Precedenti secoli:
...Meravigliosi (7) & (6/5)
Prosegue nell'...:
Ora Terza (9) &
Nel Capitolo completo (10)
Oggi è talmente comune l’idea che l’elettricità
sia nata e cresciuta nel diciannovesimo secolo da dare una strana sensazione mentale di contemplare il fatto che
tutte le miriadi di applicazioni commerciali sviluppate negli ultimi anni in
questo campo avrebbero potuto essere prodotto dai cinesi o dagli antichi egizi,
per quanto riguarda le potenzialità della natura per lo sviluppo di fenomeni
elettrici. Lo scrittore conosceva un delizioso vecchio signore nel Vermont che
una volta si riferiva, per un fatto ben noto, all’invenzione dell’elettricità
da parte di Edison. È sorprendente quanto il suo stato d’animo caratterizzi da
vicino quello di moltissime persone.
Nella forma del lampo, dell’aurora e dello shock
dell’anguilla elettrica o del siluro, le manifestazioni elettriche sono note da
quando l’uomo ha iniziato ad osservare quei fenomeni, ma l’ambra di resina
fossile era la sostanza che meglio si prestava. Si osservava che questo
materiale, molti secoli prima della nostra èra, possedeva la proprietà di
attrarre corpi leggeri su se stessa quando si strofinava con la lana e, essendo
chiamato ἤλεκτρον (elettrone) dai Greci, trasmetteva il suo nome alla
proprietà o alla forza che portava in evidenza. Il fatto è menzionato come già
nel 600 a.c., da Talete di Mileto, sebbene non ci trasmetta il nome dell’osservatore
originale del fenomeno, accogliente come l’esperimento, segnò un inizio nella
ricerca elettrica.
Non che le ricerche scientifiche in quella o in
qualsiasi linea siano state spinte molto assiduamente in quei giorni, perché c’è
un grande divario tra la scoperta della proprietà sopra menzionata e l’acquisizione
di qualsiasi conoscenza più solida relativa all’elettricità. Il fenomeno era in
quel momento riportato nell’elenco dei fatti naturali e non sembra essere stato
fatto alcun tentativo di collegarlo con gli altri. Lo spirito inquisitore dell’èra
attuale non può essere portato in un sollievo più sorprendente che da un confronto
dei progressi, attualmente, quasi quotidiani nella conoscenza scientifica, con
il fatto che sono trascorsi molti secoli tra la scoperta del potere sopra
menzionato dell’ambra degli antichi e quello successivo con un gran numero di
altre sostanze, come diamanti, vetrificazioni di ogni tipo, zolfo, resina
comune, ecc., possedere la stessa proprietà. Alcuni altri svariati fatti,
tuttavia, furono notati anche dagli antichi: si dice che il fuoco fosse uscito
dalla testa di Servio Tullio all’età di sette anni e Virgilio afferma che la
fiamma fu emessa dai capelli di Ascanio.
Esaminando, ora, la storia dell’ascesa della scienza elettrica troviamo, come
appena accennato, il vasto divario di oltre due millenni tra la scoperta del
potere attrattivo dell’ambra sfregata e la semplice estensione della conoscenza
umana in modo da includere altre sostanze...
Paolo e
Maria lasciarono Roma, capitale degli Stati Uniti d’Europa, montando nel più
grande dei loro aerotachi, quello destinato ai
lunghi viaggi.
È una navicella
mossa dall’elettricità.
Due comode
poltrone stanno nel mezzo e con uno scattar di molla si convertono in
comodissimi letti. Davanti ad esse una bussola, un tavolino e un quadrante
colle tre parole: moto, calore, luce. Toccando un tasto Vaerotaco si mette in moto e si gradua la velocità, che può giungere a
150 chilometri all’ora. Toccando un altro tasto si riscalda l’ambiente alla
temperatura che si desidera, e premendo un terzo si illumina la navicella. Un
semplice commutatore trasforma l’elettricità in calore, in movimento; come vi
piace.
