero mai di
finanziarlo, di farsi invadere, di aiutare gli scafisti’.
(dedicato
alla memoria dei caduti [E NON DALLE SCALE] martiri della libertà e del libero
arbitrio vilipeso: Sergej Jušenkov, Paul Klebnikov, Anna Politkovskaja, Aleksandr
Litvinenko, Anastasija Baburova, Stanislav Markelov, Natalja Ėstemirova, solo
alcuni dei tanti, dei troppi, in ogni luogo…)
[Dalle
memorie di Silvana Sacerdoti]
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