Prosegue in:
Il ruolo dell'intellettuale (2)
A questo punto l’Epistola si interrompe e nasce un diverso dibattito,
più ampio, su più piani connesso, così come è la Natura del mio dire, della mia
‘scienza’ che non si limita allo studio ‘micro’ o ‘macro’ dell’oggettivo e soggettivo
argomento trattato, ma fedele a quei canoni di Universalità che rendono il
Sapere e la cultura, connessi, con più stratificazioni dall’origine (dei tempi)
fino alla formazione e successive modificazioni o evoluzioni che ne
caratterizzano la struttura. E come già detto, il nostro essere anche nelle
diverse manifestazioni di ‘stress’, quindi, dell’ambiente malato in cui questa
sintomatologia manifesta le sue cause. Perciò un diverso confronto fra
l’ortodosso (scienziato) e l’Eretico filosofo. Le argomentazioni potrebbero
quasi apparire un pretesto, e sicuramente lo sono (di cui te, come altri
autori, offri stimolo - consapevole o non - e riflessione, nel vasto
laboratorio del Sapere non ortodossamente espresso nel panorama della Storia; e
di cui offri un’immagine del Tempo. Io che tal principio disconosco, mi limito,
come espresso nello Straniero, ad
offrire buon albergo non lontano da critiche, o se vuoi, meditazioni o solo
accenni ironici o autoironici che addetti ai lavori sapranno e avranno colto),
o forse solo, una volontà di ‘provocazione’ (in senso costruttivo, se
proiettata nella ‘chiralità’ e successiva ‘achiralità’ del mondo vivente… come
già detto…); perché le argomentazioni che affiorano non come iceberg, ma
singole o collettive stratificazioni (con intenti sicuramente ‘positivi’ - come
lo furono le Rime di quel Cecco arso al rogo di ugual intolleranza - nel doppio
senso del termine così come comunemente adoperato nella grammatica del sapere
ad uso scientifico quanto teologico e non per ultimo filosofico) celano ampie
considerazioni che superano le premesse delle argomentazioni dell’Epistola
stessa. Sia riflessa nelle singole motivazioni che l’hanno originata, sia gli
argomenti trattati, come ‘scusante’ per studiare con ugual acume scientifico da
te adoperato, immutate connessioni (e, come detto e rilevato, monolitici
arroccamenti Ortodossi).
Argomento, quest’ultimo, più volte oggetto e spunto di riflessioni
nella sua verità storica accertata e presente nell’humus culturale di una
società non ancora immune da questa visione della realtà (la verità si
nasconde, ho spesso imparato, nei fatti meno manifesti o volutamente celati
come quel Dio aspirazioni dei molti che pretendono essere i tramiti di una
singola ‘Parola’, cancellate le ‘false’ a beneficio di un opposto Cristo, che
come un Tempo veniva identificato nelle alte gerarchie ecclesiastiche - o
scientifiche - la sostanza del principio non muta i termini discorsivi o
parametri della futura equazione che andrò ad introdurre). Argomento questo, che
ripeto e traduco in termini matematici nella verità storica accertata, -
considerando la Storia come la manifestazione e l’evolversi di quella spirale
da cui la Terra, luogo delle nostre mortali esistenze, ha avuto origine, se
posta entro i termini di una parentesi di cui la Storia rappresenta la
curvatura di contenimento (io sostengo che in realtà vi è Storia anche là dove
non vi sono prove documentali, ma bagaglio più o meno rilevato nei nostri Geni
così come nel nostro subconscio in cui manifesta l’essere ed appartenere al
mondo non solo con le ‘evoluzioni’ evidenti dell’organismo con i suoi
successivi adattamenti e sviluppi in milioni di anni, ma anche con connessioni
talvolta invisibili con lo stesso Spirito o 'Anima mundi' che ci ha generato,
quindi un’Anima Immortale….), si apre con una curvatura (spazio temporale -
nell’ortodossa visione dell’inizio dell’Universo…) e si conclude con ugual
premessa (se i termini non vengono abbreviati dalla Natura umana in questa
‘presunta evoluzione’ che include anche successive ‘visioni cosmologiche’ non
Einsteiniane, compresa quella Meccanica Quantistica che ha rivoluzionato il
nostro bagaglio scientifico), entro un simbolo, un numero, una parola (che ne
delineano anche il limite stesso e l’impossibilità entro la parentesi della
vera conoscenza e successivo sviluppo) che raccoglie forma e sostanza della
Storia.
Ma, come detto, la Storia è monopolio dei Vincitori (giammai della
verità, neppure quella scientificamente accertata, perché oggetto costante di
aggiornamento evoluzione o errata interpretazione, così come le teorie più
geniali che hanno caratterizzato il nostro Sapere, sempre mutevoli di fronte ad
una variabile che naviga fra un’onda ed una particella, inesprimibile di fronte
alla verità di quel Dio, conteso fra una particella di monolitica e profetica
certezza, e un’onda di Duplice Prima verità) e nell’ambito di questo singolo
contesto sociale inteso come Vita Terrena si sviluppano tutti i rintocchi del
Tempo, inteso come Secoli, che caratterizza la sua imperturbabile immutabilità
nelle espressioni ‘evolutive’ accertate entro il numero che lo evidenzia
caratterizza conta e contiene, impossibilitato e/o limitato, però, dal limite
stesso della sua specifica funzione, come ebbe ad evidenziare Godel in una verità
scientifica espressa nel Tempo e che noi connettiamo al Tempo di una verità
Scientifica al servizio della Storia.
Ragione per cui, fedele al tuo linguaggio, non certo immune, traduco il
tutto entro i termini di una equazione ed abdico alla parentesi il ruolo
storico di contenere i numeri della nostra comune Memoria entro quella verità
accertata ma più volte tradotta e conservata nella grande Biblioteca della
comune Parola intesa come numero ad uso dei vincitori, quindi limitata al
valore oggettivo del limite stesso che la contiene o vorrebbe contenere.
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