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...all'Avana (& in tanti altri luoghi) (4)
RECLUTAMENTO
“Non voglio
saperne di nessun lavoro. Perché ha scelto proprio me?”
“Inglese e
patriottico. Risiede qui da anni. E’ un socio rispettato della Camera di
Commercio europea. Ci occorre un agente all’Avana, vede? I sommergibili devono
rifornirsi. I dittatori si uniscono. Quelli grossi attraggono i piccoli.”
“I
sommergibili atomici non hanno bisogno di rifornirsi.”
“Giustissimo,
vecchio mio, giustissimo. Ma le guerre incominciano sempre un po’ in ritardo
rispetto ai tempi. Dobbiamo essere preparati anche nel campo delle armi
convenzionali. Poi c’è lo spionaggio economico... zucchero, caffè, tabacco.”
“Tutte
queste notizie può trovarle sugli annuari governativi.”
“Non ce ne
fidiamo, mio caro. Poi lo spionaggio politico. Con i suoi aspirapolvere, lei è
introdotto in tutti gli ambienti.”
“Pretende
forse che analizzi la polvere?”
“Potrà
sembrarle uno scherzo, mio caro, ma ai tempi di Dreyfus il più abile
informatore dello spionaggio francese era una donna addetta alle pulizie che
toglieva i pezzi di carta dai vari cestini dell’Ambasciata tedesca.”
“Lei non si
è neppure presentato.”
“Hawthorne.”
“Ma chi è?”
“Be’,
potremmo dire che sto organizzando la rete nei Caraibi. Un momento. Sta venendo
qualcuno. Io mi lavo le mani, lei entri in un gabinetto. Non devono vederci
insieme.”
“Siamo già
stati veduti insieme.”
“Incontro
fuggevole. Tra compatrioti.”
Spinse
Wormold in uno dei gabinetti, come lo aveva spinto nella toletta.
“E’
l’abitudine, sa”
e poi vi fu
il silenzio, eccettuato lo scorrere dell’acqua. Wormold si mise a sedere. Anche
quando stava seduto, gli si vedevano le gambe sotto la mezza porta. Una maniglia
girò. Passi risonarono sul pavimento a piastrelle nella direzione degli
orinatoi. L’acqua continuava a scorrere e Wormold era invaso da un’enorme
meraviglia. Si domandava perché non avesse fatto cessare sin dall’inizio tutte
quelle assurdità. Non v’era da stupirsi che Mary lo avesse abbandonato. Ricordò
uno dei loro litigi: ‘Perché non fai qualcosa, non agisci in qualche modo, un
modo qualsiasi? Non fai altro che startene lì in piedi...’. Almeno, pensò,
questa volta non sono in piedi, sto seduto.
…NELLE ALTE
SFERE…
“Sì. Voleva
iscriversi al circolo di campagna. Un covo di milionari, come lei sa. La
miglior fonte di informazioni politiche ed economiche. La quota di iscrizione è
molto alta, circa dieci volte maggiore di quella del White Club, ma gli ho
concesso la somma.”
“Ha fatto
bene. Come sono i suoi rapporti?”
“Be’, a
dire il vero ancora non ne abbiamo ricevuto, ma naturalmente gli occorrerà
qualche tempo per organizzare i propri contatti. Forse ho esagerato un po’
troppo con lui l’importanza della prudenza.”
“Non è
possibile. I fili di collegamento non servono a niente se saltano le valvole.”
“In realtà
egli si trova in una posizione piuttosto vantaggiosa. Ha ottimi rapporti
commerciali... molti dei quali con funzionari del Governo e con alti ecclesiastici.”
“Ah”
…disse il
capo. Si tolse il monocolo nero e incominciò a lucidarlo con un foglietto di
‘kleenex’. L’occhio che venne così rivelato era di vetro; di un celeste pallido
e non convincente, sarebbe potuto appartenere a una di quelle bambole che
dicono ‘Mamma’.
“Che lavoro
fa?”
