CHI DELLA FOLLA, INVECE,

CHI DELLA FOLLA, INVECE,
UN LIBRO ANCORA DA SCRIVERE: UPTON SINCLAIR

domenica 8 settembre 2019

CONTRO BEN ALTRE ARMI (7)



















Precedenti capitoli:

Punte di Frecce (5/6)

Contro ben...

Altre armi (8)













…Non ho ben deciso se debbo pubblicare le mie esperienze di cacciatore di punte di Freccia in tre volumi, con tanto di illustrazioni e di indice, o se debbo cercare di comprimerle in un volume solo.

Questi oggetti…





(oppure brevi disquisizioni decidi tu caro lettore, come al meglio interpretare e proteggere il tuo stile di vita da codeste Frecce dall’arco lanciate. Tendere l’arco sino alla volta ove un Tempo non troppo remoto feci ritorno. Fui ospite non gradito. Fui apostrofato con i peggiori insulti. Fui annunziato dalla calunnia. Il Golgota fu la Cima. La deriva l’inizio della fine. Tempo e Materia nati divenuti vita. Vita dedotta nella materia. Da ciò ne deriva morte d’ogni invisibile infinita immateriale e più certa appartenenza. Ad immagine e Dio. Incarnati nella materia la Vita rincorriamo nell’Infinito donde la provenienza per tutto l’arco della breve esistenza. Un linguaggio perso di cui i geni conservano dovuta Memoria. Da quelli possiamo retrocedere e giammai degradare in tutte le forme preesistenti. Da cui nati ed evoluti. Comunione con l’intero Creato nato. Nella materia morte dello Spirito e Dio. Che pur la Terra aveva sognato ed in quella fu sacrificato. Trovare ugual Anime e Spiriti prigionieri della materia detta al loro breve dire ed appartenere alla Vita qual Pensiero ed Atto di un Dio donde la Natura. Trovare le dovute Simmetrie compiere il ciclo di tutte le Vite e far risorgere quanto pensiamo morto. 




La Natura caro amico mio, quella che appena intravedi dal tuo oculo, dall’alba al tramonto, solo l’apparente realtà di ciò che ben più profondo cela nel linguaggio di chi l’ha pur pensata, ed in Essa scorgi ed appena intravedi il riflesso dell’intero Universo. In Essa cogli il Fiore d’ogni errore da quanto l’uomo, cioè, volle impossessarsi del Suo linguaggio e subordinare quanto Creato per improprio profumo, o peggio, colore strappato dal proprio ramo. Ogni frutto impropriamente colto, ogni stagione privata del proprio ramo. Ogni volta che non se ne è decifrato il linguaggio ornare o riscaldare impropriamente la breve esistenza. Lui qual specchio dell’Universo intero. Guarda! Osserva! Medita la Galassia. Per ogni Stagione della breve esistenza nella materia cogli ugual medesima forma dell’Infinito Giardino donde la Vita. Certo, puoi, se vuoi, osservarlo e subordinarlo all’oculo che pur vedendo cieco circa il chi e come Creato. Cieco, chi, in questo Universo pensa capire ciò che vede non scorgendo un mondo lontano nascosto e celato fra le stelle. Ancor più cieco chi non lo scorge per ogni ramo Albero e giardino ammirato. 




Certo hai inventato il peccato ogni volta che violenti Dio pregando cogliendolo da un giardino o peggio da un ramo. Non cogliendo, in Verità e per il Vero, l’Infinita Natura specchio dell’Universo che in questa fitta Natura e Foresta per ogni Sua creatura si cela. Certo hai inventato una lingua ed un Dio. Un profeta e l’inferno. Non avendo né visto né udito la voce di un Dio. Ogni disegno imperfetto perfettamente numerato e ricreato. Oppure il Fiore dell’intero Creato. Sottratto al Tempo e la materia che il disegno ha pur mirabilmente mal copiato. Non avendo colto neppure ben interpretato il profumo di quanto ammirato. Giacché c’è un linguaggio privato dell’essenza della Vita. Questo il dilemma!  Certo che fu’ creata per la sopravvivenza d’ognuno. Non escludendo ugual medesima discendenza Anima e Natura di quanto pensiamo privo d’Intelligenza. Il Suo Pensiero, dicevo, si manifesta invisibile dal profondo universo di ogni occhio che ci osserva osservato, apparentemente privo di quell’Anima che vorrebbe l’uomo superiore ad immagine di un Dio. Lui, in verità e per il vero, risiede nell’Infinito, oppure se preferisci, Indefinita Onda o Particella. Dilemma amletico con atroce destino per chi non ha ben compreso il dovuto ciclo di ciò che all’Infinito, appunto, si ricompone qual immagine raccolta oppure discesa incarnata nella materia.




Osservando Osservato. Limite e Tempo! Ogni Elemento che osservi qual forma priva di intelligenza alcuna, almeno così ciarli e profetizzi, in realtà specchio d’ogni Suo moto e Pensiero donde il Creato. Quando il Pensiero, cioè, sfida moto e gravità per divenire motivo da cui evoluto da una spiaggia sino al cielo alto ad un diverso linguaggio istinto ancor non decifrato e da l’umano ancorato al breve sparo, o Big-Bang, di ciò che pensiamo nato oppure mai stato. Nato per ciò che Creato; mai stato per ciò che pensiamo privo di spirituale intento e linguaggio in cui Dio manifesta il disegno nelle lente graduali evoluzioni del proprio linguaggio. Donde l’ultimo arrivato ‘caduto’ nella pretesa superiore volontà e capacità di decifrarlo escludendo da medesimo atto il lento graduale Pensiero e linguaggio donde nato. Almeno così parli ciarli scrivi ed affermi. Privo di intelligenza pensiero ed atto almeno che questo non sia moto e meccanico istinto privato da superiore Atto. In verità la Vita così come da Lui pensata cela una Segreta invisibile simmetria, donde e dove puoi leggere la parola e l’intero linguaggio pur priva di apparente intelligenza e perfetta geometrica forma. Se pur letta e riprodotta in ogni gene e foglia ma non certo capita. Almeno per come pensi interpreti per ugual medesima materia dovuta manifesta intelligenza ed intelletto. Ogni sua sillaba un atto ben celato alla vista ma chi conosce la lingua con Lui parla ogni Secondo da quando sei approdato al....

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