Nelle
pareti dell’aerotaco eran condensate tante
provviste, che bastavano per dieci giorni. Succhi condensati di albuminoidi e
di idruri di carbonio, che rappresentano chilogrammi di carne e di verdura; eteri
coobatissimi, che rifanno i profumi di tutti i fiori più odorosi, di tutte le
frutta più squisite. Una piccola cantina conteneva una lauta provvista di tre
elisir, che eccitano i centri cerebrali, che presiedono alle massime forze
della vita; il pensiero, il movimento e l’amore.
Nessun
bisogno nell’aerotaco di macchinisti o di
servi, perché ognuno impara fin dalle prime scuole a maneggiarlo, a innalzare o
ad abbassare secondo il bisogno e a dirigerlo dove volete andare. In un
quadrante si leggono i chilometri percorsi, la temperatura dell’ambiente e la
direzione dei venti.
Paolo e
Maria avevano portato seco pochi libri e fra questi L’anno 3000, scritto da un medico,
che dieci secoli prima con bizzarra fantasia aveva tentato di indovinare come
sarebbe il mondo umano dieci secoli dopo.
Paolo aveva
detto a Maria:
‘Nel nostro
lungo viaggio ti farò passar la noia, traducendoti dall’italiano le strane
fantasie di questo antichissimo scrittore. Son curioso davvero fin dove questo profeta
abbia indovinato il futuro. Ne leggeremo certamente delle belle e ne rideremo di
cuore. È bene a sapersi che nell’anno 3000 da più di cinque secoli
non si parla nel mondo che la lingua cosmica. Tutte le lingue europee son morte
e per non parlare che dell’Italia, in ordine di tempo l’osco, l’etrusco, il
celtico, il latino e per ultimo l’italiano.
Il viaggio,
che stanno per intraprendere Paolo e Maria, è lunghissimo. Partiti da Roma
vogliono recarsi ad Andropoli, capitale degli Stati
Uniti Planetarii, dove vogliono celebrare il loro matrimonio fecondo, essendo
già uniti da cinque anni col matrimonio d’amore.
‘Vedi ,
Maria’,
disse Paolo
a lei, quando poté parlare:
‘qui
intorno a noi dormono nel silenzio più di ventimila anni di storia umana.
Quanto sangue si è sparso, quante lagrime si son versate prima di giungere alla
pace e alla giustizia, che oggi godiamo e che pure sono ancora tanto lontane
dai nostri ideali. E sì, che fortunatamente per noi, dei primi secoli dell’infanzia
umana, non ci son rimaste che poche armi di pietra e confuse memorie. Dico fortunatamente,
perché più andiamo addietro nella storia e più l’uomo era feroce e cattivo. Noi
non vediamo più l’ecatombe di ossa, che devono trovarsi sul fondo del mare, perché
sul principio del secolo XX ebbe luogo una terribile battaglia navale, a cui presero
parte tutte le flotte d’Europa…
Si
battevano per la pace e per la guerra, e l’Europa era divisa in due campi. Chi
voleva la guerra e chi voleva la pace; ma per volere la pace si battevano, e un
gran mare dì sangue imporporò le onde del Mediterraneo e allagò la Terra. In un
solo giorno nella battaglia di Spezia e in quella di Parigi morirono un milione
di uomini.
Qui dove
noi siamo ora, godendo le delizie di questa bellissima sera, saltarono in aria
in un’ora venti corazzate, uccidendo migliaia di giovani belli e forti; che
avevano quasi tutti una madre, che li attendeva; tutti una donna che li
adorava. La strage fu così grande e crudele, che l’Europa finalmente inorridì
ed ebbe paura di sé stessa.
