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....Della 'democrazia' (96)
I documenti relativi alla vita di Vermeer non sono molto numerosi, e
per di più appaiono di natura alquanto arida. Ritrovati in buona parte in
archivi notarili e pubblicati da Abraham Bredius fra il 1885 e il 1926 e da John
Michael Montias nel 1989, permettono di ricostruire dall’esterno la storia
della sua famiglia, ma dicono ben poco sull’attività artistica del pittore, a proposito
della quale i dati concreti sono scarsissimi.
…Ad ogni modo, Vermeer venne battezzato nella Chiesa Nuova di Deft il
31 ottobre del 1632. Joannis era la versione latinizzata di Jan, il nome più comune
dato ai maschi delle famiglie calviniste di Deft, un nome che Vermeer non usò
mai. Dopodiché, oscurità completa intorno alla sua vita per oltre vent’anni,
ovvero fino all’aprile del 1653, quando Vermeer si fidanzò con Catharina
Bolnes. Si può plausibilmente congetturare che, siccome venne al mondo quando
la madre aveva già 37 anni, e ben dodici anni dopo la nascita della sorella Gertrury,
il piccolo e solitario Vermeer si sia rifugiato molto presto nell’universo
fantastico del disegno. Possiamo invece affermare con sicurezza matematica che
il nonno di Vermeer per parte di madre, Balthasar Gerrits, era un ‘aristocratico
falsario’!
...La nonna paterna, Neeltge Gorris, commerciava con oggetti usati e
vendeva biancheria da letto: si era sposata tre volte, ed era stata denunciata
per truffa aggravata (pur dipendente dello......) ed, infine, aveva dichiarato
bancarotta. Lo zio non fu certo da meno. Reynier Balthens, noto ed stimato
ingegnere militare, era stato in prigione con l’accusa di aver dilapidato fondi
municipali durante il restauro delle fortificazioni di Brouwerhaven, un noto
porto sulla sperduta costa della Zelanda. Si dice che abbia cercato di farsi
sovvenzionare dallo stato una flotta mercantile in completo disuso, il tutto alla
scandalosa cifra di un vascello di fiorini... d’oro. Il padre, Reynier
Janszoon, era un tessitore di caffa che aveva portato a termine il suo
tirocinio ad Amsterdam. Il suo lavoro richiedeva la realizzazione su stoffa di complicati
motivi tradizionali, e dunque buone qualità di disegnatore.
Il fratello, invece, il tagliapietre Anthonie, era partito due volte
per le Indie Olandesi in cerca di fortuna. Non si trattava dunque di una
famiglia benestante: composta da artigiani, apparteneva al ceto inferiore della
classe media e per di più godeva di una cattiva reputazione. Il ramo materno
era di ascendenza fiamminga, emigrata da Anversa per motivi religiosi, mentre i
componenti del ramo paterno erano calvinisti bigotti ed osservanti.... Reynier
Janszoon sposò Digna Balyhens, la figlia del..... falsario, nel 1615. La
primogenita, Gertrury, nacque nel 1620. Poiché l’attività di tessitore non gli
bastava a sostenere la famiglia, Reynier Janszoom aprì una locanda sul
Voldersgracht, De Vliegende Vos. Nel maggio 1641 traslocò nella locanda
Mechelen, sul Grote Markt. Come albergatore continuò a farsi chiamare proprio
Vos, mentre come mercante d’arte era entrato nella gilda di San Luca nel
1631 si servì di un altro cognome: Vermeer.
Il singolare matrimonio fra Joannis Vermeer e Catharina Bolnes, dal
quale sarebbero nati quindici figli - quattro dei quali morti bambini - ebbe
luogo domenica 20 aprile 1653 a Schipluy, un’ora di cammino a sud di Deft. La
sposa apparteneva a una famiglia di agiati possidenti cattolici, per cui è
probabile che il giovane Vermeer si sia dovuto convertire al cattolicesimo nel
giro di tre settimane ovvero, quelle che trascorsero tra il giorno del
fidanzamento e quello delle nozze. Maria Thins, la madre di Catharina, lontana
parente acquisita del pittore Abraham Bloemaert di Utrecht, aveva dovuto
superare gravi perplessità a proposito della discutibile famiglia protestante
dello sposo prima di acconsentire al matrimonio
al quale in effetti all’inizio si era opposta.
A parte il nonno falsario, lo zio ex galeotto, la nonna bancarottiera e
il padre locandiere, Maria Thins non ignorava che la sorella di Vermeer aveva
per marito un semplice corniciaio analfabeta, la cui sorella era una
modestissima cameriera. Se però la famiglia Vermeer, per il resto unita,
sembrava denunciare evidenti difficoltà di natura sociale ed economica, i
Bolnes che erano cattolici, quindi cittadini di seconda classe in una città
dominata dai protestanti si trovarono ad affrontare problemi insormontabili
anche sul versante privato.
