CHI DELLA FOLLA, INVECE,

CHI DELLA FOLLA, INVECE,
UN LIBRO ANCORA DA SCRIVERE: UPTON SINCLAIR

domenica 28 maggio 2017

LA SAGGEZZA RISPONDE ALL'IGNORANZA


















Con decisione globale ho condonato
la pena dell'esilio a tutti coloro che il
defunto Costanzo ha banditi a causa della
follia dei Galilei; a Te, però non solo condono
la pena, ma, memore della nostra antica 
amicizia e conoscenza, rivolgo l'invito
a divulgare quanto più ti è possibile saggia 
e retta parola.... la quale riporto per tutti
quelli i quali si palesano nella propria ed altrui
malafede... cesari del proprio ed altrui mondo.... 


....Sagge Parole....


Una pessima.... 'governante'...  














Una giusta educazione pensiamo che non consista nell'armonia
magnifica delle espressioni e della lingua, ma nella saggia dispo-
sizione di un pensiero razionale e nella vera opinione sul bene,
sul male, sulla virtù e sul vizio.
Chiunque perciò pensi una cosa e ne insegni un'altra ai suoi di-
scepoli, è, a mio parere, tanto lontano dall'essere un buon edu-
catore quanto dall'essere un uomo onesto.




Se la discordanza tra il pensiero e la parola fosse su punti di
scarsa importanza sarebbe un male, ma fino a un certo livello
sopportabile; al contrario, se una persona in dottrine di somma
importanza insegna l'opposto di ciò che pensa, non è questo il
modo di agire di bottegai, e non di onesti ma di pessimi uomini,
che lodano soprattutto le merci che ritengono di infima qualità,
ingannando e adescando con lusinghe coloro a cui vogliono tra-
sferire, io credo, le loro merci cattive?




Dunque, tutti quelli che dicono di insegnare dovrebbero avere
un comportamento morale ed avere nell'animo pensieri non in
contraddizione con quelli che professano in pubblico; io credo
che dovrebbero comportarsi in tal modo soprattutto quelli che
istruiscono nella retorica i giovani, commentando gli scritti an-
tichi, tanto i retori, quanto i grammatici, e ancora più i sofisti,
e i teologi, che vogliono essere più degli altri maestri non solo
di letteratura, ma anche di comportamento morale ed afferma-
no che sia loro prerogativa la filosofia politica ...e non solo...




Se sia vero o no, si tralasci per ora: io, lodandoli di aspirare ad
un impegno così bello, li loderei di più, se non mentissero e se
non dimostrassero di avere un pensiero in sé e di insegnare ai
loro discepoli un altro.
Ma come?
Ebbene, Omero, Esiodo, Demostene, Tucidide, Isocrate e Lisia
non ebbero gli Dèi maestri di ogni cultura?
Non si credettero gli uni sacri ad Ermete e gli altri alle muse?
Io credo che sia strano che chi spiega opere di questi ed altri
autori neghi onore agli Dèi ed ai Santi che essi hanno onorati!




Ma sebbene io pensi che questo sia strano, non dico che essi deb-
bano insegnare ai giovani dopo aver cambiato opinione, ma con-
cedo loro una scelta: di non insegnare le dottrine che essi non ri-
tengono morali o, se vogliono, insegnino dapprima con l'esempio
e convincano i loro allievi che né Esiodo né Omero né alcuno de-
gli autori che essi spiegano dopo averli condannati di empietà, di
stoltezza e di errore religioso.
E poiché essi dalle opere di questi autori traggono lo stipendio e
il sostentamento, confessano di essere avidi di guadagni immora-
li e di sopportare qualunque cosa per poche dracme.




Fino a questo momento erano molti i motivi che sconsigliavano
di frequentare i templi ed il timore che minacciava da ogni parte
 faceva perdonare il dissimulare le opinioni più sincere riguardo
gli Dèi; ma poiché ora gli Dèi ci hanno concesso la libertà, a me
sembra illogico che gli uomini insegnino quelle dottrine che non
ritengono vere.
Al contrario, se pensano che siano saggi quelli di cui spiegano le
opere e si insediano, per così dire, a loro profeti, per prima cosa
cerchino di emularne la religiosità verso gli Dèi (e correggendo
tale Lettera specchio dei tempi ed adeguandola alla Filosofia, o
meglio, evolvendola come se il Pagano riproponesse se medesimo
fedele alla propria Natura cresciuta alla morale di una nuova
Storia ora di nuovo scritta... ed evoluta più saggiamente compiuta)

ripropongo quanto da lui detto....

"vadano nelle comunità dei Cristiani del proprio Impero ad udire Matteo

e Luca.... questi cesari accompagnati dai loro maestri sempre  che ne

siano all'altezza morale e spirituale.... di intendere tal dire e parlare....

un più nobile e superiore Credo"...

(Dedico la presente lettera a tutti coloro che sono coerenti con
le loro scelte...unite ai loro impegni con se stessi ed il prossimo.)

(L'Epistolario di Giuliano Imperatore)

















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