CHI DELLA FOLLA, INVECE,

CHI DELLA FOLLA, INVECE,
UN LIBRO ANCORA DA SCRIVERE: UPTON SINCLAIR

domenica 10 agosto 2014

'DE MONSTRIS' (Eretici 3)


















Precedenti capitoli:

Eretici (1)  &  (2)  &

Il viaggio della Speranza  (1)  &  (2)

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'Due Nature' (Eretici 4)













Si dice che nel Duecento lo spirito che aveva animato le crociate si andasse ormai affievolendo. E in realtà i vari signori cristiani d’Europa parevano disposti a vestire la croce più per interessi economici e di prestigio personale che per la salvezza dell’anima o di Gerusalemme.
Così il mondo cristiano vide i crociati latini distruggere l’impero romano d’Oriente, prendere e saccheggiare Costantinopoli, svuotare case e chiese, depredare infinite ricchezze. Gli ori, gli argenti, i drappi, le reliquie bizantine impreziosirono l’Occidente, le sue regge, le sue chiese, mentre sovrani occidentali si spartivano feudalmente la Grecia e le sue isole.
La quarta crociata, infatti, era stata deviata dal suo scopo iniziale e Gerusalemme era rimasta in mani arabe. Fu un imperatore scomunicato, Federico II, ad ottenere per via diplomatica nel 1229 l’assegnazione della città, senza combattere.




La scomunica restò, ed anzi il papa fulminò l’interdetto su Gerusalemme, altro fatto inaudito e mai prima veduto, comunque, il controllo occidentale su Gerusalemme non durò più di quindici anni.
Anche per il mondo islamico fu un secolo di mutamenti e per l’Iraq in particolare di decadenza. Da Oriente arrivavano ora i mongoli….
Proprio in quegli anni, fidando nelle simpatie dei signori mongoli per i cristiani, si trova in Mesopotamia un dotto domenicano, Ricoldo da Montecroce, al secolo Ricoldo Pennini. A quanto ne sappiamo, è il primo occidentale ad essere entrato in contatto con i mandei, intorno al 1291.
Nato prima della metà del secolo, conclusi gli studi delle arti liberali, si fece monaco; dopo aver insegnato a Pisa, Prato e Firenze, fra il 1288 circa e l’inizio del Trecento compì lunghi viaggi per ordine di Niccolò IV. Fu in Palestina, Armenia, Turchia, Persia e Mesopotamia.
Come egli stesso narra in una sua ampia ‘Confutazione del Corano’, dopo ‘aver attraversato molti mari e deserti’ era finalmente giunto a Bagdad, dove si era messo a studiare l’arabo e il Corano, discutendo con gli stessi dottori islamici. Aveva anche intrapreso una traduzione latina del Corano, ma ‘pieno di amarezza’ per le menzogne trovatevi, pose mano a epistole e libelli apologetici contro l’islam e, in particolare, alla sua ‘Confutazione’.




Fu uno dei pochi occidentali dei suoi tempi ad avere una buona conoscenza del Corano e della lingua araba: tanto che, nel 1291, negli sconvolgimenti connessi con la vittoria mamelucca, catturato dai mongoli islamizzati che volevano circonciderlo, riuscì a fuggire travestendosi da cammelliere arabo.
Lontano da quegli anni concitati, nella calma del convento di Santa Maria Novella, dove morì nel 1320, Ricoldo riprese quel che doveva essere stato il suo diario di viaggio e stese in latino un ‘Itenerarium’ o ‘Libro della peregrinazione nelle parti d’Oriente’, che ebbe una discreta fortuna manoscritta, ma che fu stampato soltanto nel secolo scorso.
L’ultimo capitolo è una specie di appendice intitolata ‘De monstris’. Questi ‘monstra’ sono le stranezze che, a  diletto del lettore, ogni viaggiatore di plaghe lontane ci si attendeva descrivesse; Ricoldo non è da meno e, come ha fatto per altre regioni, qui narra delle cose più strane da lui viste in Mesopotamia, l’ultimo paese visitato.
Vi appaiono descrizioni di pigmei incluse nelle mostruosità umane; dopo Ricoldo passa a quella animale, e proprio qui, come ultima stranezza da lui osservata, questa volta non più fisica, ma spirituale, Ricoldo descrive i mandei:




Una certa gente assai strana (mostruosa) e singolare per quanto concerne i propri riti vive nel deserto dalle parti di Bagdad: si chiamano Sabei. Vennero da me a Bagdad numerosi di loro a pregarmi con insistenza di andare a trovarli. Sono uomini molto semplici e dicono di avere una legge di Dio segreta, che conservano scritta in bei libri. La loro scrittura è una specie di via di mezzo fra il siriaco e l’arabo. Detestano Abramo a causa della circoncisione e sopra tutti venerano Giovanni Battista. Abitano soltanto presso qualche fiume nel deserto. Si lavano giorno e notte per non essere condannati da Dio, a tal punto che, quando una donna prepara la farina con una mano per fare il pane, tiene l’altra mano in acqua corrente, così che non le accada di morire e di essere condannata da Dio perché aveva una mano impastata. Battezzano non solo i bambini, ma anche gli animali e, quando una mucca partorisce, battezzano mucca e vitello. Dicono certe loro messe e sacrificano pane e uva passa e quando celebrano indossano sette paramenti. Non hanno contatti di alcun tipo con alcuna altra razza di questa terra, se non solo nel vendere e nel comprare; ma il pane toccato da una persona di un’altra religione, non lo mangiano.

Questa è la prima notizia occidentale sui mandei…..

(E. Lupieri, I Mandei gli ultimi gnostici)

(Prosegue...)
















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