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Il clima che cambia (6) &
Intermezzo venatorio
Prosegue in:
Il clima che cambia: intrappolati in mezzo ai ghiacci (8)
La foschia artica, uno strato di smog in continua crescita sopra la
parte settentrionale del mar polare, composta da ossidi di azoto, microelementi
gassosi e piccole particelle di fuliggine, rappresentava forse uno svantaggio
per noi?
Da un lato lasciava passare meno calore solare, dall’altro, però, anche
meno radiazioni ultraviolette: le quali nel frattempo, visto che lo strato di
ozono è ormai seriamente danneggiato, erano diventate un serio pericolo per
ogni forma di vita.
E lo strato di ghiaccio sull’acqua?
Si sarebbe ispessito o assottigliato?
Lo scioglimento temporaneo della coltre di pack porterebbe troppa acqua
dolce nel mare e quest’acqua dolce, povera di sali e quindi più leggera,
rimarrebbe in superficie, invece di scendere, come la fredda acqua salina, sul
fondo dell’oceano e venir spinta dalle correnti in profondità in direzione
dell’equatore, per poi riconfluire, con la corrente del Golfo, nel Mar di
Groenlandia sotto forma di acqua riscaldata.
Se questo fenomeno venisse inibito, e la corrente del Golfo smettesse
di esercitare la sua azione benefica, si assisterebbe a nuove glaciazioni e
l’atmosfera sull’Europa si raffredderebbe. Quindi l’effetto serra, alla fine,
invece di riscaldare l’aria la raffredderebbe?
Le correnti marine influiscono inoltre anche sulla direzione e sulla
velocità della deriva, sulle precipitazioni, e quindi sulle modalità della
nostra marcia. Negli ultimi anni, le precipitazioni e le tormente nell’estremo
nord della Terra sono notevolmente aumentate. Purtroppo, data la mia età, non
potevo decidere di aspettare un periodo climaticamente più stabile per compiere
questa …. nuova avventura….
Una
prima spedizione tedesca al polo nord, tentata nel 1867, non aveva avuto il
successo che s’era sperato, e quindi la seconda storica spedizione partì il 7
giugno 1869, cui partecipò l’allora giovanissimo Giulio Payer…
La
Germania e la Hansa partirono dal porto di Brema il 15 giugno 1869….
Il 2 marzo del 1995 saliamo sull’aereo che da Monaco di Baviera ci
porta a San Pietroburgo. Da lì, due giorni dopo, dovremmo raggiungere con un
volo charter la nostra base di partenza, a Srednij, nell’estremo nord
siberiano.
Abbiamo fretta, perché le condizioni del ghiaccio ci appaiono
estremamente favorevoli. Il giorno seguente siamo pronti con le nostre slitte:
le nostre barbe sono gelate, le ciglia diventano croste congelate. Un orso
polare ci ha fiutati e tenta di aggredirci uscendo allo scoperto dalle maestose
barriere glaciali….
E’ il 7 marzo del 1995, nella Siberia settentrionale il termometro
segna 45° sotto zero. Camminiamo sul ghiaccio sottile e fragile…. In questo
camminare ci domandiamo…: ma per quale motivo lasciamo le nostre case per
condurre un’esistenza da nomadi?
Forse perché cerchiamo il caos?
No: semplicemente perché la stupidità è nata e cresciuta in mezzo al
mondo ben ordinato….
Dall’epoca dell’illuminismo, la riflessione sulla rovina della natura
occupa la mente dei cittadini. Un’immagine della natura, che rimuove i pericoli
a beneficio dell’idillio e della nostalgia del passato paradiso perduto, rende
inoffensivi i rischi insiti nel rapporto tra l’uomo e gli elementi.
(Prosegue....)
(Prosegue....)
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