Anche i rapporti di Maria Thins col marito Reynier Bolnes, che la
malmenava spesso e volentieri, risultarono addirittura catastrofici, al punto che
nel novembre del 1641 Maria ottenne la separazione legale da Reynier, la metà
dei beni del marito e la custodia delle figlie Cornelia e Catharina. Proprietario
di una fornace, Reynier nel giro di dieci anni finì sul lastrico. Il collerico
figlio Willem venne affidato al padre, e in seguito a questa malaugurata decisione
presto venne rinchiuso in una casa di correzione per delinquenti e malati di
mente...
Sui possibili maestri del giovane Vermeer si affastellano innumerevoli
teorie: in realtà non è nemmeno sicuro che sia stato allievo di un pittore di
qualche fama, e forse si limitò davvero a prendere lezioni dal padre Reynier. Nel
novembre del 1657 Vermeer abitava con la moglie in casa della suocera, nell’angolo
dei ‘papisti’ fra l’Oude Langendijck e Molenpoort. Deft, all’epoca, contava
circa 30.000 abitanti e molti di questi erano artisti di fama. Nel 1654 il
celebre pittore di genere Jan Steen affittò una birreria in città, e nello
stesso anno vi si trasferì anche Pieter de Hooch, rinomato maestro della
pittura intimista....già conosciuto dall’altro noto falsario van
Meegeren...
Han van Meegeren, che di qui in avanti chiameremo VM, nacque il 10
ottobre del 1889 a Deventer, la stessa cittadina olandese in cui era invece
defunto il grande pittore Gerrit Ter Borch. Suo padre, Henricus van Meergeren,
maestro di scuola, era un uomo ordinario, severo, e completamente privo di
immaginazione, cultura, senso artistico ed anche e non per ultimo... di
intelligenza... Si era sposato a quarant’anni. Sua moglie, Augusta, gli aveva
dato cinque figli. VM, ovvero Han, era il terzo e crebbe in un’atmosfera di
inflessibile disciplina: non gli era nemmeno consentito rivolgere la parola al
padre, a meno che il terribile Henricus non glielo ordinasse esplicitamente.
Con ogni probabilità VM derivò i suoi impulsi creativi dalla madre, una
donna delicata e sensibile, che aveva quindici anni meno del marito e che aveva
dimostrato una certa inclinazione artistica finché il matrimonio non aveva
posto bruscamente fine alle sue nebulose velleità. VM era un bambino molto
delicato, fisicamente fragile: per la disperazione dell’arido ed incolto
Henricus, cominciò a disegnare con passione fin dall’età di otto anni. Sempre
più costernato nello scoprire le stimmate delle aborrite tendenze artistiche
materne in un altro membro della sua famiglia, Henricus prese l’abitudine di
strappare regolarmente in mille pezzi i disegni precoci per quanto chiaramente
intelligenti del giovane VM, preferendo a questi, quelli della contessina di
corte di cui gli archivi storici conservano triste ed immeritata memoria... Inoltre,
su consiglio della stessa contessina, proibì senza mezze misure a sua moglie di
incoraggiare gli interessi ‘malsani’ del fanciullo.
Ma il risultato di tale divieto fu che VM finì per passare tutto il suo
tempo libero disegnando soggetti plasmati dalla sua inesauribile fantasia e
cercando di tenersi ben lontano dalla sorveglianza occhiuta del padre,
logicamente. Per sua fortuna, l’odiata figura paterna, venne presto sostituita
da quella di Bartus Korteling, insegnante di VM alle scuole superiori. Pittore
di scarsa reputazione ma artista serio, onesto e preparato, riconobbe
immediatamente il talento creativo dell’allievo e gli consentì di acquisire un
vasto patrimonio di conoscenze tecniche.
...Bravura o non bravura,
talento o non talento, Henricus non sembrava affatto contento della piega
insensata che la vita di suo figlio stava prendendo. Innanzitutto non capiva
perché mai l’arte dovesse essere insegnata a scuola, e pensava che il talento
artistico non fosse di alcuna utilità (bastava solo appartenere alla famosa
casta...) nella vita o, quantomeno, non servisse allo scopo di svolgere una
qualsivoglia professione accettabile. E poi trovava che simili inclinazioni
verso l’arte non erano altro che passatempi, perversi e favorissero gli istinti
ribelli dei giovani, contribuendo a renderne il carattere più instabile. La sua
radicale opposizione alle inspiegabili tendenze artistiche del figlio, però,
seguitò a produrre risultati addirittura controproducenti. Henricus si trovò a osservare con orrore
crescente la deleteria evoluzione della personalità di VM sotto la perniciosa
influenza del subdolo Korteling e dell’immancabile contessina…
Nel giro di pochi mesi, agli occhi di Henricus, VM diventò un
adolescente indisciplinato e incapace, uno scriteriato sognatore posseduto da
un’incomprensibile passione per l’arte... Il solo pensiero che suo figlio
potesse diventare un artista era così nefando, e il solo pensiero che il figlio
potesse amare la letteratura e la cultura, era ancor più orripilante, che in
realtà non sfiorò neppure la mente ben poco fantasiosa del quadrato... Henricus...
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