Precedenti capitoli:
Camminare (10/1)
Prosegue nell'...
...Idiocracy (12) &
Qualcuno taluno.. o tutti? ovvero il buio oltre la siepe (seconda parte) (13)
& Da non perdere in Prima Visione Mondiale:
L'Ultimo sceriffo al Polo! (14)
In questi
giorni, mio caro amico in cui ti scrivo, mi viene in mente quel libro di cui
allego taluni rimandi e relativi passaggi, circa l’esperienza assurda di colui
che si era voluto calare in una determinata realtà narrandola come una verità d’un
‘quadro’ dalle tinte surreali patetiche ma bensì ben radicate, con tutti i
personaggi che l’affollano popolano e caratterialmente ripropongono, convinti, tra
l’altro, di operare ‘nel e per’ il bene sociale.
…Dalla vera
società o meglio Natura non del tutto estinta e difesa da un uomo ora cane, poi
Lupo dall’intero villaggio braccato, come l’èvo antico insegna, per maggior
esattezza, l’Uomo Lupo ancora non ‘reo confesso’ per codesto improprio nuovo
‘caso clinico’, in cui, s’attende ospite teutonico per il dovuto ‘martello
delle streghe’, quella antica disciplina mista a Diritto e condita
nell’apparente Dottrina di poter perseguitare e torturare legittimamente ed a
‘libero piacimento’ il prossimo con futura ‘calunnia’ nella contestuale
verità pubblica…celebrata…
Il Bernardo
Gui da cui lo spunto ogni tanto appare!
Non certo
un campo di concentramento ben visibile in quanto espone l’insegna di rilassato
riposo ove esiste, apparentemente, rispetto e decoro, dignità e diritto.
In Verità e
per il vero talune realtà convivono e prosperano, e vederle per meglio narrarle
per quali sono, officiano la Memoria rimembrando tempi che pensavano trascorsi,
ma in taluni luoghi ben arroccate intorno a talune dialettiche le quali fanno
impallidire qualsiasi giovane o anziano con un minimo di propensione e rispetto
alla Morale…
Così
apparecchiata!
Cresce la
stupidità condita e protetta di poter calunniare a libero piacimento l’insana
democrazia, il libero pensiero, la poesia, la cultura del libro, l’Intelletto e
l’Idea diversa dal canale preferito ove il futuro despota accompagnato dal
barbaro di turno indica al popolo, fiero popolo assiso in meditato riposo, la
via da seguire da ognuno.
Indicandola
con la bava alla bocca qual vero cane (e mai sia detto Gran Can d’una
diversa Selva…) con urgenze e accenti da vecchio mastino ( o suprematismo)
bianco, sottintendendo tacita, permessa e concessa, di poter ‘legalmente’ delegittimare
ogni verità contraria all’osso del mastino; ed inoltre come rimembro, nella
realtà trasposta all’opera letteraria che pensavamo dimenticata, perseguitare l’altrui
Ragione oltre il colore della pelle non meno della matita non gradita al
‘disturbato’ visore canale preferito… del malcapitato di turno…
Così
amaramente scopro che ciò che pensavamo albergare solo in determinati luoghi
passati ma ben presenti della Storia, demente Storia, in realtà prolifera al
porto della nuova cultura del barbaro votato all’ordine e alla disciplina.
E come
colui che scrisse un libro su una determinata realtà e non solo setta - futura
lega e movimento -, la quale, a mio modesto parere dimora ben ramificata e
ancorata ad una altrettanta orrenda (ir)realtà politica, vive e prolifera oltre
che nella calunnia anche nella pretesa dell’ordine e disciplina.
Ho scritto
ciò motivato da futili pretesti con cui additato o meglio azzannato e perseguitato
in nome d’un cane furioso l’altrui Pensiero ad una baracca recluso, e oltremodo,
perseguitato con pretesti e motivi al ‘buio oltre la siepe’ in cui mi
nascondo…
Dacché
ne deduciamo che mai sia detta o giurata la luce di ben altra Verità
dispensata!
…Giacché
presenti con le loro piccole infamie nascoste e ben celate dietro alla siepe, congiunte
nella motivata disciplina nascondere le ferite maculate d’una antica sbronza,
come il Klan insegna all’araldo del capo di turno aspettando di motivare la
falsa legge e l’ordine che l’accompagna e testimonia nella relativa calunnia…
Questo il
destino della futura Italia!
Questo il
cancro!
…Questo il
morbo che marcia il quale va narrato per ciò che odiernamente offre e comprende
nei vasti serbatoi di intolleranza ove impera la più oscura ignoranza celata
dietro la siepe d’ognuno nell’apparente ordine e dimora, avanzare qual barbaro
cane furioso della Storia…
…Mi è
capitato di transitare per cotal luoghi nell’apparente camuffata adunata in
campeggio trascritta e in motto di futuro campo (di ben altro concentramento)
per i malcapitati promesso…
…E mi è capitato
anche e solo una volta di dovervi passeggiare, o meglio, per mia e non certo
altrui disgrazia, transitare…, giacché non di mia abitudine raccogliermi in
tali raggruppate demenze, e alla bianca bambina caduta a cento passi dal mio
cammino nell’altrui sbronzo delirio, accompagnare l’urlo alla vista d’un Lupo,
sono seguiti altri che hanno lamentato un uomo-Lupo transitato ed avvistato, un
po’ ciò che avveniva nei secoli di Memoria che pensavamo estinta.
