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Kulunge Rai (12) & (5)
“…Se dunque vediamo la volontà – che ho
dimostrato essere la cosa in sé, la sola realtà dell’essere, l’essenza della
Natura – causare tramite l’individuo, nel magnetismo animale e non solo,
fenomeni inspiegabili con le leggi di casualità, cioè le leggi naturali, anzi
in una data misura confutare tali leggi e operare una reale actio in distans, mettendo quindi in
luce la realtà di un dominio soprannaturale, cioè metafisico, non saprei quale
altra conferma della mia teoria si dovrebbe esigere.
Infatti, un magnetizzatore, il conte Szapary,
che non sapeva certamente nulla della mia filosofia, fu indotto dai propri
esperimenti ad aggiungere come spiegazione al titolo della sua opera Ein Wort uber animalischen Magnetismus,
Seelenkorper und Lebensessenz, 1840, le seguenti parole davvero
significative: ‘ovvero prove fisiche che il magnetismo animale è l’elemento e che la
volontà è il principio di ogni vita spirituale e corporea’.
Il magnetismo animale si presenta quindi come
la metafisica pratica, come quella di Bacone da Verulamio, nella sua
classificazione delle scienze chiamava magia: vale a dire la metafisica
empirica o sperimentale. Dato che nel magnetismo animale la volontà appare come
cosa in sé, si dissolve il princiopium individuationis (tempo e
spazio), in quanto inerente al semplice fenomeno, crolla la barriera fra gli
individui (e questi con la spazio condiviso): tra magnetizzatore e sonnambula
non c’è più separazione nello spazio bensì comunanza di pensieri e di volontà;
lo stato di ‘chiaroveggenza’ porta al di fuori di quelle condizioni proprie del
mondo fenomenico, derivanti dal tempo e dallo spazio, chiamate vicinanza e
lontananza, passato e futuro.
Perciò, nonostante numerose ragioni e
pregiudizi contrari, a poco a poco si è sparsa l’opinione, trasformatasi in
certezza, che il magnetismo animale ed i suoi fenomeni siano la stessa cosa di
una parte dell’antica magia, l’arte misteriosa ed esecranda, della cui
realtà sono stati convinti non solo i secoli cristiani che l’hanno tanta
duramente perseguitata, ma, in ogni epoca, i popoli del mondo intero, compresi
quelli selvaggi, la cui pratica viene punita con la morte dalla legge delle
Dodici Tavole, dai libri di Mosé e dall’undicesimo libro delle Leggi di
Platone. Con quanta serietà fosse considerata, anche nell’epoca romana più
illuminata, si può vedere nella bella difesa in tribunale di Apuleio, accusato
di stregoneria e che per tale imputazione era in pericolo di vita, in cui cerca
soltanto di allontanare da sé l’accusa di magia, senza peraltro negarne la
possibilità ed entrando nei particolari, come spesso accadeva nei processi di
stregoneria del medioevo. In Europa, solo il Settecento fa eccezione al
riguardo…”.
(A.S.)
Deliri
Da lontano, c’è una Foresta che ci guida* (*ed
inerente a questo evento con cui si è soliti monitorare la
progressiva via, talché mi sembra riduttivo offendere la…, giacché altro
principio compone medesimo intento da ‘humano’ vestito il quale possiamo
‘veicolarlo’ al meccanico ‘nero’ aspetto che a lui più conviene in quanto privato dell’Anima Mundi dell’umano Spirito e con
questo della Natura in lui riflessa… Sicché, ed infatti, meglio fuggire codesto
‘nero’ intento (attra)verso la Foresta della comune Natura là ove dimora ogni
Elemento nell’equilibrio manifesto il quale dona infinita prospettiva e retta
parola, nonché saggia e matura evoluzione al grembo della vita… [Così da non
confondere il gorilla evoluto con un più nobile ‘pazzo’ ‘mago’ o ‘sciamano’ che sia…]. Nero evaporato e contrario aspetto di cui il male che da
questo deriva non certo ‘bianca’ pretesa, ma avversa e malata natura nella
quale l’‘immaginazione o il desiderio (meccanizzato) generano il male, dunque, se qualcuno
con l’immaginazione vuol recare danno ad un altro, oppure paralizzarlo, deve
cominciare con l’attirare a sé la cosa e lo strumento, per poi imprimervi il
desiderio: poiché ciò che riesce ad entrare può anche uscire tramite
l’immaginazione… La magia è una grande scienza (bianca e nera che sia) occulta,
come la ragione una grande follia manifesta…’ (Paracelso). E’ bene non
confondere scambiare sminuire e privare la Verità dei suoi principi e contenuti
anche in ciò che può sembrare apparente delirio rispetto alla concretezza con
cui abituati a interpretare la ‘magia’ al canone della vita. In quanto in
questa è pur manifesta antica ed alchemica ragione non priva di ‘nero’
principio inalato nell’evoluto suo mascheramento, giacché essa compone la propria
azione, non grazie alle forze della Natura né per via naturale, ma con l’ausilio
di ogni motivo avverso a qualsivoglia Elemento. Così da pensarsi padrone e
signore nel vero delirio non chiaramente manifesto, e tacendo, in verità e per
il vero, ogni Dio e Dèmone avverso… Giacché è bene non ricadere nei formalismi dei tempi antichi
ove Santi e Diavoli barattati al mercato della ragione, e dove la follia regna
e prospera e trae il giusto godimento nello spettacolo offerto quale
intrattenimento al rogo della saggezza e verità taciuta…).
Che addita e chiama.
Sue vittime sono i fanciulli.
Invitati ad abbandonare il villaggio per
smarrirsi nella selva che accerchia, da ogni parte, gli insediamenti dei
Kulunge Rai.
E’ nel fitto della foresta che avviene l’incontro con
i maestri invisibili, i primi responsabili della vocazione di ogni giovane
sciamano: i primi ‘spiriti-guida’ del neofita. (Prosegue...)
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