giovedì 7 febbraio 2013
CON 'PIETRO AUTIER' SULLE ORME DEL PAYER (intermezzo storico)
Prosegue in:
sulle orme del Payer (2) &
sulle orme del Payer (3)
Jiulius Payer nacque il 1° settembre 1841 a Schonann in Boemia.
All'età di 10 anni interruppe gli studi presso la scuola Media di Hainburg e si
iscrisse all'Istituto per Allievi Ufficiali di Lobzowa in Polonia, primo passo per
accedere alla carriera militare, nei ranghi dell'Esercito Imperiale Austriaco.
Frequentò poi l'Accademia Militare di Wiener-Neustadt uscendone nel 1859
con il grado di sottotenente.
Venne assegnato al 30° Rgt. Fanteria di stanza in Verona, dove nel 1862 av-
viò le sue prime esperienze alpinistiche sui Monti Lessini e sul Baldo.
L'anno seguente passò alle più impegnative ascensioni negli Alti Tauri, sa-
lendo il Grossglockner e Grossvenediger.
Nel corso di queste escursioni, egli prese l'abitudine di eseguire disegni e
schizzi planimetrici delle montagne che percorreva.
Il Payer pensò di approfittare di questa sua produzione, offrendola al Gior-
nale illustrato di Lipsia, per procurarsi i mezzi necessari a finanziare le sue
spedizioni, ma i fogli gli vennero restituiti con la motivazione che 'le monta-
gne non interessano a nessuno'.
Nell'aprile del 1863, dopo una visita in Val Genova, decise di scalare sia l'-
Adamello che la Presanella, le cui vette erano ancora inviolate. Duplice im-
presa che portò felicemente a termine l'anno seguente.
Negli anni successivi, dal 1865 al 1868, esplorò a fondo il Gruppo Ortles-
Cevedale, svolgendo una minuziosa rilevazione cartografica, che gli permi-
se di tracciare una precisa ed aggiornata carta geografica della regione.
Nel corso di questo difficile ed estenuante lavoro, da lui portato a termine
nella sua qualità di ufficiale topografo in servizio presso l'Istituto Militare
di Vienna, scalò, nel termine di quattro anni, una sessantina di vette mon-
tuose, di cui 22 in prima assoluta (quindi è da annoverare quale pioniere
di queste belle cime...).
Alcune di queste vette sono oggi facile mèta per tutti, ma non dobbiamo
sottovalutare l'importanza della loro scoperta, perché bisogna soprattut-
to tener conto delle condizioni di precarietà ed insicurezza, nelle quali fu-
rono compiute.
All'epoca l'alta montagna rappresentava una vera e propria incognita,
non esistendo al di là delle malghe frequentate da mandriani o pastori
alcun sentiero o traccia di itinerario che facilitasse l'accesso alle cime.
Non bisogna inoltre dimenticare che, in quel periodo, la tecnica di sca-
lata era ai suoi primi, incerti, passi (è per questo che vorremmo ricor-
dare la montagna, quando ancora esisteva, attraverso l'esperienza e
la storia di questo alpinista, ...guerra a parte....).
L'esperienza era relativamente modesta e doveva essere acquisita con
notevoli fatiche e non senza delusioni.
Proprio nel corso di queste escursioni Payer potè migliorare la sua at-
trezzatura (corda e piccozza) che inizialmente era assai rudimentale.
Ebbe comunque la fortuna di assumere in servizio la guida alpina:
Johann Pinggera di Solda, capace e fedele accompagnatore.
La sua abalità nel muoversi su roccia e ghiaccio e l'innata capacità di
orientamento, indussero Payer, sempre diffidente e riservato, ad usare
per lui particolari attenzioni e riguardi.
Malgrado la giovane età del Payer (23/27 anni) venne subito conside-
rato come il maggiore esperto di questo vasto territorio glaciale (e ciò
che rimane di questo mondo 'scomparso' lo dobbiamo alla sua instan-
cabile opera....).
(L. Viezzi)
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