CHI DELLA FOLLA, INVECE,

CHI DELLA FOLLA, INVECE,
30 MAGGIO 1924

domenica 11 agosto 2019

IL BUIO OLTRE LA SIEPE (11)








































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Camminare (10/1)

Prosegue nell'...

...Idiocracy (12) &






















Qualcuno taluno.. o tutti? ovvero il buio oltre la siepe (seconda parte) (13)


& Da non perdere in Prima Visione Mondiale:

















L'Ultimo sceriffo al Polo! (14)













In questi giorni, mio caro amico in cui ti scrivo, mi viene in mente quel libro di cui allego taluni rimandi e relativi passaggi, circa l’esperienza assurda di colui che si era voluto calare in una determinata realtà narrandola come una verità d’un ‘quadro’ dalle tinte surreali patetiche ma bensì ben radicate, con tutti i personaggi che l’affollano popolano e caratterialmente ripropongono, convinti, tra l’altro, di operare ‘nel e per’ il bene sociale.




…Dalla vera società o meglio Natura non del tutto estinta e difesa da un uomo ora cane, poi Lupo dall’intero villaggio braccato, come l’èvo antico insegna, per maggior esattezza, l’Uomo Lupo ancora non ‘reo confesso’ per codesto improprio nuovo ‘caso clinico’, in cui, s’attende ospite teutonico per il dovuto ‘martello delle streghe’, quella antica disciplina mista a Diritto e condita nell’apparente Dottrina di poter perseguitare e torturare legittimamente ed a ‘libero piacimento’ il prossimo con futura ‘calunnia’ nella contestuale verità pubblica…celebrata…

Il Bernardo Gui da cui lo spunto ogni tanto appare!




Non certo un campo di concentramento ben visibile in quanto espone l’insegna di rilassato riposo ove esiste, apparentemente, rispetto e decoro, dignità e diritto.

In Verità e per il vero talune realtà convivono e prosperano, e vederle per meglio narrarle per quali sono, officiano la Memoria rimembrando tempi che pensavano trascorsi, ma in taluni luoghi ben arroccate intorno a talune dialettiche le quali fanno impallidire qualsiasi giovane o anziano con un minimo di propensione e rispetto alla Morale…

Così apparecchiata!




Cresce la stupidità condita e protetta di poter calunniare a libero piacimento l’insana democrazia, il libero pensiero, la poesia, la cultura del libro, l’Intelletto e l’Idea diversa dal canale preferito ove il futuro despota accompagnato dal barbaro di turno indica al popolo, fiero popolo assiso in meditato riposo, la via da seguire da ognuno.

Indicandola con la bava alla bocca qual vero cane (e mai sia detto Gran Can d’una diversa Selva…) con urgenze e accenti da vecchio mastino ( o suprematismo) bianco, sottintendendo tacita, permessa e concessa, di poter ‘legalmente’ delegittimare ogni verità contraria all’osso del mastino; ed inoltre come rimembro, nella realtà trasposta all’opera letteraria che pensavamo dimenticata, perseguitare l’altrui Ragione oltre il colore della pelle non meno della matita non gradita al ‘disturbato’ visore canale preferito… del malcapitato di turno…




Così amaramente scopro che ciò che pensavamo albergare solo in determinati luoghi passati ma ben presenti della Storia, demente Storia, in realtà prolifera al porto della nuova cultura del barbaro votato all’ordine e alla disciplina.

E come colui che scrisse un libro su una determinata realtà e non solo setta - futura lega e movimento -, la quale, a mio modesto parere dimora ben ramificata e ancorata ad una altrettanta orrenda (ir)realtà politica, vive e prolifera oltre che nella calunnia anche nella pretesa dell’ordine e disciplina.




Ho scritto ciò motivato da futili pretesti con cui additato o meglio azzannato e perseguitato in nome d’un cane furioso l’altrui Pensiero ad una baracca recluso, e oltremodo, perseguitato con pretesti e motivi al ‘buio oltre la siepe’ in cui mi nascondo…

Dacché ne deduciamo che mai sia detta o giurata la luce di ben altra Verità dispensata!

…Giacché presenti con le loro piccole infamie nascoste e ben celate dietro alla siepe, congiunte nella motivata disciplina nascondere le ferite maculate d’una antica sbronza, come il Klan insegna all’araldo del capo di turno aspettando di motivare la falsa legge e l’ordine che l’accompagna e testimonia nella relativa calunnia…

Questo il destino della futura Italia!

Questo il cancro!




…Questo il morbo che marcia il quale va narrato per ciò che odiernamente offre e comprende nei vasti serbatoi di intolleranza ove impera la più oscura ignoranza celata dietro la siepe d’ognuno nell’apparente ordine e dimora, avanzare qual barbaro cane furioso della Storia…

…Mi è capitato di transitare per cotal luoghi nell’apparente camuffata adunata in campeggio trascritta e in motto di futuro campo (di ben altro concentramento) per i malcapitati promesso…




…E mi è capitato anche e solo una volta di dovervi passeggiare, o meglio, per mia e non certo altrui disgrazia, transitare…, giacché non di mia abitudine raccogliermi in tali raggruppate demenze, e alla bianca bambina caduta a cento passi dal mio cammino nell’altrui sbronzo delirio, accompagnare l’urlo alla vista d’un Lupo, sono seguiti altri che hanno lamentato un uomo-Lupo transitato ed avvistato, un po’ ciò che avveniva nei secoli di Memoria che pensavamo estinta.

