Prosegue in:
Accurata valutazione di un idiota (2)
E’ grazie alla bontà di Dio che nel nostro Paese disponiamo di TRE cose
indicibilmente preziose: la libertà di parola, la libertà di coscienza e il
buon senso di non praticare nessuna delle DUE!
DAL DIARIO:
Mi ha chiamato il sig. G. Non lo vedevo dai tempi di Nauheim, in
Germania, diversi anni or sono; dall’epoca in cui il colera si diffuse ad
Amburgo. Abbiamo parlato delle persone che avevamo conosciuto là, o incontrato
per caso; e G. ha detto:
‘Si ricorda di quando l’ho presentata a un conte, il conte di C.?’.
‘Sì. E’ stata l’ultima volta che ci siamo visti. Lei e il conte eravate
in carrozza, stavate partendo – in ritardo – per prendere il treno. Ricordo’.
‘Anch’io ricordo, per via di una cosa che accadde dopo, e che non mi
aspettavo. Poco prima egli mi aveva parlato di un notevole interessante
californiano che aveva incontrato, e che fa parte delle sue amicizie, e disse
che, se mai l’avesse incontrato, le avrebbe domandato alcuni dettagli a
proposito di questo californiano.
Quel giorno a Nauheim l’argomento non fu toccato, perché eravamo di
fretta e non c’era tempo; ma la cosa che mi sorprese fu questa: quando io la
presentai, lei disse: “Sono lieto di incontrare sua signoria – nuovamente”. Fu
quel ‘nuovamente’ a sorprendermi. Egli è un po’ duro d’orecchi e non colse la
parola, e io pensai che lei non lo desiderasse.
Mentre ci allontanavamo, ebbi solo il tempo di dire: “Diamine, cosa sa
di lui?”, e io la intesi dire: “Oh, nulla, salvo il fatto che si tratta del più
rapido giudice di…” Poi fummo troppo lontani, e non riuscii a cogliere il
resto…
Mi domandai che cosa significasse quel suo essere tanto rapido giudice
di… Da allora ci ho ripensato spesso e ogni volta mi domandavo di che cosa si
trattasse. Ne parlai anche con lui, ma non venni a capo del mistero. Lui
pensava che dovessero esserci di mezzo cani da caccia alla volpe, o cavalli,
giacché è un ottimo giudice in materia – nessuno è meglio di lui.
Ma lei non poteva saperlo, perché lei non lo conosceva; lei lo aveva
scambiato per qualcun altro; dev’essere così, disse, perché sapeva
perfettamente che non vi eravate mai incontrati prima. E naturalmente è così,
vero?’.
‘No. Io l’ho incontrato’.
‘Davvero? E dove?’.
‘A una caccia alla volpe, in Inghilterra’.
‘Davvero curioso. Diamine, egli non serbava il benché minimo ricordo.
Aveste occasione di parlare tra di voi?’.
‘Alquanto. Sì’.
‘Be’, la cosa non gli è rimasta per nulla impressa. Di che gli parlò?’.
‘Della volpe. Solo di questo, credo’.
‘Perbacco, questo è un argomento che gli interessa; avrebbe dovuto
restargli impresso in qualche modo. Lui di che parlò?’.
‘Della volpe’.
‘E’ assai curioso. Non capisco. Ciò che disse le è rimasto impresso?’.
‘Sì. Mi mostrò di essere un rapido giudice di… Facciamo così: io le
dico tutto, così capirà…. Fu un quarto di secolo fa’ – 1873 o 74. Avevo un
amico a Londra, che si chiamava F. ed era appassionato di caccia, e i suoi
amici, i Taldeitali, invitarono me e lui a caccia e a essere loro ospiti nella
loro tenuta di campagna.
Al mattino ci furono fornite le cavalcature, ma quando vidi i cavalli cambiai idea e chiesi di venire a piedi. Non avevo mai visto un cacciatore inglese prima, e mi pareva di poter cacciare la volpe con più sicurezza rimanendo a terra. A ogni modo sono sempre stato diffidente nei confronti dei cavalli anche di quelli di normale altezza, e non mi sentivo.....
(Prosegue....)
Al mattino ci furono fornite le cavalcature, ma quando vidi i cavalli cambiai idea e chiesi di venire a piedi. Non avevo mai visto un cacciatore inglese prima, e mi pareva di poter cacciare la volpe con più sicurezza rimanendo a terra. A ogni modo sono sempre stato diffidente nei confronti dei cavalli anche di quelli di normale altezza, e non mi sentivo.....
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