Prosegue in:
La Strada (2) &
Quarto Sogno: Così fra i Geni della foresta mi volli ritirare &
La Natura con Dio ammirare...&
Quarto Sogno: Così fra i Geni della foresta mi volli ritirare &
La Natura con Dio ammirare...&
Il Tempo intanto correva, il suo battito silenzioso scandisce sempre
più precipitoso la vita, non ci si può fermare neanche un attimo, neppure per
un’occhiata indietro!
‘Ferma, ferma!’ si vorrebbe gridare ma si capisce ch’è inutile. Tutto
quanto fugge via, gli uomini, le stagioni, le nubi; e non serve aggrapparsi
alle pietre, resistere in cima a qualche scoglio, le dita stanche si aprono, le
braccia si afflosciano inerti, si è trascinati ancora nel fiume, che pare lento
ma non si ferma mai.
Di giorno in giorno Drogo sentiva aumentare questa misteriosa rovina, e
invano cercava di trattenerla. Nella vita uniforme della Fortezza gli mancavano
punti di riferimento e le ore gli sfuggivano di sotto prima che lui riuscisse a
contarle. C’era poi la speranza segreta
per cui Drogo sperperava la migliore parte della vita. Per alimentarla
sacrificava leggermente mesi su mesi, e mai bastava.
L’inverno, il lunghissimo inverno della Fortezza, non fu che una specie
di acconto. Terminato l’inverno, Drogo ancora aspettava. Venuta la buona
stagione – lui pensava – i nemici avrebbero ripreso i lavori della strada. Ma
non c’era più disponibile in cannocchiale di Simeoni, che permetteva di
vederli.
Tuttavia col procedere dei lavori – ma chissà quanto ancora ci sarebbe
voluto – i nemici si sarebbero avvicinati e un bel giorno sarebbero giunti a
portata dei vecchi cannocchiali rimasti in dotazione a qualche corpo di
guardia. Non più alla primavera Drogo aveva perciò stabilito la scadenza della
sua attesa, ma qualche mese più in là, sempre nell’ipotesi che la strada si
facesse davvero.
Al principio di maggio, per quanto scrutasse la pianura col migliore
cannocchiale d’ordinanza, Giovanni non riusciva ancora a scorgere alcun segno
di attività umana; neanche un lume di notte, e sì che i fuochi si vedono
facilmente anche a smisurate distanze. A poco a poco la fiducia si affievoliva.
Difficile è credere in una cosa quando si è soli, e non se ne può parlare con
alcuno.
Proprio in quel tempo Drogo si accorse come gli uomini, per quanto
possano volersi bene, rimangono sempre lontani; che se uno soffre il dolore è completamene suo, nessun altro può prenderne su di sé una minima parte; che se uno soffre, gli altri per questo non sentono male,
anche se l’amore è grande, e questo provoca la solitudine della vita.
La fiducia cominciava a stancarsi e l’impazienza cresceva, sentendo
Drogo come i colpi dell’orologio si facessero sempre più fitti. Già capitava di
lasciar passare intere giornate senza neppure un’occhiata al nord. Finalmente
una sera – ma quanto tempo c’era voluto – un lumicino tremolante apparve entro
la lente del cannocchiale, fioco lume che sembrava palpitare moribondo e invece
doveva essere, calcolata la distanza, una rispettabile illuminazione.
Era la notte del 7 luglio. Drogo per anni si ricordò la gioia meravigliosa
che gli inondò l’animo e la voglia di correre a gridare, perché tutti quanti lo
sapessero, e la orgogliosa fatica di non dir niente a nessuno, per la
superstiziosa paura che la luce morisse. Ogni sera, sul ciglione delle mura
Drogo si metteva ad aspettare, ogni sera il lumino pareva avvicinarsi un poco e
farsi più grande.
Molte volte doveva essere soltanto un’illusione, nata dal desiderio,
certe altre però era un effettivo progresso (proprio così, ‘progresso’ lo
chiamano…), tanto che finalmente una sentinella lo avvistò ad occhio nudo. Si cominciò poi a scorgere di giorno, sul
biancastro fondo del deserto, un movimento di piccoli punti neri, così come
l’anno prima, solo che adesso il cannocchiale era meno potente e perciò i
nemici dovevano essersi fatti molto più vicini.
In settembre il lume del presunto cantiere veniva scorto distintamente
nelle notti serene (ma anche di giorno come una macchia bianca), anche da gente
di vista normale. A poco a poco, fra i militari si riprese a parlare della pianura
del nord, dei nemici, di questi strani movimenti e luci notturne. Molti
dicevano ch’era proprio una strada, pur non riuscendo a spiegarne lo scopo;
l’ipotesi di un lavoro....
Nessun commento:
Posta un commento