CHI DELLA FOLLA, INVECE,

CHI DELLA FOLLA, INVECE,
UN LIBRO ANCORA DA SCRIVERE: UPTON SINCLAIR

mercoledì 4 settembre 2013

IL GIUDICE DEI DIVORZI














Una notizia....

nel mirino della NSA anche l'Unione Europea (spia i computer....)

Prosegue in:

il giudice dei divorzi (2)












MARIANA. Oh, meno male! il Signor giudice dei divorzi è già seduto
sul seggio per l'udienza. Questa volta si decide: dentro o fuori; questa
è la volta buona per restar libera da tasse e dazi, libera come lo spar-
viere.

VECCHIETTO. Per l'amor di Dio, Mariana, non strombazzare tanto
sta faccenda! Parla piano, per la passione che Dio Partì; bada che hai
già stordito tutto il vicinato con le tue grida; il signor giudice ce l'hai
davanti: gli puoi esporre la tua causa senza strillare così.

GIUDICE. Che lite è la vostra, brava gente?

MARIANA. Divorzio e ancora divorzio e mille volte divorzio!!

GIUDICE. Da chi e perché, signora?

MARIANA. Da chi? Ma da questo vecchio qui presente.

GIUDICE. Perché?

MARIANA. Perché non posso più sopportare le sue ubbie, né star
perpetuamente a curare le sue magagne, che non si contano, signor
giudice prima si sogna li mori, poi ci va a nozze, poi vuol il riscatto,
e poi ci sono li cinesi, poi ancora altri strani duelli....; mica mi alle-
varono i miei genitori per far l'infermiera o la serva d'ospedale! Gli
portai nei tempi passati, una bella dote a questa sporta d'ossa che
mi ha guastato l'esistenza; quando venni in suo potere la faccia mi
riluceva come uno specchio ed ora ce l'ho che uno straccio.
Vossignoria, signor giudice, mi smariti se non vuole che m'impicchi.
Guardi, guardi, i solchi che mi attraversano il viso dalle lacrime che
verso ogni giorno vedendomi maritata a questa mummia.

GIUDICE. Non piangete, signora, abbassate la voce e asciugate le
lacrime che io vi farò giustizia.

MARIANA. Mi lasci piangere, vossignoria, che così mi sfogo.
Son quasi cinquant'anni che questo vecchio mi assilla, che avrò mai
fatto di male per meritarmelo, questo vecchiaccio. Nei regni e nella
repubblica ben organizzati, la durata dei matrimoni dovrebbe esser
limitata: ogni tre anni si dovrebbero sciogliere o rinnovare, come si
fa con i contratti d'affitto; e non già farli durare tutta la vita con per-
petuo dolore d'ambo le parti!

GIUDICE. Se questo progetto si potesse o si dovesse attuare, e
magari con i quattrini, si sarebbe già fatto; ma specificate meglio,
signora, le ragioni che vi spingono a chieder divorzio.

MARIANA. L'inverno di mio marito e la primavera degli anni miei,
il perder il sonno per dovermi alzare nel cuor della notte a riscaldar
panni e impacchi di semola da mettergli sui fianchi; il dovergli fare
ora questa, ora quella faccenda; il prendermi la briga di portargli in
piena notte al capezzale sciroppi lentivi perché non soffochi dal ca-
tarro; e l'esser costretta a sopportare il tanfo della bocca che gli
puzza a distanza d'archibugio (anche quando non è ubriaco...).

CANCELLIERE. Sarà qualche dente marcio.

VECCHIETTO. No, non è possibile; che il diavolo se lo porti se
mi rimane un solo dente in tutta la bocca.

PROCURATORE. C'è proprio una legge, a quanto ho sentito di-
re, per cui, anche soltanto a causa del puzzo di bocca, si può se-
parare la moglie dal marito o il marito... dalla moglie...
(Prosegue.....)












 

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