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Egregio
Assistente,
Sono
effettivamente riuscito a penetrare in modo sistematico nell’esistenza di Suo
fratello non senza una certa mancanza di riguardi e di sincerità che spaventa
anche me stesso: in questi primi giorni mi è stato piuttosto facile star dietro
a Suo fratello, anzi, a dir la verità le cose sono andate in modo tale che è
stato lui a cercar continuamente la mia compagnia; questo io posso considerarlo
un vero colpo di fortuna perché era stato proprio Lei a temere che Suo fratello
si fosse completamente isolato e vi era anche la possibilità che io non
riuscissi ad avvicinarlo.
A questo
punto devo subito dire che nel suo complesso la situazione in cui qui a Weng ho
trovato Suo fratello e l’ambiente del quale lui è completamente in balia e che
è completamente in sua balia, come mi sembra, esercita su di me un fascino
enorme che però sono in grado di controllare. Ritengo possibile e di
conseguenza ovvio attenermi alla linea di chiara e calcolata razionalità a me
prescritta nell’ambito da Lei indicatomi. (io infatti mi sento vincolato
all’ultima conversazione avuta con Lei a Schwarzach).
A questo punto vorrei sottolineare che io mi attengo in tutto e per tutto al nostro comune accordo riguardo al mio modo di procedere qui e perciò non dovrebbe mai sorgerLe il dubbio che io abbia affrontato questo compito partendo da falsi presupposti.
Sin dal
primo momento ho cercato di mettere da parte completamente l’aspetto medico di
questo caso limitandomi consapevolmente a restare sul piano puramente emotivo,
considerando solo il ‘complesso comportamentale’ naturale e strettamente
personale di Suo fratello.
Credo anche
di aver trovato il mio metodo di ricerca scientifica – non medico-scientifica!
– di aver trovato una delle vie per giungere alla scoperta di possibilità di
osservazione parallele intersecanti intrecciate e reciprocamente
corrispondenti, un metodo che, come spero, darà risultati utili.
L’unica
difficoltà sta in questo: Suo fratello assorbe tutto il mio tempo e mi resta
soltanto la notte (che in nessun caso può bastarmi) per scrivere i miei appunti
e mettere nero su bianco, come programmato, l’atmosfera del suo mondo interiore
e di quello circostante, per metterlo a confronto con le mie impressioni su di
lui sotto angolature diverse anche se insufficienti, angoli visuali ‘ottusi o
acuti’, per rendere giustizia in maniera almeno vagamente soddisfacente al
carattere prospettico della mia visione sempre duplice di questo caso, per
occuparmi di Suo fratello su una base per cosí dire documentaria – che a me
pare incredibilmente labile e a momenti ‘inaffidabile’.
E nonostante questo fallimento incredibilmente fenomenologico e ripiegato su se stesso, mettere ordine in seno al suo ordine, creare un ordine contrapposto al suo. Io dunque scrivo di notte ciò che registro durante il giorno. Credo che nel caso di Suo fratello si tratti effettivamente dell’idea – che solo ora mi afferra – di uomo fantastico sospeso sull’abisso.
Il mio
pensiero attraverso quest’idea va immediatamente al proprio scopo. Il vero
problema è fino a che punto sia possibile penetrare l’incommensurabilità di Suo
fratello. Ne consegue che Lei da me non deve aspettarsi altro che un resoconto
incompleto che descriva in modo più o meno approssimativo la struttura
superficiale di Suo fratello e che non oltrepasserà l’aspetto fosforescente –
per quanto scrupolosamente descritto – di tale struttura superficiale e neppure
le correnti (che probabilmente restano avvolte di tenebra) e le controcorrenti
(trasformazioni) sottostanti, un resoconto insomma che si atterrà soprattutto a
un’ottica lapidaria e che intendo poi consegnarle sulla base degli appunti che
ho preso.
Un resoconto incompleto di una condizione di deprivazione incredibilmente labile e tale da doversi definire come totalmente deviante e ormai, mi sembra, non più correggibile. L’incarico che – qualunque ne sia stato il motivo – Lei ha affidato proprio a me, io lo devo intendere come un favore speciale, come un importante capitolo – già me ne rendo conto sin d’ora – della mia esistenza (che sta sempre più diventando una vera esistenza da medico), anzi di tutta la mia evoluzione.
Per quel
che sono in grado di giudicare, questo incarico per me riveste un’importanza
che – sotto certi aspetti – non è neanche prevedibile. Ma sarebbe un errore se
davanti a Lei sin d’ora io recitassi la parte del praticante pieno di
riconoscenza quando non è neanche stato fatto il primo passo in alcuna
direzione... E questo incarico non è neppure ancora entrato nel primo stadio decisivo
della realtà.
Contrariamente
alla mia promessa non si aspetti di ricevere regolarmente posta da Weng.
Ecco un
esempio di come suo Fratello dipinge i suoi ‘amati’ concittadini, in un modo
assai bizzarro e frammentato da urla lancinanti di delirante dolore… Divenuto
un ‘urlo’ un ‘latrato’ appena percepito nel silenzio prospettico di questa
Natura che ispirauna strana e delirante Visione. Ode populisti latrati di cani
abbaiare in notte ingorde nutrite da solo il Dolore!
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