…L’anziana
bambina inciampata nelle proprie altrui celate e ben note caratteriale adunate
ed ammucchiate in incrociata antica discendenza dietro ad una siepe, tutte
celate e ben motivate nell’urlo dell’infante che caduta nell’urlo e non più calunnia
gridato insulto rompere l’armonia - la difesa armonia - d’una collettiva
silente calunnia… colorare il pastello o matita della nera Storia…
E qualcun
altro aggiungersi al coro…
‘Atticus,
davvero la faccenda va così male?’
‘Non
potrebbe andar peggio, Jack. L’unica cosa che abbiamo è la parola di un uomo di
colore (a pastello) contro quella degli Ewell’.
‘Che
intendi fare, allora?’.
‘Prima che
tutto sia perduto, voglio scuotere un po’ la giuria. E penso che ci saranno
discrete possibilità in appello. Spero e prego che Jem e Scout possano superare
tutto questo senza amarezze, e senza buscarsi la solita malattia di Maycomb. Perché
delle persone ragionevoli debbano diventare pazze furiose tutte le volte che
viene a galla qualcosa che riguarda un negro (pastello) è una cosa che mi
rifiuto di capire’...
‘Jean
Louise!’.
Mi sentii
rizzare i capelli. M’affacciai con la testa all’angolo del corridoio.
‘Signore?’.
‘Va’ a
letto’.
Me la
battei in camera mia, senza poter capire come Atticus si fosse accorto che
stavo in ascolto. Solo molti anni dopo mi resi conto che aveva voluto farmi
udire ogni singola parola di ciò che aveva detto.
Atticus non
era un uomo forte; aveva quasi cinquant’anni: molto più anziano dei genitori
dei nostri compagni di scuola. Quando Jem ed io gli chiedevamo come mai fosse
così vecchio, diceva che aveva cominciato tardi. E, quel ch’è peggio, Atticus
non faceva niente. Non guidava un carro delle immondezze, non era sceriffo, non
faceva il contadino, non lavorava in un'autorimessa, né faceva nulla che potesse
suscitare l’ammirazione di chicchessia.
Non giocava
a poker, né pescava o beveva o fumava.
Sedeva nel
soggiorno e leggeva.
Feci
parlare Calpurnia sull’argomento.
‘Il signor
Finch? Oh, sa fare un sacco di cose’.
‘Per
esempio?’,
…insistei.
Calpurnia
si grattò la testa.
‘Beh, non
so di preciso’,
…rispose.
Atticus non
andava mai nemmeno a caccia; diceva che i fucili non l’interessavano (men meno
le persone che li abbracciavano). E quando, per Natale, ricevemmo i fucili ad
aria compressa, lasciò allo zio Jack il compito di insegnarci a sparare.
Un giorno,
disse a Jem:
‘Preferirei
che sparaste ai barattoli di latta, nel giardinetto, ma so già che andrete a
caccia di uccelli. Sparate pure a tutte le ghiandaie che vedete, se riuscite a
colpirle, ma ricordatevi che è peccato uccidere gli uccelli come l’usignolo’.
Fu l’unica
volta che lo sentii dire che era peccato fare qualcosa, perciò chiesi
schiarimenti alla signorina Maudie.
‘Tuo padre
ha ragione’,
…disse.
‘Gli
usignoli non fanno nient’altro che donare musica agli uomini. Non divorano gli orti
della gente, né fanno il nido nei covoni; non fanno altro che cantare per noi
con tutta l’Anima. Ecco perché è peccato uccidere un usignolo’.
Un sabato,
Jem ed io decidemmo di partire in esplorazione, coi nostri fucili, per vedere
se trovavamo un coniglio o uno scoiattolo. Eravamo andati circa cinquecento
metri oltre casa Radley, quando mi accorsi che Jem aguzzava gli occhi per vedere
meglio qualcosa in fondo alla strada.
‘Cosa stai
guardando?’.
‘Quel
vecchio cane laggiù’,
…rispose.
‘Il vecchio
Tim Johnson’.
Tim Johnson
apparteneva al signor Harry Johnson, il conducente dell’autobus per Mobile. Era
un cane da caccia bianco e marrone idrofobo, amato da tutta Maycomb.
‘Ma cosa
fa?’.
‘Non so,
Scout. Sarà meglio tornare a casa’.
Tornati a
casa, Jem corse da Cal.
‘Vieni
fuori un momento’,
…disse.
‘C’è
qualcosa che non mi piace in quel vecchio cane laggiù. Fa così’.
Jem
boccheggiò come un pesciolino, tirò su le spalle e si contorse.
‘Fa a
questo modo, solo che non mi sembra che lo faccia apposta’.
‘Correva?’.
‘No,
arranca piano piano, e sta venendo da questa parte’.
Nessun commento:
Posta un commento