Precedenti capitoli
circa un Mondo
perduto (21/3)
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Prosegue con
la Seconda parte (25) & (27/8)
& il capitolo
& con la Catastrofe
Se teniamo
ferma l’Idea del linguaggio primordiale, il suono costituirebbe il corpo delle
parole, mentre il ritmo corrisponderebbe agli Elementi semantici e grammaticali
che diffondono la luce della comprensione sul corpo sonoro. Le cosmogonie
vediche e indù ci riferiscono che fin dai tempi mitici gli dèi e i demoni
conoscendo la potenza del sacrificio sonoro, lottarono accanitamente per
impossessarsene. Le tradizioni euroasiatiche ci dicono che gli dèi e i demoni
non esitavano talvolta a fare un cattivo uso della primordiale forza del suono,
ottenebrandola con la menzogna.
La Tandya Maha Upanishad riferisce che a causa
di questa situazione insostenibile la parola un giorno fuggì, insieme agli dèi
andando ad alloggiarsi nelle acque e negli alberi, nei tamburi e nelle cetre.
Ciò vuol significare che una parte della forza sonora si rivestì di materia. Da
questo momento inizia la decadenza parziale del mondo acustico e le nuove
immagini non sono che i riflessi delle antiche immagini acustiche. Ma benché un
gran numero di queste immagini materializzate siano prive di ogni sorta di
voce, tutti gli esseri e tutti gli oggetti rivestiti di materia continuano a
partecipare in qualche misura della sostanza acustica, sia con la loro voce,
sia con il suono che se può trarre o semplicemente con il nome che portano.
Così si costituisce fra l’uomo e l’ultimo degli oggetti animati una scala di
partecipazione decrescente, dalla materia alle sostanze acustiche.
Ad ogni modo il secondo stadio della creazione reca una notevole diminuzione della sostanza musicale.
(M. Schneider)
Come al meglio rappresentare l’icona, quale immagine ‘sonora’ dell’odierno male divenuto parola, ovvero Satana incarnato nella materia in attesa dell’Apocalisse qual ultima nota conferita presiedere la fine e il Giudizio che tale spartito preannunzia?
La quale
dispiega la sua forza, non certo tellurica cosmica o acustica, ma nuovo
assoggettamento atomistico del Sacro
Elemento subordinato e ridistribuito, non secondo la Legge del Creato -
universale Elemento dedotto ed esplicitato all’interpretazione ‘filosofica-dottrinale’ che al meglio la
intende o vorrebbe, ma al volere del male assoluto; il quale per sua
caratteristica, certamente né filosofica né tantomeno divina, invade ogni luogo
del Sacro, sia esso della Natura, violandola profanandola e piegandola al suo malefico
volere; quanto l’umana natura qual ultimo o secondo arrivato, giacché da Lei
nato.
Come
dicevo, in un moderno sistema ‘acustico-pittografico’
descrivere o dipingere il degrado…
[di questo nuovo dio e il suo occhio, che tutta scruta e nulla vede, che tutto ode e nulla comprende, il quale invade o vorrebbe, con tutta la sua carente molestia affine al rumore distribuita dalla nuova parabola, compromettere o sopprimere ogni Giudizio morale, ovvero un più elevato Giudizio accompagnato dall’interpretazione del retto Pensiero udito e suggerito da Madre Natura (incarnata nell’Elemento acustico della materia come abbiamo poco fa’ letto), sottoposto alla forza della tortura a cui la primitiva Coscienza di cui ogni gene (e Genio) partecipa, oggi come ieri degradata alla bestia meccanizzata]
…comporta
una adeguata apocalittica e più efficace
icona la quale ci suggerisce a cosa
(o meglio ‘fine’) questo nuovo mito
del progresso aspira.
Un più
moderno ‘simbolo’ per al meglio
intenderla!
Dal
pittogramma volgiamo nostro malgrado allo psicodramma…
Occorre
dunque una nuova metafora ‘simbolica’
come ‘sonora’ per non più riproporre ma rinnovare la vera e più elevata
Creazione donde nati prima della difettevole limitata limitante parola che pur
descrivendo nulla sembra comprendere di quanto legge; in quanto questa
sorta di bestia meccanizzata difetta per sua alterata meschina natura, della
retta dovuta comprensione partecipativa, e non solo simmetrica agli eventi
sonori da cui nato, ma altresì nei limiti evidenti a cui appartiene, pur
credendo il contrario, e di cui in forza della tortura manifesta e conferma,
non volendo, (ed
in forza contraria all’originaria nota) la Parola dell’Infinito
enunciato a cui apparteniamo, destinando il psicodramma
alla secolare sventura che accompagna ogni epoca priva della dovuta nota.
