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La Valle Seriana.
Sono
montanaro ed il caso mi inchioda ammalato alla pianura. La mente però sana,
almeno io lo credo, non può resistere dal correre di galoppo su per monti e
valli, boschi, pascoli, ghiacciai.
Ed il
veicolo?
Passo ore
ed ore leggendo di ascensioni, gite di piacere pii o meno riuscite, più o meno difficili.
Provo le emozioni di un passo scabroso, le apprensioni cagionate dal veder Arditi giovani addentrarsi in una
cortina di nebbie su una costa larga poche decine di centimetri, fiancheggiata
da burroni spaventevoli. Provo la gioia del venire a galla in quella specie di
mare, ravvisando poco lungi la meta della faticosa salita e per confessare il
mio debole chiudo gli occhi e mi par di vedere aprire una certa cesta dalla
quale sorte sia quel che si vuole, tutto è squisito per chi ha fatto sei o
sette ore di viaggio sui monti.
E fin qui
tutto va bene…
Ma leggi,
rileggi, finito un anno passa all’altro siamo sempre lì Parrotspitze, Gran
Paradiso, Saint-Théodule, Ambin, Tetterhorn, lungfrau, Grandes lorasses,
Eiffel, Felik'Ioch, Dent-Blanche, Cervino ecc.
E perché no!
A nessuno
viene in mente di venirsi a cacciare un po’ nella mia valle?
Vediamo se
ne vale la pena prima di tutto e come convenga dirigersi; e per incominciare mettiamo
un po’ di nominativo. La Valle Seriana.
Chi parte da Bergamo volgendo a nord-est per la
magnifica strada provinciale di Valle Seriana trova a cinque chilometri da
Bergamo il ricco paese di Alzano, dico ricco per l’industria della seta che vi
è sviluppatissima. L’amatore d’arte può visitarvi nella chiesa parrocchiale un
antico coro scolpito in legno dal celebre Fantoni, opera assai stimata.
A tre chilometri da Alzano trovasi Nembro, grossa
borgata dove il geologo può utilizzare mezza giornata a visitare le
antichissime e recenti cave di pietre coti. Da Nembro ad Albino tre chilometri, e da Albino a Gazzaniga cinque chilometri e mezzo. In quest’ultima
tratta a pochi metri dalla strada emergono gli strati dell’oramai conosciuto
cemento idraulico della Società Italiana delle calci e cementi in Bergamo.
A Gazzaniga si
dirama la strada per Leffe paese interessantissimo per le cave di lignite.
Fino a pochi anni or sono la lignite veniva estratta per mezzo di profondi
pozzi e gallerie, ma in seguito a disastri prodotti da franamenti, e lesioni
che si constatavano nelle case ed edifici del paese precisamente soprastante
alle cave, per cedimento del terreno prodotto dalle stesse, si venne nella
decisione di aprire gli escavi a giorno. Conseguenza naturale ne fu la scoperta
in perfetta conservazione di scheletri quasi completi di alcuni di quei
colossali pachidermi di cui è perduta la specie.
Da Leffe una passeggiata di due chilometri
conduce a Gandino,
grosso borgo già famoso per le sue manifatture di lana.
Ma
ritorniamo sulla retta via.
Due chilometri di strada separano Gazzaniga da
Verteva.
Quindi innanzi la valle ristringendosi cambia aspetto, diventa più stretta. Gli
stabilimenti industriali che da Bergamo si succedevano a brevi distanze cessano,
ed i paesi diventano molto più radi.
In compenso le cose interessanti a vedersi
aumentano.
A circa due
chilometri oltre Verteva zampilla ignorata una magnifica fontana intermittente
coll’intervallo quasi costante di cinque minuti, prima passando dal quasi
assoluto asciutto a tal quantità d’acqua da dar moto al vicino molino. Dista
dalla strada circa 200 metri. Di qui con
cinque chilometri s’arriva a Ponte di Nossa donde si dirama la strada per Valle di Gorno ed Oneta. In questa
valle ad una distanza di cinque chilometri circa furono riaperte antiche
miniere di calamina che da pochi anni si escavano con molta attività.
Meritano
pure d’esser vedute le sorgenti del
torrente Nossa a circa 500 metri dal paese; si presentano sotto forma di un
enorme polla in un grande anfiteatro di rocce a picco ed affatto asciutte. È
una veduta che ha del fantastico. Un
chilometro e mezzo oltre Ponte di Nossa la strada provinciale si biforca volgendo il ramo destro a Clusone
capoluogo dell’alta valle, sede di sotto-prefettura, il sinistro seguendo il fondo della valle passa sotto i piccoli paesi
di Ogna, Villa d’Ogna, Ardesio e riesce dopo dodici chilometri circa a Gromo.
Da questo paese la strada provinciale continua a risalire
per dodici chilometri il fondo della valle tagliando il paese di Fiumenero e
facendo capo a Bondione.
