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Circa Titolate Fanfole...
La
‘psicologia della democrazia’ va costantemente monitorata, anche e soprattutto
da persone d’ogni specie e Natura anche se non qualificate o titolate, giacché
l’esempio della Serbia ci ha consegnato orrori storici inaspettati
(accompagnati da psichiatri titolati) quanto evidenti, introduzione di ben
altri fatti e misfatti con dovute ‘pulizie’ i quali successivamente proseguiranno
per il beneficio di tutti gli operatori del vasto e satellitare mondo economico
connesso con la Guerra… con identico simmetrico orrore….
Ma
prima di questi, circa tal breve parentesi dedicata alla Natura, alla vera
duratura Natura, mi soffermo al delicato peridio storico che regna giù per ogni
valle, e non solo nella desolata pianura detta padana, ma anche ove pur l’apparenza,
pensiamo o peggio immaginiamo sana democrazia, in realtà se pur incomprensibile
pronunzia (non men del concetto in essa espresso) o accento… pur sempre
dislessico ‘dialetto’.
Giacché
le differenze difficili da scorgere nell’esplicitare determinati comportamenti
non solo storici ma facenti parte, per l’appunto alla ‘difettevole’ natura
dell’uomo, quando, in verità e per il vero, il vero fermento e pericolo in nome
e per conto del populismo annunciare catastrofe ben nota alla Storia.
Per
questo, non dilungandomi su ‘buffonate’ (non perdonando neppure il buffone di
corte) a cui i politici affidano, come leggeremo, glorioso, loro e non certo
altrui destino, volendosi da ambedue gli schieramenti al meglio distinguere non
progredendo il senso Elementare come ben esplicitato dallo Stoppani.
Leggo
insieme a voi alcune brevi note di uno psicologo, quando la psicologia non è
caricatura né complice del Regime in ogni sua forma bensì isolata
nell’analizzare quanto lo svolgimento, ed in qual tempo, dote d’ogni buona ‘materia’
esulare dal contesto, deduco che l’austriaco che andremo a definire non fu
complice bensì esule. Non fu alleato traendo benefici bensì esiliato se non
addirittura perseguitato.
Perseguitato
da un irreversibile e graduale medesimo rigurgito storico…
Leggo
brevissima lapidaria introduzione di un suo ben noto libro, ed altresì permettendomi
pur non conoscendone l’Opera esposta da cui cito alcune note, semmai ho ben
chiaro il periodo storico giacché dedotto dall’Arendt, circa medesima ‘banalità
del male’, sia esso di destra quanto di sinistra; e come questo ben esplicitato
nel processo ad Adolf Eichmann (uno dei tanti), al quale processo partecipò
anche, in qualità di testimone, questa notevole personalità la quale mi
riprometto di esaminare in maniera più approfondita, ora riporto a voi oltre la
nota deducibile dall’enciclopedia in uso presso Intenet, anche ciò che al
meglio ricavò da quel processo, per ciò che concerne la Storia di allora quanto
l’odierna….
In
questo caso tal strumento ci è di immenso valido aiuto per rapportare argomenti
seri alla Ragion d’ognuno non offrendo pregiudizievoli inganni…
…Inganni
sempre presenti per consolidare quel…
…Fascismo e il comunismo sono prodotti del nostro
tempo, molti processi sociologici e psicologici, che erano necessarie per la democratizzazione
del modo di vivere in Europa occidentale, hanno, in circostanze diverse,
contribuito alla creazione di un totalitario modo di vivere. …
Gustave Mark Gilbert (30 settembre 1911 - 6
febbraio 1977) era uno psicologo americano noto per i suoi scritti contenenti
osservazioni di alti dirigenti nazisti durante le prove di Norimberga. Il suo libro del 1950 The Psychology of Dictatorship fu un tentativo di
profilare il dittatore tedesco nazista Adolf Hitler usando come riferimento le
testimonianze dei generali e dei comandanti più vicini a Hitler. Il lavoro
pubblicato da Gilbert è ancora oggetto di studio in molte università e college,
specialmente nel campo della psicologia.
Nel 1945, dopo la fine della guerra, Gilbert fu inviato a
Norimberga, in Germania, come traduttore del Tribunale militare
internazionale per i processi ai prigionieri tedeschi della Seconda Guerra
Mondiale. Gilbert fu nominato psicologo
della prigione dei prigionieri tedeschi. Durante il processo delle prove
Gilbert divenne, dopo Douglas Kelley, il confidente di Hermann Göring, Joachim
von Ribbentrop, Wilhelm Keitel, Hans Frank, Oswald Pohl, Otto Ohlendorf, Rudolf
Höss e Ernst Kaltenbrunner; tra gli altri.
Nel 1946, dopo i processi, Gilbert tornò negli Stati Uniti
e rimase impegnato nell’insegnamento, nella ricerca e nella scrittura. Nel 1947 pubblicò parte del suo diario,
costituito da osservazioni prese durante interviste, interrogatori, ‘intercettazioni’
e conversazioni con prigionieri tedeschi, con il titolo di Diario di
Norimberga. (Questo diario è stato ristampato per intero nel 1961, poco prima
del processo ad Adolf Eichmann a Gerusalemme).
Di seguito
è un famoso scambio che Gilbert ebbe con Göring da questo libro:
“Ma è ovvio, la gente non vuole la guerra – disse
Göring facendo spallucce – Perché mai un povero contadino zoticone vorrebbe
rischiare la propria vita in guerra quando il meglio che gli possa succedere è
tornare alla sua fattoria sano e salvo?
Naturalmente la gente comune non vuole la guerra.
Non la vuole in Russia né in Inghilterra né in
America, e neanche in Germania, per quel che vale. Si capisce. Ma dopotutto
sono i leader del Paese che determinano le politiche, ed è facile trascinare la
gente dietro a tali politiche, sia tale Paese una democrazia o una dittatura
fascista o un Parlamento o una dittatura comunista”.
“C’è una differenza – gli feci notare io
[Gilbert, ndt] – In una democrazia la gente ha diritto di dire la propria sulla
questione attraverso i suoi rappresentanti eletti, e negli Stati Uniti solo il
Congresso può dichiarare guerre”.
“Oh, tutto questo è bellissimo, ma, che abbia o
meno diritto a dire la propria, la gente può sempre essere trascinata dai
propri leader. È facile. Tutto quello che c’è da fare è dire alla gente (sempre
una menzogna l’ultima maggiore della prima!) che sta per essere attaccata (in
ogni propria apparente pacifica sociale coesistenza), per poi denunciare i
pacifisti per mancanza di patriottismo e perché mettono in pericolo il Paese.
Funziona allo stesso modo in ogni Paese”.
Insomma camuffare ogni possibile e più certa
Verità!
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