Ovvero il
simbolo astratto e non compreso assoggettato alle ambizioni evolutive (o meglio involutive) dell’automa
parlante o nuova bestia meccanizzata, la quale sopprimendo Pensiero Poesia e
Parola…
[se pur ripetute o recitate - come imitate – prive però delle caratteristiche che distinguono l’atto del Pensiero Primo e l’onda sonora su cui viaggia e da cui nato, l’onda sembra aver ceduto il passo suo malgrado, ad una diversa conquista per come si propagano luce e suono ed il Tempo nato; e non certo scure tenebre e rumore per come l’intera Opera evoluta ma non solo nella apparente realtà mitologica; infatti il nuovo ed antico prometeico intento, come quello successivo all’atto del Pensiero approdato alla Parola facenti parte dell’evoluzione successiva alla prima èra d’un stesso ugual spartito sonoro, con la creazione fuggita ed incarnata nella materia, fanno evolvere (dissolvere o regredire) l’intero sistema neuronale concernente la materia in atto, ad una serie di nuovi impulsi istintivi ed elettrificati spacciati e rivenduti per ‘naturali’; mentre sappiamo bene che l’intera Anima-Mundi da cui proveniamo gode per sua Natura di capacità connesse non l’intero Ecosistema per ogni percezione partecipativa (quella povertà di mondo di cui le bestie differenziate nella disastrosa incomprensiva lacuna della nostra ricchezza: ed anche in questo caso bisognerebbe fare distinguo fra povertà e ricchezza di mondo partecipato). Gli esempi in merito abbondano, basti guardare al processo migratorio di talune specie per intuire il limite della nostra comprensione come percezione e non solo geografica del mondo… Si prenda nota dei cetacei i quali migrano anch’essi conoscendo le alterne correnti dei mari, potremmo dire l’onda giusta, si prendano gli astuti predatori capaci di cose impossibili all’uomo.., ossia tutti quei comportamenti facenti parte della muta capacità comunicativa da cui ogni più elevata percezione dell’onda sonora confermano la nota acustica da cui deriva siffatto enunciato…]
…ovvero ogni origine acustica da cui deriva o dovrebbe ogni Superiore certezza al di fuori della limitata limitante materia (la cui unica espressione sembra essere solo la costante ripetitiva tortura), subordinata qual Secondo ‘atto’, e di cui carente su ugual piano di creazione (eppur e mi ripeto, convinto del potere di controllo dominio e oracolare preveggenza, ovvero ogni controllo della materia pensante o non) delle doti a cui aspira privandone l’altro (questo stesso concetto è stato ampiamente approfondito da Girard con il principio di capro espiatorio qual limitata indole detta ‘umana’).
Dacché per
quanto si dica e dirà ancora, pur il primato raggiunto per ogni previsione
divenuta disastro, il meccanizzato predatore vittima dell’acrobatico artifizio
ci dà puntuale conferma della inferiore natura a cui assoggettato ed a cui
aspira l’intero ramo evolutivo; di cui vittima e da cui rileviamo il progredito
limite nell’incapacità di Essere e Divenire (come la Natura insegna); andando ad innestare tutto il vasto
repertorio dei miti del secolare sacrificio accompagnati da demoni demonizzati
esorcizzati ed inquisiti, precludendo ogni Sentiero di più nobile avvenire ed
il limite - a cui ognuno Nessun escluso - esposto in questa falsa creazione; in
quanto paradossalmente gli atti che ripete e consuma, identici nelle ère della
crosta riflesse alla superficie della
medesima Storia.
[Il fondo della crosta si raffredda e il fuoco alla superficie avanza divampa e forma l’iconica Apocalisse!]
Il Primo Elemento creatore acustico-sonoro che al meglio intende la Natura manifesta di Dio. Che al meglio la esplicita. Che al meglio la riporta al piano sonoro-creativo a cui ogni creatura aspira. La quale la svela e come tale costretto al sacrificio d’un falso mito. Questo abisso, fra il Primo e Secondo atto di medesima creazione crea la frattura, ove l’uomo non volendo precipita, e precipitando confonde urla e calunnia, qual limite imposto derivato e caratteristico della sua natura.
Ogni Natura
può dirsi persa!
Fra il
Primo e Secondo linguaggio ci sono ère genetiche di cui abbiamo partecipato, di
cui portatori, e a cui ognuno aspira, e non solo nel Linguaggio Pensiero e
Parola, ma anche nella forma reale della costante creazione, la quale per sua Superiore
Natura tende ad essere immateriale ovvero aspira alla Prima nota, seppur come
abbiamo letto, fuggita ed incarnata nell’Anima Mundi della Natura, così ne
deduciamo che fra le due lingue regna una rottura di Simmetria, lo
approfondiremo anche nel vasto mondo della Fisica, ove il mondo o meglio
l’Universo nato, dalla rottura di questo primordiale oceano, da cui evoluto
dapprima il gemito poi l’urlo della materia!
Quindi
risalta ancor di più seppur la supposta grandezza della nuova magnifica creazione,
difetta.
La quale possa appena descrivere la realtà luciferina con cui il male impone la sua ed altrui volontà di controllo e nuova coscienza innestata. Un lento degradato processo di conversione, come ne abbiamo conosciuti e ancora conosciamo, nelle fasi della medesima Storia. Il Tibet ne rappresenta certamente un ottimo ma non ultimo esempio. E si badi bene, non certo una fantasia mitologica, una deviata psicologia, una visione strana o allucinata, una realtà deformata, uno stato maniaco-depressivo; ma una più che solida e lucida verità accertata da cui prefigurare una più ampia descrizione e testimonianza abdicata ai posteri della Storia, in cui il male va rimembrato, quindi indicato, nei vari gironi ove l’Anima di tanta infamia sia posta ad espiare il peccato consumato in virtù del suo padrone, in quanto le immutabili Leggi del bene della Natura e Dio - trionferanno e in qual tempo tremeranno - al cospetto inferno (e regno) - cui destinato Lucifero.
Tutto ciò,
direte voi a cuor leggero, appare una fantasia più affine alla realtà
patologica con cui si coniuga l’incomprensibile e più moderna odierna realtà
affine al progresso, non percepita – quindi – rifiutata o rimossa - seppur
vissuta da morti in vita. Seppur vissuta dall’Anima (non men dello Spirito)
rinata da altre - tante innumerevoli - vite per narrarne l’inappellabile
maleficio subito della Storia, e non certo infausto destino; da cui l’assoluto
male della persecuzione non si è mai astenuto nella costante opera.
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