“Oh,
importazioni, sa. Macchinari, cose del genere.”
Era sempre
importante per la propria carriera servirsi di agenti che si trovassero
piuttosto in alto sulla scala sociale. I particolari insignificanti della scheda
segreta concernente il negozio di via Lamparilla non sarebbero mai arrivati, in
circostanze normali, in quell’ufficio nello scantinato.
“Come mai
non era già socio del circolo di campagna?”
“Be’, credo
che abbia condotto un’esistenza piuttosto ritirata in questi ultimi anni.
Qualche difficoltà domestica.”
“Non
correrà dietro alle donne, spero?”
“Oh, nulla
del genere, signore. Sua moglie lo ha abbandonato. Se n’è andata con un
americano.”
“Voglio
sperare che non sarà anti-americano? L’Avana non è il luogo adatto per
pregiudizi del genere. Dobbiamo collaborare con loro... solo fino a un certo
punto, s’intende.”
BASSE ORBITE
Bevvero
insieme un liquore tra le rovine del salotto e poi Wormold se ne andò. Il
dottor Hasselbacher era in ginocchio ai piedi del ‘Cavaliere sorridente’, e
scopava sotto il divano. Chiuso nell’automobile, Wormold sentì il rimorso
rosicchiare intorno a lui come un topo nella cella di un carcere. Forse si
sarebbero presto abituati l’uno all’altro e il rimorso sarebbe venuto a mangiargli
briciole di pane nella mano.
Altri come
lui avevano fatto la stessa cosa: uomini che si lasciavano reclutare sedendo al
gabinetto, che aprivano camere d’albergo con la chiave di altre persone e
ricevevano istruzioni in inchiostro invisibile nonché mediante un’utilizzazione
imprevista dei ‘Racconti da Shakespeare’ di Lamb.
Ogni burla
ha sempre un altro aspetto, l’aspetto della vittima. Le campane squillavano a
Santo Christo, e le colombe si alzarono dal tetto nella sera dorata e fecero un
ampio giro sopra le botteghe di biglietti della lotteria in via O’Reilly e sopra
le panchine di Obispo; ragazzetti e bambine, il cui sesso era indistinguibile
quasi quanto quello degli uccelli, irruppero come un fiume dalla scuola dei
Santi Innocenti, con i grembiuli bianchi e neri, reggendo le piccole cartelle
nere. L’età li divideva dal mondo adulto di 59200 e la loro credulità aveva una
qualità differente.
Pensò con tenerezza:
Milly tornerà presto a casa. Gli faceva piacere ch’ella credesse ancora alle
fiabe: una vergine che partoriva un figlio, immagini che versavano lacrime o
pronunciavano parole d’affetto nell’oscurità. Hawthorne e gli uomini della sua
specie erano altrettanto creduli, ma essi bevevano cose diverse, incubi, storie
grottesche ispirate alla fantascienza. A che serviva stare al gioco solo a
mezzo e a malincuore? Doveva almeno dar loro qualcosa che li ripagasse del
denaro speso, qualcosa di meglio di un rapporto economico da classificare negli
schedari…
INTELLIGENCE
Scrisse una rapida minuta:
‘Numero 1° dell’8 marzo inizia paragrafo A nel mio
recente viaggio a Santiago ho avuto da varie fonti notizia di importanti
installazioni militari in costruzione sulle montagne della provincia Oriente
Stop questi lavori sono troppo estesi per essere giustificati da piccole bande
ribelli che resistono laggiù Stop notizie di vasti diboscamenti mascherati da
incendi di foreste Stop contadini di numerosi villaggi costretti a trasportare
carichi di pietre inizia paragrafo B nel bar dell’albergo di Santiago ho
conosciuto pilota spagnolo della linea aerea cubana in stato di accentuata
ubriachezza Stop ha detto di avere osservato durante il volo Avana-Santiago
vaste piattaforme di cemento troppo grandi per qualsiasi normale edificio
paragrafo C 59200/5/3 che mi ha accompagnato a Santiago ha portato a termine
pericolosa missione presso il comando militare di Bayamo ed eseguito disegni di
strani macchinari che vengono trasportati nelle foreste Stop questi disegni
seguiranno con valigia diplomatica paragrafo D mi autorizzate a versargli
premio in denaro tenuto conto gravi rischi della sua missione e a sospendere
per qualche tempo lavoro su rapporto economico tenuto conto della natura
inquietante e vitale di queste notizie da Oriente? paragrafo E conoscete
precedenti Raul Dominguez pilota della linea aerea cubana che mi propongo reclutare
come 59200/5/4?’.
