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Di nuovo il sole, ma il vento dell’est è freddo,
E i pensieri non si possono frenare.
Né trattenere, né racchiudere
Eh, i pensieri sono una cosa
Che non si può frenare né afferrare.
Mosca, la fabbrica, il rumore dei martelli, lo stridore della sega
Il baccano delle macchine, l’officina polverosa.
Un raggio di sole che penetra attraverso la doppia vetrata
Risplende così dolcemente.
Le persone mi vengono incontro, io incontro loro.
Il lavoro qui ferve di buona lena
Quando la porta dell’officina si chiude alle mie spalle
Respiro infine a pieni polmoni, liberamente…
Davanti a me, un viso.
Lo stridio dei tram, il rombo delle automobili.
Le sirene delle fabbriche e l’occhio rosso del semaforo.
Rumore di passi sul marciapiede.
Le persone corrono, come forsennati.
Ognuno ha i suoi affari, le sue emozioni
Uno va a teatro, un altro alla riunione.
E io, tra questa folla, mi affretto verso lo stadio.
Sono forse un milione, le persone come me?
La vita di una città è così varia
Così seria, ma al tempo stesso così gioiosa
Che talvolta ho voglia di partire, di sparire sottoterra,
Di fondermi in questa folla rumorosa
O di volteggiare, gettandomi a testa in giù nel turbine.
Ma qui? Nella taiga! Un tale silenzio tutto intorno, calma solo calma
Si sente il picchio e lo stridio delle gazze
Solo, senza amici, l’anima sconvolta,
Vago, come un nomade, per il bosco per un sentiero solitario.
Ponti magazzini, secondo binario, strada
Parole e discorsi magniloquenti.
Ci vuole tutto questo, ci vuole entusiasmo,
Perché senza l’imbroglio e l’ammonal
Non sarebbe costruito il canale, come si dice da noi.
Senza l’imbroglio e l’ammonal, e senza di noi
Voi non avreste costruito il secondo binario.
Freddo feroce, monti. Mondo criminale. Feroce Natura.
Pale, grida ammonal.
Circolari, evasioni, caos. Caos.
Tutto si è confuso, tutto si è intrecciato, una gran confusione
Da non capirci niente.
No si sa se si ha torto o ragione!
A volte, non si sa cosa si deve fare.
Non si dovrebbe dimenticare gli uomini, i comandanti,
Ci dicono che voi siete la forza,
Voi siete i rappresentanti del potere sovietico.
Ma in questo sta la felicità.
Siamo gentucola, gente senza grandi pretese.
Ci accontenteremmo dello stretto necessario:
Stare al caldo, avere una camicia pulita,
Un alloggio separato dai vitelli e dai maiali!
E’ tutto, io ve lo giuro.
Non reclamiamo pane bianco né burro,
Né teatro né cinema.
Noi vogliamo solo dormire tranquillamente una notte
O godere di un giorno di riposo.
Noi abbiamo anche un sogno segreto:
Lasciare il BAM,
tornare a casa nostra.
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