mercoledì 26 settembre 2012
26 SETTEMBRE 1937
UNA LAPIDE PER BESSIE....
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Bessie Smith morì il 26 settembre del 1937, alle 11,30 del mattino nel
padiglione numero uno dell'Afro-American Hospital, 615 Sunflower
Drive, Clarkesdale, Mississippi.
Proprio quando stava per fare una grande rentrée. Percorreva la Route
61 con Richard Morgan (zio di Lionel Hampton) per andare ad esibirsi
nel Mississippi. La vecchia Packard di Bessie, guidata da Richard, andò
a finire contro un camion della National Biscuit Company parcheggiato
a fari spenti sulla strada, nei pressi di Coahoma, Mississippi.
Il suo braccio fu tranciato di netto.
Quando la portarono all'Afro-American Hospital era ancora viva, le am-
putarono il braccio, ma ormai aveva perduto troppo sangue e le gravi le-
sioni interne le furono fatali.
L'Imperatrice è rimasta in una tomba senza nome per 33 anni.
La sua tomba è stata oscura e umile come le sue origini.
Aveva speso molti soldi per una polizza assicurativa, voleva avere una
degna sepoltura. Forse sapeva già che nessuno dei suoi cari avrebbe
voluto sborsare un centesimo. Forse a quell'epoca aveva già capito co-
me erano fatti davvero Jack Gee e le sue sorelle.
Chiunque avesse voluto visitare la tomba di Bessie Smith fra il 1937 e
il 1970, avrebbe avuto grandi difficoltà a trovarla.
Cosa significa una tomba senza pietra tombale?
Nella grande America 'terra della libertà e patria dei valorosi' la pove-
ra gente, bianca o nera che fosse, veniva seppellita senza lapide.
Le tombe degli schiavi erano senza lapide.
Era come morire senza nome, .....come non essere mai esistiti!
Bessie non aveva più un'identità.
Era invisibile.
Come molti altri neri, morti prima di lei, era stata spazzata via, can-
cellata!
Era scomparsa.
Era l'ennesima vittima della tendenza storica degli Stati Uniti a dimen-
ticare la gente di colore, a dimenticare la loro esistenza cancellandone
la loro importanza.
Per anni le canzoni che cantava furono così famose in tutto il Paese
da essere quasi considerate degli inni nazionali. E lei le cantò meglio
di chiunque altro.
Eppure per più di trent'anni Bessie Smith ebbe una 'tomba da pove-
ra', la cosa che forse temeva di più.
(J. Kay, Bessie Smith)
Prosegue in:
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