CHI DELLA FOLLA, INVECE,

CHI DELLA FOLLA, INVECE,
30 MAGGIO 1924

giovedì 14 marzo 2024

PRIMA LETTERA

 









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circa la Natura 


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& Julius







Egregio Assistente,

 

 

Sono effettivamente riuscito a penetrare in modo sistematico nell’esistenza di Suo fratello non senza una certa mancanza di riguardi e di sincerità che spaventa anche me stesso: in questi primi giorni mi è stato piuttosto facile star dietro a Suo fratello, anzi, a dir la verità le cose sono andate in modo tale che è stato lui a cercar continuamente la mia compagnia; questo io posso considerarlo un vero colpo di fortuna perché era stato proprio Lei a temere che Suo fratello si fosse completamente isolato e vi era anche la possibilità che io non riuscissi ad avvicinarlo.

 

A questo punto devo subito dire che nel suo complesso la situazione in cui qui a Weng ho trovato Suo fratello e l’ambiente del quale lui è completamente in balia e che è completamente in sua balia, come mi sembra, esercita su di me un fascino enorme che però sono in grado di controllare. Ritengo possibile e di conseguenza ovvio attenermi alla linea di chiara e calcolata razionalità a me prescritta nell’ambito da Lei indicatomi. (io infatti mi sento vincolato all’ultima conversazione avuta con Lei a Schwarzach).




A questo punto vorrei sottolineare che io mi attengo in tutto e per tutto al nostro comune accordo riguardo al mio modo di procedere qui e perciò non dovrebbe mai sorgerLe il dubbio che io abbia affrontato questo compito partendo da falsi presupposti.

 

Sin dal primo momento ho cercato di mettere da parte completamente l’aspetto medico di questo caso limitandomi consapevolmente a restare sul piano puramente emotivo, considerando solo il ‘complesso comportamentale’ naturale e strettamente personale di Suo fratello.

 

Credo anche di aver trovato il mio metodo di ricerca scientifica – non medico-scientifica! – di aver trovato una delle vie per giungere alla scoperta di possibilità di osservazione parallele intersecanti intrecciate e reciprocamente corrispondenti, un metodo che, come spero, darà risultati utili.

 

L’unica difficoltà sta in questo: Suo fratello assorbe tutto il mio tempo e mi resta soltanto la notte (che in nessun caso può bastarmi) per scrivere i miei appunti e mettere nero su bianco, come programmato, l’atmosfera del suo mondo interiore e di quello circostante, per metterlo a confronto con le mie impressioni su di lui sotto angolature diverse anche se insufficienti, angoli visuali ‘ottusi o acuti’, per rendere giustizia in maniera almeno vagamente soddisfacente al carattere prospettico della mia visione sempre duplice di questo caso, per occuparmi di Suo fratello su una base per cosí dire documentaria – che a me pare incredibilmente labile e a momenti ‘inaffidabile’.




E nonostante questo fallimento incredibilmente fenomenologico e ripiegato su se stesso, mettere ordine in seno al suo ordine, creare un ordine contrapposto al suo. Io dunque scrivo di notte ciò che registro durante il giorno. Credo che nel caso di Suo fratello si tratti effettivamente dell’idea – che solo ora mi afferra – di uomo fantastico sospeso sull’abisso.

 

Il mio pensiero attraverso quest’idea va immediatamente al proprio scopo. Il vero problema è fino a che punto sia possibile penetrare l’incommensurabilità di Suo fratello. Ne consegue che Lei da me non deve aspettarsi altro che un resoconto incompleto che descriva in modo più o meno approssimativo la struttura superficiale di Suo fratello e che non oltrepasserà l’aspetto fosforescente – per quanto scrupolosamente descritto – di tale struttura superficiale e neppure le correnti (che probabilmente restano avvolte di tenebra) e le controcorrenti (trasformazioni) sottostanti, un resoconto insomma che si atterrà soprattutto a un’ottica lapidaria e che intendo poi consegnarle sulla base degli appunti che ho preso.




Un resoconto incompleto di una condizione di deprivazione incredibilmente labile e tale da doversi definire come totalmente deviante e ormai, mi sembra, non più correggibile. L’incarico che – qualunque ne sia stato il motivo – Lei ha affidato proprio a me, io lo devo intendere come un favore speciale, come un importante capitolo – già me ne rendo conto sin d’ora – della mia esistenza (che sta sempre più diventando una vera esistenza da medico), anzi di tutta la mia evoluzione.

 

Per quel che sono in grado di giudicare, questo incarico per me riveste un’importanza che – sotto certi aspetti – non è neanche prevedibile. Ma sarebbe un errore se davanti a Lei sin d’ora io recitassi la parte del praticante pieno di riconoscenza quando non è neanche stato fatto il primo passo in alcuna direzione... E questo incarico non è neppure ancora entrato nel primo stadio decisivo della realtà.

 

Contrariamente alla mia promessa non si aspetti di ricevere regolarmente posta da Weng.

 

Ecco un esempio di come suo Fratello dipinge i suoi ‘amati’ concittadini, in un modo assai bizzarro e frammentato da urla lancinanti di delirante dolore… Divenuto un ‘urlo’ un ‘latrato’ appena percepito nel silenzio prospettico di questa Natura che ispirauna strana e delirante Visione. Ode populisti latrati di cani abbaiare in notte ingorde nutrite da solo il Dolore!  









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