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Cercatori d'oro (30)
Dawson è stata messa in contatto diretto con il mondo
esterno dall’ingresso del telegrafo, e sin dai primi giorni di ottobre i
messaggi hanno navigato liberamente in mare fino a Skaguay. È vero che un tratto
senza fili di centinaia di miglia separa ancora questa città dal porto di
rilevante importanza più vicino al continente, ma senza dubbio molto prima
verrà colmato anche questo vuoto nella linea di comunicazione. Può essere prima
di quanto immaginiamo per mezzo della telegrafia senza fili, poiché si ipotizza
che il governo canadese guardi con favore alla sperimentazione del sistema
Marconi; o, cosa più probabile, la fine desiderata sarà determinata dalla posa
di un filo continuo. La straordinaria rapidità con cui sono state posate le
cinquecento - seicento miglia di filo di terra - cinque e sette miglia al
giorno - dialoga bene con il morale del progresso al servizio dell’ingegneria
canadese.
Nei suoi
aspetti commerciali e residenziali la città ha compiuto notevoli progressi. I
giorni in cui era inghiottita dal fango sono praticamente finiti e da un’estremità
all’altra, si può tranquillamente percorrere le strade sui bordi dei
marciapiedi sicuri. Non solo la strada principale è adeguatamente asfaltata, ma
anche diverse strade che corrono parallele ad essa, e parti di strade che si
incrociano ad angolo retto. Un saggio piano regolatore ha spazzato via le
baracche e le cabine dal lato del fiume della strada principale, e ora si gode
una vista quasi ininterrotta della sponda opposta del torrente, già costellata
da gigantesche insegne pubblicitarie annunciando vendite a buon mercato in
articoli e dirigendo a negozi particolari nella metropoli del Nord.
I negozi di
Dawson hanno raggiunto la dignità degli stabilimenti con coperture in ferro
ondulato, facciate in vetro piano e mensole e banconi in sequoia. Seguendo da
vicino le costruzioni pionieristiche quali grandi magazzini, o depositi di
merci, dell’Alaska Commercial Company & della North American Trading and
Transportation Company, la Alaska Exploration Company, la Ames Mercantile
Company e la Yukoner Company.
Molti
negozi espongono una linea diversificata di merci, mentre altri sono limitati ad
una singola tipologia di prodotti, quattordici dollari per un paio di pantaloni
realizzati su ordinazione colpisce l’immaginazione oltre che il portafoglio,
quando una qualità di prima scelta di stivali o scarpe può essere ottenuta per
cinque dollari e sei dollari.
Pasti
davvero buoni possono essere consumati quasi ovunque da un dollaro a un dollaro
e mezzo, e i migliori Hotel forniscono ventuno pasti per venticinque dollari, senza
nuocere alla qualità del prodotto offerto.
Il latte di
mucca può ora essere aggiunto regolarmente al caffè, poiché la mungitrice lavora
a pieno regime in tutto il paese. Il prezzo delle camere negli Hotel rimane
ancora alto - da quattro a sei dollari a notte, senza pasti - ma il servizio di
queste camere è notevolmente migliorato. In alcuni locazioni di carattere strettamente
privato, l’alloggio per un certo periodo di permanenza può essere ottenuto per
quindici dollari la settimana o, dove le condizioni dell’ambiente circostante
non sono attentamente esaminate, per ancora meno. Un Hotel nuovo e capiente, l’Hotel
Metropole, cresciuto dalla ricchezza del ‘Re dei Klondike’ - Alexander Mac Donald
- è stato recentemente aggiunto a quelli con il design meno pretenzioso che ha
servito la comunità ‘pellegrina’ l’anno scorso.
L’esplosione del 26 aprile, con la quale un quarto
della parte commerciale di Dawson è andata a fuoco, ha dato l’opportunità di introdurre
miglioramenti, e il più importante di questi è quello che ha portato alla
rimozione di case e resort di cattiva reputazione sorte nel cuore della città.
Le donne
più raffinate possono ora sfilare per le strade senza che la loro delicata
sensibilità sia offesa dall’intrusione pubblica degli immorali del mondo
inferiore. Il tono dei pubblici luoghi di divertimento, i teatri e le case da
ballo, sono stati anche in una certa misura elevati, anche se lungi dall’essere
sufficientemente all’altezza, e qualche talento reale occasionalmente brilla
dietro le luci della ribalta.