La guerra aveva uccisa la guerra e da quel giorno si mise
la prima pietra degli Stati Uniti d'Europa. Quei giganti neri, che vedi
galleggiare nel Golfo sono le antiche corazzate, che rimasero incolumi in quel
giorno terribile. Ogni nazione d’allora
vi è rappresentata: ve n’ha di italiane, di francesi, d’inglesi, di tedesche.
Oggi si
visitano come curiosità da museo e domattina ne vedremo qualcuna.
Vedrai come
in quel tempo di barbari, ingegno e scienza riunivano tutti i loro sforzi per
uccidere gli uomini e distruggere le città. E figurati, che uccidere in grande
era allora creduta gloria grandissima e i generali e gli ammiragli vincitori erano
premiati e portati in trionfo.
Poveri
tempi, povera umanità!
Però, anche
dopo aver abolita la guerra, l’umana famiglia non ebbe pace ancora. Vi erano
troppi affamati e troppi infelici; e la pietà del dolore, non la ragione, portò
l’Europa al socialismo. Fu sotto l’ultimo papa (credo si chiamasse Leone XX),
che un re d’Italia scese spontaneo dal trono, dicendo che voleva per il primo
tentare il grande esperimento del socialismo. Morì fra le benedizioni di tutto
un popolo e i trionfi della gloria. I suoi colleghi caddero protestando e
bestemmiando.
Fu una gran
guerra, ma di parole e di inchiostro; fra repubblicani, conservatori e socialisti;
ma questi la vinsero. L’esperimento generoso, ma folle, durò quattro
generazioni , cioè un secolo; ma gli uomini si accorsero di aver sbagliato strada.
Avevano soppresso l’individuo e la libertà era morta per la mano di chi l’aveva
voluta santificare.
Alla
tirannia del re e del parlamento si era sostituita una tirannia ben più molesta
e schiacciante, quella d’un meccanismo
artificiale,
che per proteggere e difendere un collettivismo anonimo soffocava e spegneva i
germi delle iniziative individuali e la santa lotta del primato. Sopprimendo l’eredità,
la famiglia era divenuta una fabbrica meccanica di figliuoli e di noie sterili
e tristi.
Un gran
consesso di sociologi e di biologi seppellì il socialismo e fondò gli Stati Uniti
del mondo, governato dai migliori e dai più onesti per doppia elezione. Al
governo delle maggioranze stupide subentrò quello delle minoranze sapienti e
oneste. L’aristocrazia della natura fu copiata dagli uomini, che ne fecero la
base dell’umana società.
Ma
purtroppo non siamo ancora che a metà del cammino.
L’arte di
scegliere gli ottimi non è ancora
trovata; e pensatori e pensatrici, i sacerdoti del pensiero e le sacerdotesse
del sentimento, travagliano ancora per trovare il modo migliore, perché ogni
figlio di donna abbia il posto legittimo, che la natura gli ha accordato
nascendo.
Paolo e
Maria, spiegando il loro volo, dalla Spezia giunsero ben presto al disopra della
Sicilia, dove mandarono dall’alto un saluto all’Etna, che da parecchi secoli era
spento del tutto.
Il dì
seguente erano in Egitto e con un buon cannocchiale vedevano le Piramidi, sempre
ferme al loro posto dopo una così lunga corsa di storia: eran rimaste
incrollabili nella loro granitica impassibilità, ma ai loro piedi si
infrangevano le onde di un nuovo mare venuto per opera gigantesca di uomini a
prendere il posto di tutti i deserti africani. L’acqua aveva preso il luogo della
sabbia, e per questo solo fatto il clima dell’Europa si era rinfrescato di molti
gradi, senza che perciò fosse ritornata una nuova epoca glaciale. Nell’anno 3000 gli uomini maneggiavano con tale artifizio le
forze della Natura, che bastava dirigere una forte corrente di aria calda verso
i poli per sciogliere gli immensi ghiacci, che un tempo occupavano gran parte
della zona polare.
Nessun commento:
Posta un commento