Da Gromo però conviene partire per tutte le escursioni
che si possono fare all’ingiro. Nella chiesa parrocchiale meritano d’essere
veduti, degli antichissimi arredi sacri perfettamente conservati, che molto
meglio e bene figurerebbero in un museo. Dissi doversi considerare Gromo centro
d’escursioni essendo esso l’ultimo paese della valle dove si trovi cibo,
alloggio conveniente e vetture più o meno comode per percorrere i piccoli
tratti di strada carrozzabile.
E per concludere coll’itinerario accennerò alla
messaggiera postale che parte da Bergamo tutti i giorni alle ore 2 e 1/2
pomeridiane e per la tenue moneta di lire 2,50 vi fa percorrere in cinque ore
trentaquattro chilometri deponendovi a Clusone, di dove con altro veicolo o
colle gambe si prosegue a Gromo.
Nella discesa invece è quasi necessario
pernottare a Clusone, partendo la messaggiera in discesa alle 3 antimeridiane.
Il cambio cavalli si fa a Verteva.
Ora vediamo da Gromo quali escursioni e gite
si possano fare, e per meglio intenderci premetto che sotto il primo titolo classificherò
quelle che raggiungono le prime nevi perpetue ed esigono quindi buone gambe ed
anche una certa pratica dell’arrampicarsi. Sotto il titolo gite invece classificherò
le più modeste corse accessibili anche alle forze del bel sesso.
Prima escursione.
Gromo-Bondione strada carrozzabile dodici chilometri. Bondione al piede della caduta del Serio,
strada mulattiera, ore una e mezza. Dal piede al sommo del salto, sentiero
buonissimo; ora una e mezza. Piano di
Barbellino; vi è una comodissima stalla in estate abitata da pastori.
Attraversamento del piano venti minuti. Dal
piano al lago di Barbellino cattivo sentiero; ore una e mezza. Dal lago al passo di Cavanella, attraversando l’estremo est del gran
ghiacciaio del Cagumei, tracce di sentiero: ore tre. Attraversamento del
ghiacciaio circa un’ora. Discesa per la
valle Cavanella al ponte della Toesenda sentiero buono; ore cinque. Massima
altezza al passo di Cavanella metri
2,900 circa; non è stata sinora determinata, cosa del resto molto facile
avendo certa l’altezza di Gromo metri 640 sul mare. Dal piano di Barbellino si potrebbe, dormendovi una notte, fare una
diversione al ghiacciaio eminentemente pittoresco ed alla punta del monte di
Glene. Al Ponte della Tresenda si
prende la strada postale a chilometri 9 e mezzo a valle di Tirano e 18 a monte
di Sondrio.
Seconda escursione.
Gromo Fiumenero, metri 780 sul mare, strada carrozzabile chilometri
7,00. Fiumenero al Campo sentiero
buonissimo; ore tre. Sul piano del Campo, metri 1,415 sul mare, c’è una buona
stalla abitata in estate. Dal Campo per
la valle dei Lazzari al passo di Brunone sentiero discreto: ore tre e
mezza. Sul colmo del passo c’è una buona baita abitata in estate dai minatori
della vicinissima miniera di ferro,
detta della Brunone. Dal passo
(metri 2,800 sul mare) in due ore circa si può raggiungere la vetta della
Brunone come è denominata in paese o Redorta come è segnato nelle carte,
metri 3,100 circa sul mare. In questa escursione dormendo la notte alla baita
della Brunone si potrebbe, invece di ritornare al passo per discendere in
Valtellina per la valle d’Aqueda, si
potrebbe proseguire per la cresta che corre da sud-ovest a nord-est al Pizzo di
Coca e pel ghiacciaio di Coca alla punta Rodes scendendo poi per la strada
descritta dal signor Andres di Sondrio (anno 1875 del Bollettino) lungo la
valle di Avigna al Ponte del Castello.
Terza escursione.
Da Gromo a Valgoglio, strada mulattiera: ore
una. Da Valgoglio ai sette laghi d’Aviasco
sentiero buonissimo: ore quattro. Presso i laghi eccellente stalla abitata in
estate. Dai laghi in un’ora e mezza si raggiunge la cresta, dalla quale
discendendo per la valle di Curana per
comodo sentiero si raggiunge in sei ore di marcia il paesetto di Foppolo estremo della valle Brembana
e punto di partenza per la salita al
Corno Stella. Volò già la fama dell’ottimo alberghetto di Foppolo perch’io ne
riparli.
Quarta escursione.
Alla Pressolana;
finora chi s’accinse a calcare la vetta della
Presolana, impresa non indifferente e me ne rimetto al signor A. Curò di Bergamo, partì sempre da Custiane. Non si potrebbe
tentarla da Gromo per valle Sedovenio al colle di Fontana nuova, Verzola alta,
Paghevola alta. Pizzo della Presolana? Sino in Verzola ci sono stato e lì il sentiero
è buono.
E con ciò
iniziamo la prima escursione… o…
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