Wormold
mise allegramente in cifra il messaggio.
Pensò: non
avrei mai creduto di esserne capace.
Pensò con
orgoglio: 59200/5 sa il suo mestiere.
Il buon
umore di lui si estese addirittura fino a Charles Lamb. Scelse come brano-chiave
la pagina 217, riga 12:
‘Ma io
scosterò la tenda e mostrerò il quadro. Non è ben fatto?’.
Fece salire
Lopez dal negozio. Gli diede venticinque pesos. Disse:
“Questo è
il suo primo mese di stipendio, in anticipo”.
Conosceva
troppo bene Lopez e non si aspettava alcuna gratitudine per i cinque pesos in
più; ciononostante, fu colto un poco di sorpresa quando Lopez disse:
“Trenta pesos
basterebbero per vivere”.
“Che cosa
significa, ‘basterebbero per vivere’?
Lei è già
ben pagato dal negozio.”
“Questa
faccenda significherà parecchio lavoro”
…disse
Lopez.
“Ah, sì,
eh? Quale lavoro?”
“Servizio
personale.”
“Quale
servizio personale?”
“Evidentemente
ci dev’essere molto da lavorare, altrimenti lei non mi darebbe venticinque
pesos.”
Wormold non
era mai riuscito a prevalere su Lopez nelle discussioni di carattere
finanziario.
“Voglio che
mi porti su un’aspirapolvere Pila Atomica dal negozio”
…disse.
“Ne abbiamo
uno solo in magazzino.”
“Lo voglio
qui.”
Lopez
sospirò:
“E’ un
servizio personale, questo?”.
“Sì.”
Non appena
rimasto solo, Wormold smontò con il cacciavite l’aspirapolvere nelle sue varie
parti. Poi sedette alla scrivania e incominciò a fare una serie di accurati
disegni. Mentre si appoggiava alla spalliera e contemplava i suoi schizzi dello
spruzzatore separato dall’impugnatura del tubo flessibile, dell’eiettore a
spillo, del boccaglio e del tubo telescopico, si domandò:
‘Sto forse
esagerando?’.
Si accorse
di aver dimenticato di indicare la scala. Tracciò una linea suddivisa in
segmenti e li numerò: ognuno di essi rappresentava un metro. Poi, per meglio
rendere l’idea delle proporzioni, disegnò un ometto alto cinque centimetri
sotto il boccaglio. Lo vestì per benino con un abito nero e lo fornì di
bombetta e ombrello.
Quando
Milly tornò a casa quella sera era ancora indaffarato; stava scrivendo il suo
primo rapporto e aveva dinanzi a sé, aperta sulla scrivania, una grande carta
geografica di Cuba.
“Che cosa
stai facendo, babbo?”
“Muovo il
primo passo in una nuova carriera.”
Milly
guardò al di sopra della sua spalla.
“Vuoi
diventare uno scrittore?”
“Sì, di
opere dell’immaginazione.”
“Potrai
guadagnare molto?”
“Un modesto
reddito, Milly, se mi ci metterò di buzzo buono e scriverò con regolarità. Mi
propongo di comporre un saggio come questo ogni sabato sera.”
“Diventerai
celebre?”
“Ne dubito.
Diversamente da quasi tutti gli scrittori, attribuirò ogni merito ai miei
negri.”
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