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Cristiani e Pagani (Eretici 10) &
Eretici (11/12) (Eraclio e il Dialogo)
Sia come cronografia, sia, più tardi come ‘breviaria’, le compilazioni
cristiane si proponevano esplicitamente di portare un messaggio; è invece
lecito pensare che la maggior parte delle compilazioni pagane non abbia inteso
portare messaggi di sorta.
Sulpicio Severo e Orosio combattevano per una causa, e bisogna
ricordare che Sulpicio Severo espresse l’indignazione provata da Ambrogio e da
Martino di Tours per il ricorso al braccio secolare durante la controversia
priscilliana. Se era perciò estremamente facile trasformare un manuale pagano
in uno cristiano, era quasi impossibile rendere pagano ciò che era stato creato
come cristiano.
Proprio perché questa tendenza è così chiara, possiamo forse avanzare
l’ipotesi di un caso storico di facile trasformazione dei ‘breviaria’ storici
pagani in manuali cristiani. Vi sono molte incertezze a proposito della prima
parte dell’ ‘Anonymus Valesianus’, una breve vita di Costantino chiamata ‘Origo
Constantini Imperatoris’. E’ tuttavia molto probabile che risalga al secolo IV,
così come sembra chiaro che i pochi passi cristiani sono interpolazioni più
tarde, ricavate da Orosio.
Se le cose stanno così, la ‘Origo Constantini Imperatoris’ è un ottimo
esempio di una breve opera pagana, resa cristiana con la semplice aggiunta di
pochi passi. I cristiani potevano impossessarsene facilmente a causa della
tinta relativamente neutra del testo originale. I pagani dal canto loro si
tenevano ben lontani dalle idee esplosive dei cristiani.
Si pone allora la questione se i cristiani abbiano dominato
incontrastati sul piano più alto dell’opera storica originale e se anche in
questo campo abbiano dato prova della loro abilità di assimilare idee altrui
(certamente non cristiane…), senza essere a loro volta assimilati.
Se questa domanda dovesse avere una semplice risposta affermativa non
varrebbe la pena di porla. Le forme tradizionali della storiografia più alta
non attirano i cristiani. Essi ne inventarono di nuove e queste invenzioni sono
i contributi più importanti alla storiografia che si registrano dopo il secolo
V a.C. e prima del secolo XVI. I cristiani però permisero ai pagani di rimanere
i maestri delle forme storiografiche tradizionali..
Per dirla in breve, i cristiani inventarono la storia ecclesiastica e
la biografia dei santi, ma non cercarono di rendere cristiana la storia
politica tradizionale e influirono sulla normale biografia meno di quello che
ci sarebbe potuto aspettare (purtroppo se esaminiamo i passi di taluni scritti
dei padri della Chiesa, in confronto agli Eretici, questa affermazione
dell’autore viene immediatamente a cadere…). Le conseguenze da tirare sono
chiare. Non vi era una storiografia cristiana basata sull’esperienza politica
di Erodoto, Tucidide, Livio, che potesse venir tramandata al Medioevo.
Tutto ciò è già chiaro nel secolo VI, quando uno storico militare e
politico come Procopio rivela concezioni e tecniche sostanzialmente pagane. Nei
secoli XV e XVI, quando gli umanisti riscoprirono Erodoto, Tucidide, Livio,
Ammiano, riscoprirono anche qualcosa per cui non vi era nessun chiaro
succedaneo cristiano. Bisogna, quindi, porre in rilievo il fatto che le
condizioni che resero possibile un Macchiavelli e un Guicciardini erano già
state poste nel secolo IV d.C.
I modelli della storiografia politica e militare rimasero
necessariamente pagani. Nella storiografia di più alto livello non vi è nulla
che si possa paragonare al facile adattamento cristiano ai ‘breviaria’ pagani.
L’influenza del cristiano Eusebio fu decisiva.
Eusebio uomo di cultura, sapeva bene che cosa fosse la storia. Sapeva
che era un’opera retorica con la massima quantità possibile di discorsi (e
calunnie…) inventati e con il minimo numero possibile di documenti autentici.
Dal momento che egli ha invece preferito darci un gran numero di documenti e si
è astenuto dall’inventare discorsi, vuol dire che si era proposto di scrivere
qualcosa di diverso dalla storia comune. E’ possibile che egli volesse
compilare una raccolta di materiale per una storia? E’ difficile crederlo. In
primo luogo, gli avvenimenti storici erano limitati per lo più a fatti
contemporanei. In secondo luogo, Eusebio parla come se egli stesse scrivendo
una storia, e non raccogliendo materiale per una storia futura.
Eusebio sapeva anche troppo bene di scrivere un nuovo tipo di storia. A
suo modo di vedere, i cristiani erano una nazione e pertanto egli scriveva
storia nazionale. La sua nazione però aveva un’origine trascendente. Benché
fosse apparsa sulla terra al tempo di Augusto, pure era nata in cielo ‘con la
prima legge che riguardava Cristo stesso’. Una nazione siffatta non combatteva
le solite guerre.
Le sue lotte erano le persecuzioni e le Eresie!
Dietro la nazione cristiana vi era Cristo, proprio come dietro ai suoi nemici
vi era il diavolo (certo questo non ci è di conforto… riguardo la storiografia
cristiana…). La storia ecclesiastica doveva necessariamente essere diversa
dalla storia comune (e quindi fuori dalla verità storica…), perché era la
storia della lotta contro il diavolo, il quale cercava di insozzare la purezza
della Chiesa cristiana, garantita dalla successione apostolica.