(A. Heilprin)
Cominciai
la carriera del conferenziere nel 1866 nella California e nel Nevada; nel 1867
tenni conferenze a New York una volta, e diverse volte lungo la vallata del Mississippi;
nel 1868 feci l’intero giro del West pensavamo addirittura, nel 1899, di
approdare anche in Alaska; e nelle due o tre stagioni seguenti, a questi miei
viaggi si aggiunse anche l’Est.
A quei
tempi era in pieno splendore il circuito delle sale per conferenze e l’ufficio
di James Redpath in School Street, a Boston, ne aveva la direzione in tutti gli
Stati del Nord e nel Canada. Redpath forniva le conferenze in serie di sei od
otto alle sale di tutta la nazione per una media di circa cento dollari per
sera e per conferenza. Le sue provvigioni erano del dieci per cento; ogni
conferenza veniva tenuta all’incirca centodieci volte in una stagione.
Disponeva di una quantità di nomi che attiravano il pubblico…
…Come nel minstrel show, in principio il presidente mi presentava al
pubblico, ma le presentazioni erano adulatorie in modo così grossolano che mi
vergognavo, e inoltre dovevo cominciare il mio discorso in condizioni di grande
svantaggio.
Era un’abitudine
stupida, superflua e insopportabile.
Chi
presentava era di solito un somaro e il discorso che si era preparato in
anticipo era un’accozzaglia di volgari complimenti e di desolanti tentativi d’ironia;
sicché dopo la prima stagione mi presentai sempre da me: e mi servii,
naturalmente, di una parodia dell’antica e frusta presentazione. Il mutamento
non fu bene accolto dai presidenti di comitato. Alzarsi solennemente di fronte
a un numeroso pubblico di concittadini e pronunciare il loro piccolo e
diabolico discorso era la gioia della loro vita, e vedersela sottratta non era
facile a sopportarsi.
La mia
autopresentazione fu per un po’ un avvio efficacissimo, ma in seguito non servì
più. Doveva essere composta con grandissima cura e declamata con zelo, così che
tutti i presenti che non mi conoscevano fossero indotti a credere che io fossi
soltanto il presentatore e non il conferenziere; e anzi restassero nauseati
dalla fiumana di elogi smisurati, alla fine, quando lasciavo cadere casualmente
una frase e dicevo che il conferenziere ero io e avevo parlato di me stesso, l’effetto
era assai soddisfacente.
Ma la carta
fu buona soltanto per un po’, come ho detto; infatti ne parlarono i giornali,
dopo di che non potei più giocarla, perché il pubblico già sapeva ciò che
sarebbe successo e conteneva le proprie emozioni.
Tentai
allora una presentazione ricavata dalle mie esperienze californiane. La faceva
con grande serietà un lungo e goffo minatore del villaggio di Red Dog. Il pubblico lo spingeva, suo malgrado, a salire sul podio e
a presentarmi. Stava lì a pensarci un momento, poi diceva:
Di quest’uomo io non so nulla. So solamente due
cose: una è che non è mai stato in un penitenziario, e l’altra...
…seguiva
una pausa; poi quasi con tristezza:
non ne so il perché.
La cosa
funzionò per un po’, finché i giornali non ne parlarono e le tolsero tutto il
sugo; e da allora lasciai perdere ogni specie di presentazione.
Ogni tanto
mi capitava qualche piccola avventura che poi ricordavamo solo con grande
sforzo.
Una volta
si giunse in ritardo e non si trovò all’arrivo né il comitato né la slitta. C’infilammo
in una via nella gaia luce lunare, vedemmo una fiumana di gente dirigersi tutta
da una parte, pensammo si recasse alla conferenza - giusta supposizione - e ci
unimmo ad essa. All’ingresso nella sala cercai di farmi largo e di entrare, ma
fui fermato dall’uomo che ritirava i biglietti.
Il biglietto, prego.
Mi piegai
verso di lui e sussurrai:
Tutto in regola. Sono il conferenziere.
Ammiccò
come in segno d’intesa e disse in modo da poter essere udito da tutti:
No, non me la fate. Ne sono entrati già tre
finora, ma un altro, se vuole entrare, bisogna che paghi.
Naturalmente,
pagai; era il modo più disinvolto per trarmi d'imbarazzo...
(Twain, Autobiografia)
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