…L’anziana bambina inciampata nelle proprie altrui celate e ben note caratteriale adunate ed ammucchiate in incrociata antica discendenza dietro ad una siepe, tutte celate e ben motivate nell’urlo dell’infante che caduta nell’urlo e non più calunnia gridato insulto rompere l’armonia - la difesa armonia - d’una collettiva silente calunnia… colorare il pastello o matita della nera Storia…

E qualcun altro aggiungersi al coro… 






‘Atticus, davvero la faccenda va così male?’

‘Non potrebbe andar peggio, Jack. L’unica cosa che abbiamo è la parola di un uomo di colore (a pastello) contro quella degli Ewell’.

‘Che intendi fare, allora?’.

‘Prima che tutto sia perduto, voglio scuotere un po’ la giuria. E penso che ci saranno discrete possibilità in appello. Spero e prego che Jem e Scout possano superare tutto questo senza amarezze, e senza buscarsi la solita malattia di Maycomb. Perché delle persone ragionevoli debbano diventare pazze furiose tutte le volte che viene a galla qualcosa che riguarda un negro (pastello) è una cosa che mi rifiuto di capire’...

‘Jean Louise!’.

Mi sentii rizzare i capelli. M’affacciai con la testa all’angolo del corridoio.

‘Signore?’.

‘Va’ a letto’.

Me la battei in camera mia, senza poter capire come Atticus si fosse accorto che stavo in ascolto. Solo molti anni dopo mi resi conto che aveva voluto farmi udire ogni singola parola di ciò che aveva detto.

Atticus non era un uomo forte; aveva quasi cinquant’anni: molto più anziano dei genitori dei nostri compagni di scuola. Quando Jem ed io gli chiedevamo come mai fosse così vecchio, diceva che aveva cominciato tardi. E, quel ch’è peggio, Atticus non faceva niente. Non guidava un carro delle immondezze, non era sceriffo, non faceva il contadino, non lavorava in un'autorimessa, né faceva nulla che potesse suscitare l’ammirazione di chicchessia.

Non giocava a poker, né pescava o beveva o fumava.

Sedeva nel soggiorno e leggeva.

Feci parlare Calpurnia sull’argomento.

‘Il signor Finch? Oh, sa fare un sacco di cose’.

‘Per esempio?’,

…insistei.

Calpurnia si grattò la testa.

‘Beh, non so di preciso’,

…rispose.

Atticus non andava mai nemmeno a caccia; diceva che i fucili non l’interessavano (men meno le persone che li abbracciavano). E quando, per Natale, ricevemmo i fucili ad aria compressa, lasciò allo zio Jack il compito di insegnarci a sparare.

Un giorno, disse a Jem:

‘Preferirei che sparaste ai barattoli di latta, nel giardinetto, ma so già che andrete a caccia di uccelli. Sparate pure a tutte le ghiandaie che vedete, se riuscite a colpirle, ma ricordatevi che è peccato uccidere gli uccelli come l’usignolo’.

Fu l’unica volta che lo sentii dire che era peccato fare qualcosa, perciò chiesi schiarimenti alla signorina Maudie.

‘Tuo padre ha ragione’,

…disse.

‘Gli usignoli non fanno nient’altro che donare musica agli uomini. Non divorano gli orti della gente, né fanno il nido nei covoni; non fanno altro che cantare per noi con tutta l’Anima. Ecco perché è peccato uccidere un usignolo’.

Un sabato, Jem ed io decidemmo di partire in esplorazione, coi nostri fucili, per vedere se trovavamo un coniglio o uno scoiattolo. Eravamo andati circa cinquecento metri oltre casa Radley, quando mi accorsi che Jem aguzzava gli occhi per vedere meglio qualcosa in fondo alla strada.

‘Cosa stai guardando?’.

‘Quel vecchio cane laggiù’,

…rispose.

‘Il vecchio Tim Johnson’.

Tim Johnson apparteneva al signor Harry Johnson, il conducente dell’autobus per Mobile. Era un cane da caccia bianco e marrone idrofobo, amato da tutta Maycomb.

‘Ma cosa fa?’.

‘Non so, Scout. Sarà meglio tornare a casa’.

Tornati a casa, Jem corse da Cal.

‘Vieni fuori un momento’,

…disse.

‘C’è qualcosa che non mi piace in quel vecchio cane laggiù. Fa così’.

Jem boccheggiò come un pesciolino, tirò su le spalle e si contorse.

‘Fa a questo modo, solo che non mi sembra che lo faccia apposta’.

‘Correva?’.

‘No, arranca piano piano, e sta venendo da questa parte’.












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