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Per il
ritardo storico con cui si manifestano, in Italia le dinamiche di
modernizzazione produttiva e culturale si sviluppano nell’età del positivismo,
e questa sintonia è funzionale all’elaborazione di un ‘progresso consapevole’
che favorisce la diffusione delle conoscenze.
E infatti
il maggior successo della divulgazione si registra proprio fra seconda metà
dell’Ottocento e inizi del nuovo secolo, ‘all’interno di un progresso globale
di ampliamento delle basi della cultura di massa indotto dal positivismo e di
democratizzazione’ dell’accesso al sapere, cui forse non erano estranee le istanze tratte dal socialismo. D’altronde,
se la classe dirigente liberale dei primi governi post-unitari fa ricorso alle
competenze tecnico-scientifiche ‘per mettere a fuoco i problemi socio-economici
della nuova nazione e per individuarne le possibili soluzioni’, chiamate ‘a una
mobilitazione generale a sostegno del consolidamento interno del paese e della
sua reputazione all’estero, le discipline sperimentali divennero oggetto di uno
sforzo di promozione e di divulgazione estremamente articolato e complesso’.
Caricata di
valenza ideologica la scienza diventa così ‘vessillo nazionale negli anni
cruciali del consolidamento della neonata Italia’, e ‘il pubblico dei non
esperti fu coinvolto attraverso la divulgazione scientifica in uno
straordinario processo educativo; per la prima volta l’opinione pubblica
borghese della penisola ebbe la convinzione di poter prendere in mano il
proprio destino’.
Nel 1861, frequentando il Circolo della Stampa
Scientifica, lo Scrittore fece la conoscenza di Gaspard Félix Tournachon,
divenuto Tournadar vent’anni dopo, quando negli ateliers degli artisti vigeva la
moda di aggiungere alle parole il suffisso ‘dar’.
Nel 1842 questo giornalista, romanziere,
caricaturista e, soprattutto, fotografo di personalità del mondo letterario,
artistico e scientifico adottò come pseudonimo il più breve Nadar. Bisogna
ricordare che, a partire dal 1858, Nadar si era specializzato nella fotografia
aerea, operando dalla navicella di un pallone. L’autore del racconto ‘Un
viaggio in pallone’ e il fotografo/aeronauta discussero evidentemente della
loro comune preoccupazione, stimolata dalle ricerche sulla possibilità di
guidare gli aerostati.
Ma dovettero abbandonare abbastanza presto questa
idea.
Nel luglio 1863, Nadar, Ponton d’Amécourt e
Gabriel de la Landelle fondarono la ‘Società d’incoraggiamento per la locomozione
aerea con apparecchi più pesanti dell’aria’. Uno dei due sindaci della società
era… Jules Verne.
Il manifesto pubblicato il 31 luglio 1863 su ‘La
Press’ affermava:
“Per lottare contro l’aria, bisogna avere un peso
specifico superiore (…) La prima necessità dell’auto locomozione aerea è di sbarazzarsi
assolutamente di ogni tipo di aerostato”.
L’ex-sindaco della ‘Società d’incoraggiamento per
la locomozione aerea con apparecchi più pesanti dell’aria’ decise allora di
scendere nell’arena. Nel 1885, dopo aver terminato di scrivere il romanzo, scrisse
al suo editore e amico Pierre Jules Hetzel:
“Credo e spero che tutti coloro che parteggiano
per gli apparecchi più pesanti dell’aria sosterranno Robur contro i suoi
avversari. E fra questi ci sono persone impulsive: se non mi sbaglio il libro
farà rumore. Devo riconoscere che il momento sembrerebbe abbastanza favorevole,
tenuto conto che il pubblico manifesta un certo entusiasmo verso la possibilità
di guidare i palloni”.
La scienza
popolare si propaga dunque non solo tramite molti fortunati best-seller
concepiti allo scopo, ma anche grazie ad una serie di suggestive opportunità di
intrattenimento, implicitamente istruttive, e fra le tante attività alternative
alla scrittura i divulgatori più accreditati sfruttano un altro canale di forte
impatto, il museo, innanzitutto, come l’Esposizione…
Alla fine del primo capitolo, fra le cime
difficilmente accessibili dove si può vedere sventolare la bandiera di Robur si
trova il ‘parafulmine della Torre in ferro dell’Esposizione del 1889’; l’azione
è ambientata dunque almeno tre anni dopo la pubblicazione del romanzo. In ogni
modo, il trionfo del ‘più pesante dell’aria’ si faceva attendere anche nel
1897, quando, il 5 maggio, Jules Verne scriveva a Mario Turiello, giovane
corrispondente italiano:
“Quanto al problema della navigazione aerea,
siamo lontani dall’aver risolto il problema, anche per Robur il conquistatore,
mi può credere”.
Un abisso divide la realtà dalla fantasia. Un
abisso che sei anni dopo, il 17 dicembre 1903, i fratelli Wright avrebbero
superato con il loro aereo mosso da un motore a combustione interna e non
dall’elettricità, come l’“Albatros”.
Proprio per
il coinvolgimento degli spettatori inesperti, le Esposizioni naturalistiche cambiano
impostazione, i Fiori cedono il passo agli insetti elettrici’, passando da un
impianto sistematico a soluzioni spettacolari: verso gli anni Ottanta
dell’Ottocento il Museo civico di Storia Naturale di Milano allestisce
suggestivi diorami, in cui ‘gli organismi sono presentati non più come
asettiche varianti morfologiche di una serie evolutiva, ma come elementi di un
sistema dove l’ambiente fisico, il paesaggio e gli organismi si compenetrano,
mentre questi ultimi interagiscono tra loro sia a livello intraspecifico che
interspecifico.
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