Che voi tu dire...
Quale Trama? Qual Storia? (2)
La fitta trama della Storia e non solo di questa
Storia, lungo il filo d’una visibile ed invisibile Guerra, corre o meglio si
dispiega come una fitta mimetica tela…
…Perdonando il ragno in quanto elemento proprio
della Natura, giacché osservandola impariamo come la stessa dispiega e rivela
il proprio intento circa la Vita e la sopravvivenza, adattandolo, o meglio,
perfezionando il ‘metodo’ circa l’ambita preda caduta a sua insaputa nella
trama non tanto della Storia bensì dell’Evoluzione in cui ogni specie si adatta
e sopravvive.
La Natura insegna ed anche se il pasto del ragno
con la mosca o altra preda nella tela imprigionato in attesa d’esser divorata
da lei impariamo il difficile corso o mestiere della Vita narrata…
…Giacché ne ricaviamo una duplice chiave di
lettura circa la differenza fra Natura e l’uomo in essa evoluto…
Il ragno agisce affinando l’istinto genetico, misura e bagaglio della propria ed altrui Natura, rappresentando nella duplice
interpretazione qualcosa di ostile ed affine all’arcano nel quale l’uomo, suo
malgrado, precipitato nelle polverose cantine della Storia.
Nei polverosi scaffali senza più Memoria alcuna.
Avvinghiato, incuriosito, non tanto dal fitto
mistero piuttosto dalla Verità sepolta, rimanendo suo malgrado invischiato alla
fitta tela del ragno sinonimo d’un potere occulto e ben celato fino nei recessi
e/o futuri cessi di quanto giammai manifesto.
…Va da sé chi evolve in umano, e chi invece, al
contrario, in ragno, rappresentando quanto di più repulso alla Ragione nella
tela invischiato suo malgrado…
…Divenendo pasto terra, o in miglior caso,
sarcofago ben murato alla cantina o cripta riposto in precoce sepoltura, o
ancor peggio, morte prematura senza dignità alcuna…
Senza un nome un numero una zolla di Terra per
celebrarne la Verità perita.
Al Tempo comune della Storia!
…Neppure le dure ossa ben spolpate, o Eretici
Pensieri sparsi e rimembrati, solo una fitta tela lavorata con troppo cura
lasciando alla contraria Natura evoluta il feroce pasto d’un ragno qual Storia
d’un terrore antico in cui non solo l’Eretico quanto il Santo Profeta e/o
indistintamente il Saggio Pagano precipitato avvinghiato per altrui vil mano...
…E indifferentemente tutti coloro che della Verità
nutrono non l’umano ma il ragno o il ratto d’una Storia antica che ora riproponiamo
fin dentro la stiva dell’antica nave con cui l’umano vorrebbe navigare e
conquistare quella Terra donde, in verità e per il vero derivato, ma fos’anche
più ragionevolmente coniugato qual ragno nei meridiani e paralleli con cui
misura la fitta tela d’una duplice Natura, nel ratto non più Tempo della giusta
Memoria ancorata alla bestia…
…Giammai sia detto umano, in quanto
nell’invisibile simmetria d’una sola ‘infinita’ Natura derivata e creata
l’evoluzione misura il vero Tempo bagaglio - e non stiva - del dovuto progresso
accumulato con reclamato successo al porto d’un’invisibile cesso in cui le
differenze con difficoltà si riscontrano…
…Quando il ragno (futuro ratto) completa il gesto
alla deriva scaricando quanto nella stiva predato o rubato qual fitta Geografia
alla stratigrafica geologia abdicata - in quanto non regna simmetria o
uniformità di intenti fra il Dio della Natura e il ragno di cui narriamo... -
la Natura procederà nella dovuta infinita Universale creazione abdicando al
ragno futuro ratto le sorti d’una teologia troppo antica per esser svelata…
Sì ammettiamo che regnano due Dèi contrapposti, e
se noi impariamo dal Ragno e la sua tela narriamo il tutto poi abdichiamo al
ratto non certo qual Verità oscurata, ma a quello della stiva che con se porta
il cancro e/o morbo d’una - ed ogni peste - qual vera malattia o male della
Terra.
Così al Primo Atto di questa replica gli addetti
ai lavori o i creatori d’ogni improprio misfatto procedano al dovuto appunto della
criptata Memoria offesa vilipesa ma in attesa d’esser rinfrancata con futura
Verità certa ma ben occultata…
…E a tutti i ragni futuri ratti rammentiamo che la
Storia è cosa seria per esser abdicata ad una cantina o peggio al cesso
consumata…
Per l’animo tuo virtuoso,
lucente, verace e vivo,
tutto il globo invidioso,
ti odierà: senza motivo.
Ma quel male, contagioso,
che il cuor tuo mi rapisce,
è come sterco di maiali,
a cui l’Uomo non ambisce.
Rassegnatevi, voi mortali,
al nuovo nato nella culla:
contro un dio, benché in fasce,
l’odio vostro non può nulla.
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